Cosa c’entra il referendum costituzionale con le unioni civili e la difesa del diritto naturale? È l’interrogativo che pongono con sempre più insistenza alcuni gruppi e movimenti cattolici e pro-famiglia guardando, con malcelato fastidio, all’annunciato impegno del Comitato promotore del Family-day per la campagna per il ‘No’ al quesito referendario di ottobre.
Sono diventata cattolica come ha fatto San Paolo: dal momento in cui ho incontrato Cristo, tutto è cambiato. Avevo un fidanzato, quattro figli e tre figliastri. Ero sicura che dopo essermi sposata per la Chiesa cattolica tutti intorno a me avrebbero visto le differenze che si erano verificate nella mia vita e che sarei stata cattolica per sempre.
Pensavo che la mia conversione fosse l’inizio del mio “e vissero felici e contenti”, indipendentemente da quanto fosse stata problematica la mia vita prima dell’adesione alla Chiesa.
Ma non è quello che è successo.
Beato Federico Ozanam, fondatore della famosa Società di San Vincenzo de Paoli, ci dice che la sua fede si è rafforzata dopo aver visto un grande uomo in preghiera. All’età di 19 anni, il famoso scrittore Federico Ozanam è stato mandato dai genitori a studiare all’Università di Parigi. Durante la sua permanenza ha avuto la grande fortuna di incontrare il celebre scienziato André Ampère.
“Un giorno”, racconta Ozanam, “triste e sopraffatto dai miei problemi, sono entrato nella Chiesa di San Esteban per cercare un po’ di conforto. La chiesa, quasi vuota, era in silenzio. Davanti all’altare c’era un uomo umilmente inginocchiato, immerso nella preghiera del Rosario. Avvicinandomi mi sono reso conto che si trattava di Ampere . Dopo aver contemplato un attimo quella scena mi sono ritirato, profondamente commosso e più vicino a Dio”.
Era sorda fin dalla nascita ma l’11 maggio scorso, verso le 20.30, si è tolta le protesi e le ha date alla madre dicendole così: «Non mi servono più, ci sento». La piccola era in pellegrinaggio a Lourdes insieme alla mamma, alla nonna e al fratellino. A raccontare a tempi.it la storia di quello che è successo è Giuseppe Secondi, responsabile della sezione Unitalsi di Milano Sud-Ovest, che ha condotto il pellegrinaggio cui la piccola ha partecipato.
«I miei carcerieri mi hanno tolto tutto, ma c’era qualcosa che non potevano strapparmi via: la mia coscienza e la mia fede». Armando?Valladares, 79 anni, ex prigioniero di coscienza sotto il regime comunista di Fidel Castro, ha ricevuto settimana scorsa la Medaglia Canterbury 2016 dal Fondo Becket per la libertà religiosa a New York per «il coraggio dimostrato nella difesa della libertà religiosa».
Quando le campane dell’Università cattolica di Lovanio rintoccano le note di Imagine per commemorare le vittime degli attacchi di Bruxelles, e quando preti e suore francesi si mettono insieme per creare Ennéacath, rete di esperti cristiani per diffondere l’utilizzo dell’enneagramma, perché come scrive suor Marie Dolores Marco, questa pratica psicologica di origine esoterica permette di «riscoprire con piacere la facilità di rivolgersi allo Spirito Santo quando si prega», si capisce al volo che l’islam non è l’unico monoteismo malato ai nostri giorni.
Iraq, un’altra meraviglia archeologica è stata distrutta dai bulldozer dell’Isis. Le antiche mura di Ninive, nell’odierna Mosul, sono state in parte spianate. Avevano resistito al tempo, 2700 anni di storia, con le loro merlature, porte e preziosi bassorilievi. Ora sono un cumulo di macerie, stando le foto diffuse nei siti della propaganda jihadista. E l’Isis non è più tenero con gli esseri umani, naturalmente. Coloro che hanno la sventura di vivere sotto il regime jihadista sono ora sottoposti a una pressione ancora peggiore, anche a causa dei rovesci militari subiti dallo Stato Islamico.
Due degli undici principi sulla materia, teorizzati dal ministro della Propaganda del III° Reich Joseph Goebbels, erano: «il principio dell’esagerazione e del travisamento», con «il trasformare qualunque aneddoto, per piccolo che sia, in minaccia grave», ed «il principio di orchestrazione», cioè «limitare la propaganda a un piccolo numero di idee e ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto».
Quali che siano i motivi immediati che l’hanno spinta a prendere posizione al riguardo, si deve riconoscere al ministro Beatrice Lorenzin il merito di aver portato alla ribalta dell’Italia ufficiale il cruciale problema del declino demografico del nostro Paese (come peraltro di buona parte del mondo), rompendo un tabù sin qui rigorosamente osservato sia dal potere politico che dal potere mediatico. Non condividiamo la sua analisi dei motivi di tale declino, ma quell’originario merito resta.