(1) Questa mattina, avendo fatto la comunione e continuando lo stesso stato di confusione, me ne stavo tutta rannicchiata in me stessa, quando ho visto il mio adorabile Gesù, che veniva a me tutto in fretta, dicendomi:
(2) “Figlia mia, spezzami un poco il mio furore, altrimenti...!”
(3) Ed io, tutta spaventata, ho detto: “Che volete che faccia per spezzare il vostro furore?”
(4) E Lui: “Col richiamare in te le mie sofferenze verrai a placare il furore mio”.
(5) In questo mentre, vedevo come se chiamasse il confessore, mandando un raggio di luce, e lui subito ha messo l’intenzione di farmi soffrire la crocifissione. Il Signore benedetto prontamente ha concorso ed io mi sono trovata in tante sofferenze che per la forza dei dolori mi sentivo uscire l’anima dal corpo. Quando mi credevo in punto di spirare, e contenta io che Gesù ricevesse l’anima mia, ho visto il confessore, che col dire “basta, basta,” mi richiamava in me stessa.
(6) Allora Gesù mi ha detto: “L’ubbidienza ti chiama”.
(7) Ed io: “Neh! Signore me ne voglio venire!”
(8) E Gesù: “Che vuoi da Me? L’ubbidienza continua a chiamarti”.
(9) E così pare che questa nuova ubbidienza non ha fatto andare più innanzi le sofferenze. Ma obbedienza certo per me crudele, perché mentre mi pareva d’afferrare il porto, sono stata sbalzata fuori e navigare la via. Onde dopo, sebbene sono lasciata sofferente, ma non mi sentivo quella cosa di morire, il mio benigno Signore ha ripreso a dire:
(10) “Figlia mia, se tu oggi non avessi spezzato il mio furore, era giunto tanto al colmo, che non solo avrei distrutto le piante, ma anche gli uomini; e se lo stesso confessore non si avessi interposto col richiamare in te le mie sofferenze, non avrei avuto neppure riguardo di lui. E’ vero che sono necessari i castighi, ma è necessario che di tanto in tanto, quando il mio furore si inoltra, che tu me lo spezzi, altrimenti figlia mia, quanti flagelli di più manderò!”
(11) E mentre ciò diceva, mi pareva di vederlo tutto stanco, che lamentandosi, or diceva: “Figlia mia”. Ed or: “Figli miei, poveri figli miei, come vi veggo ridotti!” E con mia sorpresa mi ha fatto capire che dopo essersi calmato un poco, doveva riprendere il furore per continuare i castighi, e questo era servito solo a non farlo infierire troppo contro le gente. Ah! Signore, placatevi ed abbiate pietà di quei tali che Voi stesso chiamate “figli miei”!