Ho pensato di camminare ripiegato su me stesso per non offendere la sensibilità di coloro che non sono alti, di farmi leggere le notizie sui giornali per non offendere la sensibilità di coloro che non sanno leggere, di passare qualche ora al Pronto Soccorso per non offendere la sensibilità di coloro che non stanno bene. Sono pazzo? Forse, o forse la mia mente si adegua alla scempiaggine imbandita dal buonismo “politically correct”.
“Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.”, così Isaia profetizza la nascita di Colui che verrà a redimere l’umanità separata da Dio a causa del peccato originale.
Ma chi era quella vergine? Siamo talmente abituati ad ascoltare questa profezia e a pensare a Maria come la Madre di Nostro Signore che non ci soffermiamo più a riflettere sulla meraviglia che Dio ha creato per la nostra salvezza.
Le notizie sulla sua famiglia e la sua infanzia le troviamo negli scritti della beata Anna Caterina Emmerick. Sappiamo così che per parte della madre Anna era imparentata con gli Esseni, ebrei eremiti che abitavano nelle caverne dell’Oreb, il monte su cui si rifugiò il profeta Elia. All’epoca della nascita della Madonna essi pregavano molto per l’avvento del Messia e su quel monte nella seconda metà dell’XI secolo nacque l’Ordine mariano dei Carmelitani.