MaM
Messaggio del 27 settembre 1984:Cari figli, mi avete aiutato con la vostra preghiera a realizzare i miei progetti. Continuate a pregare, affinché questi progetti si realizzino pienamente. Chiedo alle famiglie della parrocchia di recitare il Rosario in famiglia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 3-72 Maggio 20, 1900 Tutte le cose dal nulla hanno principio. Necessità del riposo e del silenzio interno.

(1) Trovandomi fuori di me stessa, mi pareva che fosse di notte e vedevo tutto l’universo, tutto l’ordine della natura, il cielo stellato, il silenzio notturno, insomma, mi pareva che tutto avesse un significato. Mentre ciò vedevo, mi pareva che vedessi Nostro Signore, che prendendo la parola su ciò che vedevo ha detto:

(2) “Tutta la natura invita ad un riposo, ma qual è il vero riposo? E’ il riposo interno ed il silenzio di tutto ciò che non è Dio. Vedi, le stelle scintillanti di luce temperata, non abbagliante come il sole; il sonno ed il silenzio di tutta la natura, degli uomini e fin degli animali, che tutti cercano un luogo, una tana dove starsene in silenzio e riposarsi della stanchezza della vita. Se ciò è necessario per il corpo, molto più per l’anima è necessario di riposarsi nel suo proprio centro che è Dio. Ma per potersi riposare in Dio è necessario il silenzio interno, come al corpo è necessario il silenzio esteriore per potersi placidamente addormentare. Ma, qual è questo silenzio interiore? E’ di far zittire le proprie passioni col tenerle apposto, d’imporre silenzio ai desideri, alle inclinazioni, agli affetti, insomma, a tutto ciò che non chiama Dio. Or, qual è il mezzo per giungere a ciò? L’unico mezzo ed assolutamente necessario, è di disfare il proprio essere e ridursi al nulla, come era prima che fosse creata, e quando avrà ridotto al nulla il suo essere, riprenderlo in Dio.

(3) Figlia mia, tutte le cose dal nulla hanno principio, questa stessa macchina dell’universo che tu rimiri con tanto ordine, se prima di crearla fosse stata ripiena d’altre cose, non avrei potuto mettere la mia mano creatrice per farla con tanta maestria e renderla tanto splendida ed ornata, al più avrei potuto disfare tutto ciò che ci poteva essere, e poi rifarla come a Me piaceva; ma siamo sempre lì, che tutte le mie opere dal nulla hanno principio, e quando c’è mischianza di altre cose, non è decoro della mia maestà scendere ed operare nell’anima, ma quando l’anima si riduce al nulla, e vi sale a Me, e prende il suo essere nel mio, allora Io vi opero da quel Dio che sono, e l’anima vi trova il vero riposo. Eccoti che tutte le virtù, dall’umiltà e dall’annientamento di sé stesso hanno principio”.

(4) Chi può dire quanto comprendevo su ciò che mi diceva il benedetto Gesù? Oh! come felice sarebbe l’anima mia se potessi giungere a disfare il mio povero essere, per poter ricevere dal mio Dio il suo Essere Divino! Oh! come mi nobiliterei, come resterei santificata! Ma quale sciocchezza è la mia, dove mi abbia il cervello, se ancor non lo faccio? Che miseria umana, che invece di cercare il suo vero bene e di prendere il suo volo in alto, si contenta di arrampicarsi per terra e di vivere nel fango e nel marciume!

(5) Dopo ciò il mio diletto Gesù mi trasportò dentro un giardino, dove c’era molta gente che si preparavano ad assistere ad una festa, ma solo quelli che ricevevano una divisa vi potevano assistere, ma pochi erano quelli che ricevevano questa divisa; a me venne una gran voglia di riceverla, e tanto ho fatto che ho ottenuto l’intento. Onde giunta al punto dove si riceveva, una matrona veneranda, primo mi ha vestito di bianco, poi mi ha messo una tracolla celeste, in cui pendeva una medaglia improntata del volto di Gesù, e che mentre era volto era insieme specchio, che rimirandolo si scorgeva le più piccole macchie, che l’anima, col aiuto d’una luce che veniva da dentro di quel volto, facilmente si poteva togliere. Mi pareva che quella medaglia racchiudesse un senso misterioso. Dopo ha preso un manto d’oro finissimo e tutta mi ha coperto. Mi pareva che così vestita potessi gareggiare con le vergini comprensori. Mentre ciò succedeva, Gesù mi ha detto:

(6) “Figlia mia, ritorniamo a vedere ciò che fanno gli uomini, basta che sei vestita, quando sarà la festa allora ti porterò ad assistere”.

(7) Così, dopo aver girato un poco, mi ha trasportato nel mio letto.