Sono messaggi estremamente attuali e pertinenti con la modernità e la crisi di fede nella Chiesa quelli che la Vergine del Rosario di San Nicolas in Argentina ha affidato alla veggente Gladys Quiroga de Motta tra il 25 settembre del 1983 e l’11 novembre 1990. 1804 messaggi che la Madonna ha chiesto venissero resi pubblici. Recentemente la Diocesi di San Nicolas de los Arroyos, retta dal vescovo Domingo Salvador Castagna ha allestito un portale dove i messaggi sono classificati cronologicamente e tematicamente.
Sono bastati tre secondi nel nuovo trailer di Alla ricerca di Dory, il sequel del film premio Oscar con protagonista il pesciolino pagliaccio Nemo, per accendere il dibattito: è una famiglia arcobaleno quella che si vede nelle nuove immagini del film di Andrew Stanton e Angus MacLane?
Secondo molti osservatori sembrerebbe proprio di sì. Hank, il polipo amico di Dory, al parco si imbatte infatti in una bambina i cui genitori sarebbero due donne. Non più di tre inquadrature, il tweet di Matthew Gottula che si definisce un appassionato di parchi a tema, e in poche ore la notizia fa il giro del mondo.
Nella sua autobiografia, Eric Clapton scrive di un momento di grande sofferenza che ha attraversato mentre era in fase di recupero dal consumo di droghe, nel 1987:
“Ero completamente disperato. Nella privacy della mia stanza, ho chiesto aiuto. Non sapevo a chi pensassi di parlare, sapevo solo che non ne potevo più… e inginocchiandomi mi sono arreso. Pochi giorni dopo ho capito che avevo trovato un luogo a cui rivolgermi, un luogo che avevo sempre saputo che era lì ma a cui non avevo mai veramente voluto credere, o di cui pensavo di non aver bisogno. Da quel giorno, non ho mai smesso di pregare al mattino, in ginocchio, chiedendo aiuto, e la sera, per esprimere gratitudine per la mia vita e soprattutto per il fatto di essere sobrio”.
«Conoscevo bene Veronika, era una suora completamente dedicata all’opera di Dio che dirigeva, il St Bakhita’s Medical Centre di Yei». Don Daniele Moschetti, sacerdote comboniano in Sud Sudan, racconta tempi.it l’omicidio di suor Veronika Rackova, la religiosa slovacca, delle Missionarie dello Spirito Santo, uccisa il 16 maggio scorso da una pattuglia dell’Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese (Spla, l’ex movimento di guerriglia che, dopo l’indipendenza del paese nel 2011, ha preso il potere): «È stata una martire del suo servizio. Chiamata nel cuore della notte per assistere una donna partoriente, è tornata a casa sull’ambulanza da sola per permettere all’autista di riposarsi. Mentre viaggiava, i soldati hanno sparato ad altezza d’uomo». Le ragioni dell’agguato sono sconosciute, «ma si sa che la notte è sconsigliato viaggiare, visto che i soldati, che dovrebbero garantire la sicurezza, sono spesso ubriachi e autori di violenze. Sappiamo che hanno bruciato case, violentato donne e bambini, rubato. Eppure Veronika ha compiuto la sua missione».
«Amatevi come io vi ho amato. Veglie 2016 per le vittime dell’omo-transfobia e dell’intolleranza». È lo slogan che campeggiava il 21 maggio scorso su muri di Catania, in un colorato poster dove alcuni ragazzi e ragazze univano le dita indice e pollice delle due mani con quelle degli altri a formare una coreografica croce. La quale, ripresa dal basso, inquadrava significativamente il cielo. La cittadinanza era chiamata a «vegliare» in una parrocchia (cito) «in contemporanea con altre veglie nell’Italia e nel mondo».
Come sanno quelli che sono usi leggermi non amo i numeri, perciò non attendetevi una snocciolata di cifre e statistiche: non ho contato quante sono le iniziative analoghe in Italia e nel mondo, né quante siano le «vittime» per cui i catanesi hanno vegliato. Non so nemmeno, a dire il vero, se hanno pregato durante la veglia, ma parrebbe di sì, vista l’autorevole citazione evangelica. L’iniziativa, come da poster, era allargata anche ai protestanti luterani, battisti ed evangelici nonché all’associazione genitori, parenti e amici di omosessuali. Ovviamente, ospitati dai cattolici, perché sempre i più “accoglienti” (o perché dispongono di locali più larghi? probabilmente tutt’e due).
Con la sessione iniziata ieri in Giappone torna con forza alla ribalta il gruppo delle sette maggiori economie industriali dell’Occidente (e del mondo), o G7. L’incontro consacra il suo ritorno sulla scena dopo che si è concluso il periodo in cui dapprima con l’aggiunta della Russia era divenuto G8, e dopo che Obama ha provato a metterlo da parte preferendogli un G20 sotto l’égida congiunta di Stati Uniti e Cina. L’evento segna insomma una svolta tutt’altro che secondaria nella politica estera degli Stati Uniti al concludersi della presidenza Obama: si tratta in sostanza di una marcia indietro, così sempre assai abilmente mascherata, rispetto alla politica, in cui il presidente Usa ora in scadenza si è a lungo impegnato, di ricerca di nuovi equilibri strategici alternativi allo storico rapporto privilegiato di Washington con le altre maggiori potenze industriali del globo.
«È dalla comunione in famiglia che nasce la Chiesa». Non è un proclama quello di don Giuseppe Nevi, il sacerdote di 55 anni che da 14 è responsabile della pastorale familiare della diocesi di Cremona, ma una realtà i cui frutti sono sotto gli occhi di tutti: sposi che, educati alla scoperta del «dono potente del sacramento nuziale», fanno della loro unità «una comunione di famiglie vissuta come una missione». E non c'è progetto umano, n'è strategia mondana che abbia prodotto frutti così copiosi anche per le parrocchie della diocesi, ma solo la fede in Dio.
«Come Vescovo diocesano competente a tale tipo di istruzione; motivato da un senso di giusta coscienza (…) riconosco il carattere soprannaturale dei felici eventi con cui Dio per mezzo della sua figlia prediletta, Gesù attraverso la Sua Santissima Madre, lo Spirito Santo per mezzo della Sua diletta Sposa, ha voluto manifestarsi amorosamente nella nostra diocesi».
Domenica 22 maggio, Mons. Héctor Cardelli, vescovo di San Nicolás (a nord di Buenos Aires, Argentina), ha confermato il carattere soprannaturale per gli “eventi mariani” accaduti a partire dal 25 settembre 1983, quando la veggente, Gladys Motta, vide apparire la Vergine vestita di azzurro e con il Bambino in braccio; entrambi avvolti da una straordinaria luce. L'apparizione era stata preceduta da una serie di fatti straordinari, in particolare molte corone del Santo Rosario avevano cominciato a brillare in molte case dei fedeli della città di San Nicolás, quasi ad anticipare quanto sarebbe accaduto di lì a poco. Da quel 25 settembre numerosissime sono state le apparizioni e molti i messaggi.