(1) Continuando a stare nello stesso stato, mi sentivo tutta oppressa e avevo tutta la necessità d’un sostegno per poter sopportare la privazione del mio somme Bene. Il benedetto Gesù, avendo di me compassione, per qualche minuti ha mostrato il suo Volto da dentro il mio cuore, ma però non con chiarezza, e facendomi sentire la sua soavissima voce mi ha detto:
(2) “Coraggio figlia mia un altro poco, lasciami finire di castigare che dopo ci verrò come prima”.
(3) Mentre così diceva, nella mia mente dicevo: “Quali sono i castighi che hai incominciato a mandare?” E lui ha soggiunto:
(4) “La pioggia continuata è più che grandine, che sta facendo e vi porterà delle tristi conseguenze sopra le gente”.
(5) Detto ciò, è scomparso ed io mi sono trovata fuori de mi stessa, dentro d’un giardino, e da lì dentro si vedeva i raccolti disseccati e le vigne, e dentro di me andavo dicendo: “Povere gente, povere gente, come faranno?” Mentre così dicevo, dentro a quel giardino vi era un ragazzino che piangeva e gridava tanto forte, che assordava Cielo e terra, ma nessuno aveva di lui compassione, sebbene lo sentivano tutti che così piangeva tanto, si brigavano di lui e lo lasciavano abbandonato e solo. Un pensiero mi è balenato: “Chi sa che non fosse Gesù?” Ma non ne sono rimasta certa. Onde, avvicinandomi a Lui, ho detto: “Che hai che piangi, bambino caro? Vuoi venire insieme con me, giacché tutti ti hanno lasciato in preda alle lacrime ed al dolore, che tanto t’opprime che ti fa gridare così forte?” Ma che! Chi poteva quietarlo? Appena con singulti ha risposto che sì, che se ne voleva venire. Onde l’ho preso per mano per condurlo insieme con me e nell’atto stesso di ciò fare mi sono trovata in me stessa.