(1) Trovandomi ancor priva dell’adorabile mio Gesù, al più qualche ombra, oh! quanto mi costa amaro, quante lacrime mi conviene versare! Questa mattina, dopo aver molto aspettato e ricercato, l’ho trovato nel mio stesso letto, tutto afflitto, con la corona di spine che gli trafiggeva la testa; gliel’ho tolta pian piano e l’ho messa sulla mia. Oh! quanto mi vedevo cattiva innanzi alla sua presenza! Non avevo forza di dire una sola parola. Gesù, avendo di me compassione, mi ha detto:
(2) “Fatti cuore, non temere, cerca di riempire il tuo interno di Me e di impinguarlo di tutte le virtù, fino a traboccarne fuori, e quando giungerai a farne il trabocco, allora ti porterò nel Cielo e finiranno tutte le tue privazioni”.
(3) Dopo ciò, ha soggiunto prendendo un’aria afflitta: “Figlia mia, prega, ché stanno preparati tre distinti giorni, uno lontano dall’altro, di tempeste, grandine, fulmini, inondazioni, che faranno gran danno agli uomini ed alle piante”.
(4) Detto ciò è scomparso, lasciandomi un po’ più sollevata nello stato in cui mi trovo, ma con un pensiero: Chi sa quando farò questo trabocco fuori? E se non lo faccio mai, mi converrà forse starmene sempre lontana da Lui?