MaM
Messaggio del 25 agosto 2000: Cari figli, desidero condividere con voi la mia gioia. Nel mio Cuore Immacolato io sento che ci sono tanti che si sono avvicinati a me e portano in maniera particolare nei loro cuori la vittoria del mio Cuore Immacolato pregando e convertendosi. Desidero ringraziarvi e stimolarvi a lavorare di più per Dio e il suo Regno con l'amore e la forza dello Spirito Santo. Io sono con voi e vi benedico con la mia benedizione materna. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 3-81 Giugno 12, 1900 L’ubbidienza la fa chiedere Gesù la faccia soffrire per impedire i castighi.

(1) Questa mattina, nel venire il mio amabile Gesù ho incominciato a dire: “Signore, che fate? Pare che vi inoltrate troppo con la giustizia”. E mentre volevo continuare a dire per scusare le miserie umane, Gesù mi ha imposto silenzio col dirmi:

(2) “Taci, se vuoi che mi trattenga con te vieni a baciarmi ed a salutarmi con le tue solite adorazioni tutte le mie membra sofferenti”.

(3) Così ho incominciato dalla testa, e poi man mano per le altre membra. Oh! quante piaghe profonde conteneva quel corpo sacrosanto, che al solo guardarle metteva raccapriccio. Onde, non appena finito, è scomparso, lasciandomi con scarsissimo patire e con un timore, chi sa come si verserà sopra le gente, ché non si è benignato di versare sopra di me le sue amarezze!

(4) Dopo poco è venuto il confessore e gli ho detto ciò che io ho detto di sopra, e lui mi ha detto che: “Oggi, per ubbidienza assoluta, quando faccia la meditazione devi pregarlo che ti faccia soffrire la crocifissione e che cessi di mandare i flagelli”. Così, quando ho fatto la meditazione, l’ho pregato secondo l’ubbidienza ricevuta quando appena si faceva vedere, ma senza darmi retta, anzi, or si faceva vedere che volgeva le spalle alle gente, or che dormiva per non essere da me importunato. E che so io, mi sentivo crepare ché non si curava di farmi fare l’ubbidienza, onde ho preso coraggio, e mettendo tutta la fiducia nella santa ubbidienza, l’ho preso per un braccio e smovendolo per risvegliarlo gli ho detto: “Signore, che fate? Questo è l’amore che portate alla vostra virtù tanto prediletta dell’ubbidienza? Questi sono gli elogi che tante volte le avete dato? Questi sono gli onori che le avete prodigato, fino a dire che vi sentite scosso e non potete resistere alla virtù dell’ubbidienza e vi sentite soggiogare dall’anima che si dona a questa virtù, che adesso pare che non vi curate di farmi ubbidire?” Mentre ciò dicevo e altre cose, che andrei troppo per le lunghe se volessi scriverle, il benedetto Gesù si è scosso, e come colpito da vivissimo dolore, ha dato in dirottissimo pianto e singhiozzando ha detto:

(5) “Anch’Io non voglio mandare flagelli, ma è la giustizia che mi costringe quasi per forza, ma tu con questo parlare vuoi pungermi al vivo e toccarmi un tasto troppo per Me delicato e da Me molto amato, tanto che non volli altro onore né altro titolo che quello di ubbidiente. Ed ecco, per farti vedere che non è che non mi curo di farti ubbidire, con tutto ciò che la giustizia mi costringe a non farlo, ti partecipo in parte i dolori della croce”.

(6) Mentre ciò facevo, mi è scomparso, lasciandomi contenta che mi ha fatto ubbidire e con un dispiacere nell’anima, come se avessi stato causa di far piangere il Signore col mio parlare.Ah! Signore, vi prego a perdonarmi.