«Credo che il rosario sia la preghiera più potente», scrive nell’introduzione al suo libro “Il mio rosario” (Edizioni San Paolo) Padre Gabriele Amorth, forse l’esorcista più conosciuto al mondo. Ha dedicato gran parte dei suoi libri agli esorcismi e alla figura del demonio. Oggi novantenne e in pensione ha deciso finalmente di svelare ai lettori e ai fedeli che lo seguono e per i quali è un punto di riferimento da anni, la fonte della forza interiore che lo ha sostenuto in questi lunghi anni in cui, per la diocesi di Roma, ha svolto il duro “servizio” di combattere quotidianamente contro le più subdole manifestazioni del maligno: la preghiera del Rosario insieme alle riflessioni sui venti misteri che egli recita ogni giorno.
Alcuni anni fa frequentavo un sito cattolico su Internet, e vi ho conosciuto persone molto interessanti. Una sera ho suggerito: “Perché non ci raccontiamo qualche esperienza che ci ha segnato?”
Ciascuno ha iniziato a raccontare la propria storia. Varie mi hanno colpito, ma non ne dimenticherò mai una in particolare.
“Oggi sono andata alla Prima Comunione di mio figlio. Mi avevano detto che avrei potuto chiedere un’indulgenza plenaria, e quando lui si è comunicato me ne sono ricordata. Fiduciosa, ho elevato una preghiera a Dio e l’ho supplicato per ottenere un’indulgenza per l’anima del Purgatorio che fosse più bisognosa della sua misericordia divina. Ho offerto tutte le grazie di quella Comunione e ho pregato per le intenzioni del papa.
Tra gli abbracci, le fotografie e tutto il resto, ho finito per dimenticarmene. Tornando a casa, ho aperto la porta ed entrando mi sono sentita avvolta da una brezza dolce, e ho sentito una voce, come se mi sussurrasse all’orecchio: ‘Grazie!’”.