Elena Kowalska nasce il 25 agosto 1905 a Glogowiek, un paesino della Polonia centrale. La sua famiglia è povera e numerosa. Compiuti sedici anni, è costretta a lasciare la casa paterna per andare a servizio come domestica. L'anno seguente torna a casa per chiedere ai genitori il permesso di poter entrare in convento. Ciò che ottiene non è altro che un categorico rifiuto. Senza troppe obiezioni torna al suo precedente lavoro. Durante una festa da ballo, tuttavia, le accade qualcosa di assolutamente straordinario: le appare Gesù, flagellato, spogliato delle vesti, tutto coperto di ferite. Sconvolta da questa visone, decide di entrare in convento senza più esitazioni. Gesù non smetterà più di farle visita, anche se, ad eccezione del suo confessore, saranno pochissimi a credere nell'autenticità di quanto le sta accadendo. Lei però non si perde d'animo e cerca di raccontare nel suo diario i suoi incontri con Gesù, che la nomina "segretaria" della Sua Misericordia infinita.
In occasione dell’8 marzo, festa della donna, riemerge l’idea di ordinare le donne cardinali. E questa volta lo spunto proviene dalla Germania, e addirittura dal sito ufficiale della Conferenza Episcopale tedesca, una fonte continua di prese di posizione e iniziative spesso sorprendenti. Il sito pubblica un’intervista con Gudrun Sailer [nella foto].
Nell’edizione di ieri sera (11 marzo ndr) del telegiornale di TV2000, Pina Cataldo ha raccolto una testimonianza molto forte: una delle ultime lettere che le Missionarie della Carità uccise ad Aden una settimana fa, insieme ad altre dodici persone, avevano inviato alle loro consorelle. Una lettera in cui si parla della guerra, delle grandi sofferenze ma anche della fede che le spingeva a restare comunque lì, accanto ai più poveri. Suor Serena, Missionaria della Carità, legge nel video il testo che riportiamo qui sotto.
Il Popolo della famiglia, il partito fondato da Mario Adinolfi e Gianfranco Amato, ha superato il primo scoglio rappresentato dal vertice chiarificatore con il comitato Difendiamo i nostri figli, che si è chiuso ufficialmente con un documento unitario.
Nel testo, firmato da tutti i componenti del movimento che ha messo in piedi i due Family Day di giugno e gennaio, vengono ribadite “unità di intenti, comunione e amicizia tra tutti i suoi membri pur nella distinzione, ovvia, tra attività del comitato e del movimento che si riconosce nei valori espressi dal Family Day”. Una distinzione formale, che lascia così il comitato svincolato da qualunque opera di padrinaggio politico.
Le unioni cosiddette civili assomigliano talmente al matrimonio che non si capisce perché i sostenitori e rivendicatori e richiedenti a gran voce si rifiutino di chiamarle matrimonio. Anzi, non si capisce perché duplicare un istituto già presente, sputato, nel codice e che si chiama matrimonio. Qualcuno dice che i sostenitori-rivendicatori-richiedentiagranvoce vogliano, sì, i vantaggi del matrimonio ma senza assumersene gli oneri.
Aborto, omosessualità, utero in affitto, fecondazione artificiale, eutanasia sono ormai i temi al centro dell'attacco antropologico moderno. Eppure uno dei fattori più diffusi e disgreganti la persona, la famiglia e quindi la società è la pornografia. Se ne parla pochissimo, ma la crescita dell'industria “hard-core”, che coinvolge sopratutto gli Stati Uniti d'America, ha portato il parlamento dello Utah ha votare a fine febbraio una risoluzione in cui la pornografia viene definita addirittura come una «crisi per la salute pubblica». Il senatore Todd Weiler, autore della risoluzione, ha spiegato che questo fenomeno ha un forte «impatto sulla gioventù e sull'indebolimento della famiglia». Basti pensare che già tredici anni fa, nel 2003, l'American Academy degli avvocati matrimonialisti rivelò che nel 58 per cento delle cause di divorzio si riscontravano problemi di dipendenza dalla pornografia da parte di uno degli sposi.
Circa 300 sono i posti del Centro convegni del Palazzetto delle Carte Geografiche e 300 sono i guerrieri spartani di re Leonida evocati in apertura del discorso pronunciato da Mario Adinolfi alla convention costituente del Popolo della Famiglia.
Il direttore de La Croce si rivolge ad una platea di fedelissimi ricordando loro i greci liberi che si opposero all’esercito di Serse alle Termopili, un sacrificio necessario per fermare una tirannia barbarica, lo stesso sacrificio che è richiesto ora per fermare la “deriva antropologica che trasforma l’essere umano in merce”.
«Unendo gli studi della scienza postcoloniale femminista e l’ecologia politica femminista, il contesto glaceologico femminista genera robuste analisi di gender, di potere e di epistemologia in sistemi socio-ecologici dinamici che in questo modo comportano una scienza e interazioni uomo-ghiaccio più giuste ed eque».
Qualche tempo fa sulla Bussola mi interrogavo su quale fosse il denominatore comune fra Renzi, Cameron e Hollande: una prova di forza violenta, insolente, contro tutto il mondo cattolico (mondo che non è espresso in parlamento ma che esiste), come quella imposta col voto di fiducia sui simil-matrimoni omosessuali, non sembrava una scelta ragionevole, tanto più che il Renzi nel 2007 aveva pubblicamente sostenuto il Family Day.
Giovedì prossimo, 17 marzo, verrà inaugurato a Gerusalemme la prima sezione del Terra Sancta Museum. A meno di dieci anni da quando si cominciò a parlarne, malgrado tutto ciò che frattanto è accaduto nel Vicino Oriente e malgrado l’impatto della crisi economica internazionale sulle disponibilità dei potenziali donatori, la Custodia di Terra Santa, la sua ong Pro Terra Sancta e lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme sono dunque riusciti a completare la prima fase del progetto.