“Tutto è successo in parrocchia. Mio figlio frequentava tutti i sabati l’oratorio; siamo una famiglia credente ed eravamo molto attivi in parrocchia”. La mamma di Alessandro (nome di fantasia) racconta con precisione e delicatezza al tempo stesso. Oggi Alessandro frequenta le scuole medie. Fin da piccolo frequenta l’oratorio. Tre anni fa, un sabato, il papà lo va a prendere un po’ prima del solito all’oratorio, quando le attività sono ancora in corso, ma “il bambino non si trova”. Alla fine “lo trovano dentro a un bagno…” con uno degli educatori. Il parroco cerca di minimizzare l’accaduto come “ragazzata” ma da quel momento i genitori diventano molto vigili. Passano pochi giorni, la televisione trasmette una notizia sugli abusi sui minori: “Mi disse di spegnere perché non voleva sentire”. A quel punto la mamma deve capire: “Ho cercato di rassicurarlo, facendogli capire che la famiglia c’era. Gli ho detto: mamma e papà sono qua per aiutarti, stanno sempre al tuo fianco, per ascoltare i tuoi dolori, i tuoi pesi e aiutarti a portarli”. A quel punto “lui ha fatto un sospiro di sollievo e ha detto: mamma io sono stato abusato”.
“Grato al Santo Padre e grato alle famiglie”. Risponde di getto Kiko Argüello alla domanda su quali siano i suoi sentimenti subito dopo la grande udienza di oggi con Papa Francesco, in Aula Paolo VI, un appuntamento che il Pontefice concede ormai ogni anno al Cammino Neocatecumenale. Intervistato da ZENIT, l’iniziatore di questo itinerario per la riscoperta delle promesse battesimali – come ha ricordato oggi il Santo Padre – racconta l’opera che ormai da 50 anni “lo Spirito Santo compie attraverso di noi”, specie attraverso queste famiglie missionarie che stanno portando un annuncio di fede in tutti i cinque continenti, in zone difficili dove si consumano quotidianamente tragedie come l’aborto e dove la famiglia e la Chiesa sono “sotto attacco”. Di seguito l’intervista.
Mark Kenney era il sagrestano della cattedrale di Santa Cecilia, a Omaha (Nebraska, Stati Uniti). Lo scorso 29 gennaio, di primo mattino, è entrato in chiesa e servendosi di un paio di cesoie ha tagliato i cavi che tenevano sospesa, sulla navata, una gigantesca bambola raffigurante Mary Poppins con ombrello di rito aperto. Subito dopo è entrato in una cappella (la Nash Chapel) e ha fatto a pezzi una gigantografia di Buddha. Elementi che avevano "addobbato" la cattedrale in occasione del locale "Festival dei fiori". Il parroco, Michael Gutgsell, appena accortosi dello scempio ha chiamato il sagrestano – pacifista convinto tanto di aver passato un po' di tempo in prigione per aver protestato in diverse basi militari contro le armi nucleari – chiedendogli se avesse visto quanto accaduto: "Padre sono stato io, chiami la polizia". Polizia che è arrivata, l'ha arrestato e gli ha fatto passare una notte in cella. Mandato a processo, la sentenza è attesa per il prossimo 24 marzo, "Giovedì santo" ha notato subito Kenney.
Almeno 500 nigeriani in maggioranza cristiani sono stati uccisi secondo l’International Christian Concern (Icc) solo nel mese di febbraio nello stato di Benue, in una serie di attacchi perpetrati dai Fulani, un’etnia a maggioranza musulmana dedita prevalentemente alla pastorizia. Il Morning Star News ha intervistato Steven Enada, attivista impegnato a fermare il massacro dei contadini cristiani della provincia di Agatu, che va avanti dal 2000 e fa ogni anno centinaia di vittime: «Nelle ultime tre settimane – ha detto Enada l’11 marzo scorso – Aku, Odugbeho, Aila, Okokolo e Ikobi sono state totalmente distrutte e oltre 300 persone sono state uccise. Abbiamo trovato cadaveri sparsi sui campi come se fosse stata combattuta una guerra».
«Daesh è genocida per sua stessa ammissione, ideologia e azioni, in quello che dice, crede e fa». Così il segretario di Stato americano John Kerry ha confermato il voto della Camera dei rappresentanti (393 a favore e zero contrari) e ha definito «genocidio» i crimini commessi dallo Stato islamico contro cristiani, yazidi e musulmani sciiti. Il Parlamento europeo aveva già preso il mese scorso una decisione simile.
«Grazie alla loro fedeltà erano al posto giusto nel momento giusto, pronte all’arrivo dello Sposo». Il martirio delle quattro missionarie della carità, avvenuto lo scorso 4 marzo ad Aden, nello Yemen, è stato raccontato così a suor Rio da suor Sally, superiora del convento e unica religiosa sopravvissuta al massacro. La cronaca dei fatti è stata poi messa nero su bianco da suor Adriana e riportata dal National Catholic Register.Le cinque donne, dopo aver partecipato alla Messa quotidiana e dopo aver fatto colazione, si erano riunite nuovamente per la preghiera di apostolato recitata ogni giorno alle otto, per poi tornare presso la casa in cui accudivano i malati. Alle 8.30 gli uomini dell’Isis «vestiti di blu sono entrati hanno ucciso le guardie e l’autista», ha scritto suor Adriana. Allarmati, cinque cristiani etiopi «hanno cominciato a correre per avvertire le suore che l’Isis voleva ucciderle». Ma «legati agli alberi, freddati con un colpo in testa e lasciati con la testa fracassata» sono stati uccisi. Le suore sono scappate a due a due in differenti direzioni, mentre la superiora correva al convento per avvisare padre Tom. Intanto quattro dipendenti gridavano: «Non uccidete le suore, non uccidete le suore!». Anche loro sono stati assassinati. I fondamentalisti hanno quindi raggiunto suor Judith e suor Reginette, «le hanno legate, hanno sparato nelle loro teste e le hanno frantumate». La stessa scena si è ripetuta immediatamente in seguito, quando anche suor Anselm e suor Marguerite sono state massacrate. Suor Adriana ha parlato di un gesto dettato dall’ira del diavolo, un richiamo al passaggio biblico in cui si dice che la Madonna «schiaccerà la testa del serpente».
Ormai si assiste ad un'invasione di corsi gender oriented in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Il Comitato del Family Day presenta un epsosto al ministro Giannini per chiedere di intervenire nei confronti di tre progetti discutibili su sessualità e gender mentre a Milano l'Associazione l'Ombelico dà persino i compiti a casa ai bambini della primaria per studiare l'eccitazione sessuale. L'allarme di Gandolfini: «Il ministero preda una posizione chiara di condanna rispetto a derive ideologiche di questo genere».
Incontrando le comunità dei cinque continenti, Francesco invia 57 nuove missio ad gentes, composte da circa 270 famiglie pronte ad annunciare il Vangelo nelle zone secolarizzate del mondo. E assicura: “”Io rimango qui ma col cuore vengo con voi”