Ogni articolo del testo di legge contiene un’insidia, ma prendiamo l’art. 8 per esaminare un ambito poco considerato nel dibattito: si parla di «misure relative all’educazione e all’istruzione, al lavoro, alla sicurezza, anche con riferimento alla situazione carceraria, alla comunicazione e ai media». Il punto relativo al lavoro che parla di quote, agevolazioni, voucher, formazione Lgbt nasconde un business pericoloso per le imprese.
Nell’ultimo paese europeo in cui l’aborto è un crimine, di fronte alla proposta di legalizzarlo, il presidente George Vella ha dichiarato: “Non posso impedire all'esecutivo di decidere, ma ho la libertà, se non sono d'accordo, di dimettermi, non ho problemi a farlo, non ci sono mezze misure per l'omicidio, non ci sono ‘se’ e ‘ma’". Il parlamento ha poi bloccato la proposta e così Vella ha sconfessato la strategia perdente del male minore.
A 43 anni dall’approvazione, una delle poche certezze, è che la Legge 194 è stata un totale fallimento. Pro vita & famiglia presenta il primo studio sui costi economici e sociali dell'aborto: spesi circa 120 milioni all'anno. E con l'aborto domestico da RU 486 tornano anche gli aborti clandestini che si diceva di voler eliminare approvando la legge. Nasce un osservatorio permanente sull'applicazione della 194.