«Se chiudo gli occhi immagino Chiara felice, serena. Magari ci sta guardando mentre siamo qui per raccontare la sua storia e sorride come ha sempre sorriso». Padre Vito D’Amato, frate minore francescano, racconta dodici anni di vita con Chiara e con il marito Enrico. Il primo incontro ad Assisi. La prima confessione. I lunghi confronti sulla fede. Gli affetti. La malattia. La morte. La vita eterna. Lui, il padre spirituale di Chiara, parla lentamente. E le prime parole sembrano quasi un ammonimento: «Pensiamo ai santi come a eroi, come persone capaci di fare cose speciali. No, non è così, l’esperienza di Dio non è mai scontata». Siamo arrivati sulla costa romana per capire chi era Chiara Corbella e che cosa è stata la sua vita. Per trovare una risposta a tanti interrogativi. Per riflettere sulla forza dell’Amore che vince sulla morte. E da qui partiamo.
Oggi inizia la Novena dell'Assunzione della Beata Vergine Maria.
L'abito non fa il monaco? In teoria, ma in pratica no. Non è estetica, ma sono in gioco la visibilità della Chiesa come città sul monte, il prete come icona di Gesù Cristo e come colui che interpella il mondo; mentre il prete/religioso non riconoscibile è “sacramento” di una Chiesa totalmente immersa nel mondo con fedeli e preti “cristiani anonimi” di ranheriana memoria, una Chiesa che secondo il linguaggio impietoso delle statistiche vocazionali e della frequenza alla Messa non si rigenera e solo decresce.
La Chiesa beatificherà il vescovo Angelelli, morto nel 1976 in Argentina. "Ucciso dalla dittatura perché stava con gli oppressi", è la motivazione; "No, fu un vescovo settario, vicino ai terroristi e vittima di un incidente stradale, l'omicidio non ha prove". Il principale quotidiano argentino scende in campo contro la beatificazione voluta da Papa Francesco e apre il caso: un'elevazione agli altari che divide e dove è contestato l'odium fidei che sta alla base del martirio.