MaM
Messaggio del 25 giugno 2016:Cari figli! Ringraziate Dio con me per il dono che Io sono con voi. Pregate, figlioli, e vivete i comandamenti di Dio perché siate felici sulla terra. Oggi, in questo giorno di grazia desidero darvi la mia benedizione materna di pace e del mio amore. Intercedo per voi presso mio Figlio e vi invito a perseverare nella preghiera perché con voi possa realizzare i miei piani. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Notizie dai giornali cattolici



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Va bene, Giovanni Paolo II ha beatificato un'insolita quantità di uomini e donne, molto più dei predecessori. Va bene, dall'ultimo concilio il concetto stesso di santità si è fatto più accessibile, come testimonia il numero non indifferente di nuovi beati laici, madri e padri di famiglia. Va bene, casi come quello recente di Padre Pio dimostrano che la gente non è refrattaria ai modelli di perfezione cristiana, come si tenderebbe a credere. Va bene tutto; ma perché una ragazza apparentemente normale è riuscita a «scardinare le porte del cielo» in pochi mesi? Come ha potuto rifiutare la morfina che i medici volevano somministrarle per lenire i dolori atroci delle metastasi? Voleva avere ancora «qualche cosa da offrire»... Dove trovava la forza? Un'esistenza - altrimenti archiviata con qualche lacrima, un trafiletto sul giornale locale e un coro di «povera ragazza, così giovane» - continua a essere ricordata e imitata. Insomma, c'è la curiosità di capire come una ragazza abbia raggiunto in un niente, in pochi anni, vette di alta spiritualità. Scrivo queste righe dinanzi a una delle sue ultime fotografie, un primissimo piano ripreso mentre giaceva ormai paralizzata nel letto della sua stanzetta di Sassello: Una federa a trama scozzese, azzurra, gialla, rosa e bianca, e lei, che guarda verso il suo interlocutore, col braccio reclinato dietro il capo. Una peluria scura le ricopre il cuoio capelluto; non certo un taglio di capelli all'ultima moda, ma la testimonianza spudorata di una recente chemioterapia. Eppure i tratti del volto non sono quelli di un'ammalata in punto di morte, quanto di una ragazzina maturata in poco tempo. Sorride. Proprio così, sorride di un sorriso che tanti avevano amato. Con lei nella stanza, in quel momento, c'erano tre amici di Genova; avevano scambiato quattro chiacchiere con l'ammalata, avevano vissuto un altro di quei momenti di vangelo "in atto" che la ragazza prediligeva. «Momenti di unità», li chiamava. Il cielo era sceso tra loro: quel sorriso lo testimonia. Ma soprattutto lo testimoniano quei due occhi grandi che non posso non fissare. Hanno un perché, sono sereni, sinceri. Sanno che «la medicina ha deposto le sue armi», ma anche che «tutto vince l'amore». Ecco Chiara Badano, diciottenne. Anzi, Chiara Luce. Come scrive l'Abbè Pierre: «I santi non si limitano a un catalogo, e noi ne incrociamo certamente tutti i giorni». La giovane Badano era probabilmente una di questi.
Già nell'Enchiridion indulgentiarum di Paolo VI troviamo infatti tre concessioni di indulgenze di carattere generale, particolarmente interessanti. Si, concede l'indulgenza parziale al fedele che: 1. Nel compiere i suoi doveri e nel sopportare le avversità della vita, innalza con umile fiducia l’animo a Dio, aggiungendo, anche solo mentalmente, una pia invocazione; 2. con spirito di fede e con animo misericordioso, pone se stesso o i suoi beni a servizio dei fratelli che si trovino in necessità; 3. in spirito di penitenza, si priva spontaneamente e con suo sacrificio di qualche cosa "lecita". In questa nuova edizione è stata inserita una quarta concessione generale a chi dà una pubblica testimonianza della propria fede in determinate circostanze della vita di ogni giorno, quali la partecipazione frequente ai sacramenti, l'inserimento nelle forme comunitarie di espressione della fede e dell'apostolato, l'annunzio, con la parola e con le opere, della salvezza cristiana a chi è lontano dalla fede. L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per quei peccati che, in quanto alla colpa, sono già stati rimessi al fedele per mezzo della Chiesa. L’indulgenza è parziale quando libera in parte, mentre è plenaria quando libera totalmente dalla pena temporale dovuta ai peccati. Le indulgenze possono essere applicate sia ai vivi sia ai defunti.....
Appena sulla soglia di casa, veniamo sorpresi dalle notizie sul nuovo terremoto. Cosa c'entra con questo nuovo dramma quanto abbiamo udito e vissuto nei giorni degli esercizi spirituali? La fede cristiana non è un recinto nel quale rifugiarsi, un lago o una laguna dove andare a pescare il pesce per la cena. La fede non è un buco in cui consolarsi senza procurarsi troppo danno.
Veniva dalla città di Qaraqosh. Ovvero proprio da uno dei centri cristiani della Piana di Ninive appena liberati dall'Isis nell'offensiva che l'esercito iracheno e i peshmerga curdi stanno portando avanti per la riconquista di Mosul. Anche Nazar Elias Al-Qas-Musa, siro-cattolico di 47 anni, sposato e padre di cinque figli, l'aveva lasciata nell'estate di due anni fa, quando i jihadisti erano arrivati a Qaraqosh imponendo ai cristiani locali la scelta tra partire in fretta lasciando tutto dietro di sé oppure morire. Solo che lui - a differenza della maggioranza degli altri esuli della Piana di Ninive - non aveva preso la direzione nord-est, verso Erbil e la regione del Kurdistan. Con la sua famiglia aveva scelto di trasferirsi a sud, nell'area irachena a maggioranza sciita: era andato a Bassora, la grande città portuale che è anche il centro dell'industria petrolifera irachena; e qui aveva provato a ricostruirsi una vita aprendo un piccolo negozio di alimentari. Non aveva però fatto i conti con gli altri fondamentalisti, quelli sciiti, che l'altra sera l'hanno ucciso a sangue freddo sulla pubblica via. La sua colpa? Tra gli articoli che vendeva c'erano anche gli alcolici.
Nove delle 12 donne africane per ospitare le quali era stato sequestrato l’ostello di Gorino sono nigeriane. Quattro hanno raccontato di essere scappate per salvarsi la vita: Esther, 22 anni, perché suo marito la voleva uccidere, Elle, 20 anni, per via di gravi problemi famigliari legati a un prestito non restituito (suo nonno ha ucciso suo padre), Dooshena, 20 anni, perché maltrattata da uno zio e Abideni, 35 anni, perchè minacciata di morte per qualche ragione che sembra non abbia ancora spiegato.