(1) Continuo a starmi amareggiata ed afflitta, come una stupidita. Questa mattina non c’era venuto affatto; è venuto il confessore ed ha messo l’intenzione della crocifissione. In primo il benedetto Gesù non concorreva, onde, dopo averlo pregato che si benignasse di farmi ubbidire, quando appena mi si faceva vedere mi ha detto:
(2) “Che vuoi? Perché volermi fare violenza per forza una volta che è necessario castigare i popoli?”
(3) Ed io: “Signore, non sono io, è l’ubbidienza che così vuole”.
(4) E Lui: “Ebbene, quando è l’ubbidienza ti voglio partecipare la mia crocifissione e fra tanto voglio ristorarmi un poco”.
(5) Mentre ciò diceva, mi ha partecipato i dolori della croce, e mentre io soffrivo, Gesù si è messo vicino a me, e pareva che si ristorasse alquanto. Ora, mentre mi trovavo in questa posizione insieme con Lui, mi ha fatto vedere nell’aria, che da una parte veniva una nube nera, nera, che al sol vederla metteva terrore e spavento, e tutti dicevano: “Questa volta moriamo”. Mentre tutti stavano atterriti, si è sollevata da mezzo a me e Gesù una croce risplendente, che facendosi contro a quella procella, l’ha messo in fuga, in gran parte, tanto che pareva che le gente si calmavano. Non so dire certo, mi pare che fosse un uragano accompagnato da fulmine e da grandine tanto forte, da aver forza di portarsi le fabbriche appresso; e la croce che l’ha fugato in gran parte mi pareva che fosse il piccolo mio patire, che Gesù mi ha partecipato. Sia benedetto il Signore, e tutto sia per la sua gloria ed onore.