Il prossimo per la confessione!”
Ero in Nicaragua viaggiando alla volta del Guatemala quando ho sentito questo invito gridato in spagnolo in un santuario. Era il mio secondo soggiorno in America Latina. In occasione della mia prima visita avevo avuto un’esperienza di conversione ed ero passata dall’essere atea a credere in Dio. La seconda volta, un anno dopo, ho ricevuto per la prima volta in oltre una dozzina di anni quello che il Catechismo definisce il “sacramento della conversione” (CCC 1423).
Quando ho ascoltato per la prima volta l’invito del sacerdote ho esitato ad accettare. Il mio spagnolo non era così buono, e sapevo che sarebbe stato imbarazzante riferire la mia lunga lista di peccati in un’altra lingua. Mille preoccupazioni mi frullavano per la testa fin quando i miei pensieri si sono fusi in una decisione improvvisa di balzare in piedi e andare a riempire quella sedia vuota. I peccati mi sono usciti dalla bocca, e l’anziano sacerdote ha cercato con impegno di comprendere il mio spagnolo rudimentale. Poi mi ha dato l’assoluzione. Sono stata invasa dal sollievo. Ne avevo bisogno, e non lo sapevo nemmeno.
Il libro “24 ore con Gesù. Corso intensivo di Beatitudini (con salvataggio del mondo incluso)” di don Diego Goso (San Paolo edizioni) racconta l’avventura piena di umorismo di don Marco, un sacerdote appassionato di pancetta e patatine fritte, che vive la straordinaria esperienza di un viaggio di 24 ore con Gesù.
L’inaspettato incontro avviene all’interno di un fast food dove si registra l’incidente più tragico che possa accadere in un posto del genere: non ci sono più patatine da friggere! E a questo punto che interviene uno strano personaggio che risolve a modo suo il problema e invita don Marco a seguirlo. Dopo un’iniziale titubanza, il sacerdote decide di seguire quello strano ragazzo che ha finalmente identificato come Gesù per “aiutarlo a salvare il mondo in meno di 24 ore”: questo percorso si rivelerà ricco di sorprese, incontri e… un “aggiornamento” delle beatitudini.
Padre Jacques Clemens, belga, ha compiuto 107 anni questo lunedì 11 luglio, e ha celebrato la Messa come fa da 80 anni nella chiesa di San Benedetto a Bultia. È il sacerdote più anziano del mondo.
Nella religione cattolica, la Messa è una cerimonia che consiste nel sacrificio del Corpo e del Sangue di Cristo che il sacerdote rinnova sull’altare sotto le specie del pane e del vino.
Padre Clemens ha così rinnovato il suo servizio sacerdotale in una semplice Messa mattutina. Ogni settimana celebra l’Eucaristia domenicale alle 9.30 nella parrocchia che ha fatto costruire più di mezzo secolo fa.
Il sacerdote ha una memoria perfetta; ha solo un piccolo problema d’udito, come riconosce egli stesso. Ricorda ancora con nostalgia il periodo degli studi e spiega con una lucidità straordinaria: “Nel 1930 ho fatto il noviziato e ho ricevuto la tonaca”.
Padre Jacques ha l’“odore delle pecore”, parafrasando papa Francesco, che considera il sacerdozio un servizio anziché un privilegio. Fino all’anno scorso, il longevo sacerdote ha guidato la sua comunità, a Nalinnes, nella provincia di Hainaut, nel sud del Belgio.
Nel centro storico di Acireale, a pochi passi da piazza Duomo, da vent’anni esiste una struttura che si occupa di offrire sostegno materiale e spirituale ai più bisognosi: è il centro di accoglienza “Casa sollievo San Camillo”, inaugurato il 13 luglio 1996.
Gestito dai religiosi Camilliani con il contributo delle suore Ministre degli Infermi di San Camillo e della Famiglia camilliana laica, il centro nacque da un’esigenza del territorio acese, ricco di istituti religiosi, ma privo di un luogo che potesse garantire un pasto caldo, la possibilità di fare una doccia e di avere biancheria pulita. Ecco quindi che, dove prima esisteva una casa di riposo per anziani, si costituì uno spazio di accoglienza che ancora oggi si mantiene grazie alla carità dei benefattori e al contributo annuale dell’8 per 1000 alla Chiesa cattolica.
A Roma in questi giorni le tre storiche Arciconfraternite sorte per la devozione della Madonna del Carmelo hanno già iniziato i festeggiamenti
Nell’ultimo anno Oltremanica oltre mille casi di bambini sottoposti a terapie per “disforia di genere”, anche la scuola si adegua eliminando uniformi e distinzioni in base al sesso dai bagni
L’Arcivescovo emerito di Bologna ha ricordato in un’omelia l’eredità del card. Biffi e la sua attenzione per le sorti dell’Europa, il cui patrono San Benedetto si commemorava proprio ieri
Una ragazza di 14 anni è stata sequestrata con la scusa di un posto di lavoro. Il padre ha sporto denuncia e poi è stato convinto a ritirare l’accusa con la promessa di riavere indietro la figlia. Ma è stato ucciso a sangue freddo mentre andava a riprenderla. La moglie e le altre tre figlie vivono nella paura di ritorsioni. Chiedono l’aiuto del popolo di Dio.
Maya Karmokar vive con la madre anziana nel villaggio di Kajura. I parenti riferiscono che la donna non ha nemici. Dopo l’aggressione è stata ricoverata d’urgenza in ospedale, ma poi è tornata a casa perché non ha i soldi per pagare le cure. I cattolici locali sono circa 4mila, in maggioranza poveri e bisognosi.
La sua esultanza era pacata e sobria ed è passata in secondo piano perché al suo fianco aveva come inaspettato secondo allenatore un Cristiano Ronaldo azzoppato in panchina dopo l’infortunio nella finale dell’Europeo di San Denis. Che di fatto gli ha rubato la scena nell’incitare gli 11 in campo contro la Francia. Mattatore l’uno, gregario il secondo, la vittoria del Portogallo agli Europei ci ha consegnato la strana coppia alla guida della nazionale lusitana. E se CR7 ha potuto coronare il suo sogno di alzare al cielo il suo primo trofeo continentale di nazionale, che al suo rivale di sempre Leo Messi non è stato concesso, anche il tecnico della nazionale portoghese Fernando Santos può a ben diritto dire di aver coronato un sogno.
«Non dimenticherò mai il battito delle sue palpebre appena accennato, il lento e affaticato movimento delle sue piccole braccia e gambe. Mia figlia Aurora, forse, voleva farsi vedere forte e coraggiosa quando al cambio del pannolino tentava di ribellarsi e di evitare quei lievi spostamenti che i neonatologi e le infermiere la costringevano a fare. Ricordo ogni singolo particolare, ogni minuto o meglio oserei dire, ogni secondo della sua breve esistenza durata solo 23 giorni. Aurora infatti è venuta al mondo il 17 marzo 2015 per poi andarsene l’8 aprile 2015 dopo un’estenuante lotta per la sopravvivenza», racconta Monica Samaritani, la sua mamma.
Quest’anno i Dinka e i Nuer del Sud Sudan hanno celebrato il quinto anno d’indipendenza del Paese nel modo più sciagurato: violando gli accordi di pace e riaprendo le ostilità. Il 7 luglio, due giorni prima dell’anniversario, c’è stato un primo scontro a fuoco nella capitale Juba tra soldati fedeli al presidente Dinka, Salva Kiir, e al vice-presidente Nuer, Riek Machar.