(1) Questa mattina, trovandomi fuori di me stessa, vedevo il mio dolce Gesù che soffriva molto, ed io l’ho pregato che mi facesse parte delle sue pene e Lui mi ha detto:
(2) “Anche tu soffri; piuttosto Io mi metto nel tuo posto, e tu fammi l’uffizio d’infermiera”.
(3) Così pareva che Gesù si mettesse nel mio letto, ed io accanto a Lui incominciavo a rivederle la testa, e ad una ad una l’ho tolto le spine che stavano conficcate. Poi sono andata al suo corpo ed ho visitato tutte le sue piaghe, le asciugavo il sangue, le baciavo, ma non avevo come ungerle per mitigare lo spasimo, quando ho visto che da me usciva un olio, ed io lo prendevo ed ungevo le piaghe di Gesù, ma con certo timore ché non capivo che cosa significasse quell’olio che usciva da me. Ma Gesù benedetto mi ha fatto capire che la rassegnazione al Divino Volere è olio, che mentre unge e mitiga le nostre pene, nel medesimo tempo è olio che unge e mitiga lo spasimo delle piaghe di Gesù. Onde, dopo essere stata per un buon pezzo di tempo a far questo uffizio al mio caro Gesù, è scomparso ed io sono ritornata in me stessa.