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Messaggio del 2 gennaio 2017:Cari figli, mio Figlio era sorgente di amore e di luce quando, sulla terra, parlava al popolo di tutti i popoli. Apostoli miei, seguite la sua luce. Farlo non è facile: dovete essere piccoli, dovete farvi più piccoli degli altri e, con l’aiuto della fede, riempirvi del suo amore. Senza fede, nessun uomo sulla terra può vivere un’esperienza miracolosa. Io sono con voi, mi manifesto a voi con queste venute, con queste parole. Desidero testimoniarvi il mio amore e la mia cura materna. Figli miei, non perdete tempo facendo domande a cui non ricevete mai risposta: al termine del vostro percorso terreno, il Padre Celeste ve le darà. Sappiate sempre che Dio sa tutto, Dio vede, Dio ama. Il mio amatissimo Figlio illumina le vite e dissipa le tenebre; ed il mio materno amore, che mi porta a voi, è indicibile, misterioso, ma reale. Io esprimo i miei sentimenti verso di voi: amore, comprensione e materno affetto. A voi, apostoli miei, chiedo le vostre rose di preghiera, che devono essere le opere di misericordia: sono quelle le preghiere più care al mio Cuore materno. Le offro a mio Figlio, nato per voi. Egli vi guarda e vi ascolta. Noi vi siamo sempre vicini. Questo è un amore che chiama, unisce, converte, incoraggia e ricolma. Perciò, apostoli miei, amatevi sempre gli uni gli altri, ma soprattutto amate mio Figlio. Quella è l’unica via verso la salvezza, verso la vita eterna. Quella è la preghiera che mi è più cara, e che ricolma il mio Cuore del profumo di rose più soave. Pregate, pregate sempre per i vostri pastori, affinché abbiano la forza di essere la luce di mio Figlio. Vi ringrazio.

Notizie dai giornali cattolici



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Incontrando 20mila aderenti al movimento del Rinnovamento nello Spirito Santo, Benedetto XVI dice che nella società di oggi, "caratterizzata dalla insicurezza e dalla frammentarietà delle scelte", nella quale "mancano spesso validi punti di riferimento a cui ispirare la propria esistenza" diventa sempre più importante costruire l'edificio della vita e il complesso delle relazioni sociali sulla roccia stabile della Parola di Dio, lasciandosi guidare dal Magistero della Chiesa". \
Leggevo, tempo addietro, una breve biografia di Santa Veronica Giuliani (1660-1727) e rimasi impressionato dal rilievo che, fin dalla più tenera età, ebbe il Crocifisso nella sua vita. Ella nutrì sempre una grandissima devozione per le sofferenze di Nostro Signore. Nella Pasqua del 1694, durante una visione, l’impronta della Corona di spine si manifestò sul capo della Santa e tre anni più tardi ricevette il dono delle Stigmate. Il suo cuore, esaminato dopo la morte, mostrò nitidamente i segni della Passione, proprio come ella aveva predetto al suo confessore. Tali straordinarie esperienze mistiche – confermate da numerosi e credibili testimoni oculari – e lo stato di estasi, pressoché continuo, che la accompagnò lungo la sua esistenza, non le impedirono di essere una ottima religiosa, equilibrata e di gran senso pratico.
A 267 anni dalla sua fondazione, il Santuario del Divino Amore è ancora il principale luogo di devozione mariana a Roma. Tutto inizia nel 1740, quando, nella campagna lungo la via Ardeatina, un contadino viene assalito da una torma di cani rabbiosi. Il poveruomo, rivolgendo lo sguardo su un’icona della Vergine Maria, posta sulla torre di un castello poco distante, supplica la Madonna di essere risparmiato da morte certa. Viene esaudito: improvvisamente i cani si danno alla fuga, cambiando direzione.
Pubblichiamo l'introduzione di Massimo Introvigne al Convegno nazionale Vent’anni dopo. Il Catechismo della Chiesa Cattolica per la nuova evangelizzazione, che si è svolto il 19 maggio scorso a Roma.
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.