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Messaggio del 25 febbraio 1987: Cari figli, desidero avvolgervi con il mio manto e condurvi tutti verso la via della conversione. Cari figli, vi prego, date al Signore tutto il vostro passato, tutto il vostro male che si è accumulato nei vostri cuori. Desidero che ognuno di voi sia felice; ma con il peccato nessuno può esserlo. Perciò, cari figli, pregate e nella preghiera conoscerete la nuova vita della gioia. La gioia si manifesterà nei vostri cuori e così potrete essere testimoni gioiosi di ciò che Io e mio Figlio desideriamo da ognuno di voi. Vi benedico. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 3-64 Aprile 24, 1900 L’Eucaristia ed il patire.

(1) Questa mattina, avendo fatto la comunione, mi pareva che il confessore metteva l’intenzione di farmi soffrire la crocifissione, ed all’istante ho visto l’angelo custode che mi distendeva sulla croce per farmela soffrire. Dopo ciò ho visto il mio dolce Gesù che tutta mi compativa e mi ha detto:

(2) “Il tuo refrigerio sono Io, il mio refrigerio è il tuo patire”.

(3) E mostrava un contento indicibile del mio patire e del confessore, ché con la ubbidienza che mi aveva dato di soffrire gli aveva procurato quel sollievo, poi ha soggiunto:

(4) Siccome il sacramento dell’Eucaristia è frutto della croce, perciò mi sento più disposto a concederti il patire quando ricevi il mio corpo, perché vedendo te patire, mi pare che non misticamente, ma realmente continuo in te la mia passione a pro delle anime, e questo è per Me un grande sollievo, ché raccolgo il vero frutto della mia croce e dell’Eucaristia”.

(5) Dopo ciò ha detto: “Finora è stata l’ubbidienza che ti ha fatto soffrire, vuoi tu che mi diverto Io un poco col rinnovarti di nuovo la crocifissione di propria mia mano?”

(6) Ed io sebbene mi sentivo molto sofferente, ed ancor freschi i dolori della croce rinnovatemi, ho detto: “Signore, sono nelle vostre mani, fa di me ciò che vuoi”.

(7) Allora Gesù tutto contento ha incominciato a conficcarmi di nuovo i chiodi nelle mani e nei piedi, vi sentivo tale intensità di dolore, che non so io stessa come sono lasciata viva, ma però ne ero contenta che contentavo Gesù. Onde dopo che mi ha ribattuto i chiodi, mettendosi a me vicino ha incominciato a dire:

(8) “Quanto sei bella! Ma quanto più cresce la tua bellezza nel tuo patire! Oh! come mi sei cara! I miei occhi restano feriti nel guardarti, che scorgono in te la mia stessa immagine”.

(9) E diceva tant’altre cose, che sarebbe inutile il dirle, prima perché sono cattiva; secondo ché non vedendomi quale il Signore mi dice, mi sento una confusione ed un rossore nel dire queste cose, onde, spero che il Signore mi farà veramente buona e bella, ed allora scemando il mio rossore potrò descriverle, perciò faccio punto.