Seul 1988, finale dei 1500. C'è un vincitore annunciato, il britannico Steve Cram, argento quattro anni prima a Los Angeles. Lo applaude il pubblico, lo osanna lo speaker di turno. Invece, a due giri dalla fine, un anonimo kenyano, Peter Rono, prende il largo: non strapazza gli avversari, ma quelli proprio non riescono ad avvicinarsi. Il suo coach se la ride: si chiama Colm O'Connell, è un frate irlandese. Anche per lui è il primo trionfo alle Olimpiadi, da allenatore. Ne arriveranno altri quattro, l'ultimo con David Rudisha, che a Londra 2012 ha stabilito il nuovo record del mondo negli 800 metri.
Non c’è più traccia degli Abba che cantano Hasta mañana con lo sguardo struggente della biondina anni settanta che ha fatto innamorare mezza Europa. Forse quello è stato l’ultimo addio che ha unito in un fremito il popolo svedese. Perché dopo, nella patria del progresso e della protestantizzazione scientifica, la Svezia ha assistito ad uno sviluppo inversamente proporzionale: maggiore erano il benessere e gli standard qualitativi della pubblica amministrazione e della società in generale, minore era la felicità dei suoi abitanti.