Nell'isola tempio della gay culture tocca di assistere anche all'atto blasfemo più osceno: decine di drag queen utilizzano la chiesa parrocchiale come camerino. Poi si fanno fotografare sorridenti sull'altare sotto lo sguardo del crocifisso. E non è finita: ad aprire le porte il parroco, che ha posato "gaio" con loro. Il silenzio della diocesi sull'obbligo di riparare a un atto così sacrilego che mostra l'indegnità di certi pastori.