Mentre 58 milioni non vanno a scuola nei paesi poveri. In Italia, un milione in povertà assoluta. L’allarme di Save the Children che lancia la campagna “Fino all’ultimo bambino”
Decine di migliaia di manifestanti hanno percorso ieri le strade di Parigi ribadendo la scollatura esistente tra classe politica progressista e popolo francese sui temi cosiddetti sensibili. Bandiere, sorrisi, canti e slogan intonati contro la legge Taubira, che legalizza le nozze gay in Francia, sono stati il corollario della domenica parigina.
Immagini come quelle immortalate ieri non sono nuove nella capitale francese. Nel 2012 e nel 2013, in pieno dibattito parlamentare sul “matrimonio egualitario”, ingenti e ripetute adunate di protesta avevano dato la misura del dissenso popolare rispetto a un legge di tal risma.
Il rito penitenziale, presieduto a Jasna Gora da mons. Gadecki, ha rappresentato una richiesta di perdono per i peccati personali e del Paese e un rendimento di grazie
Un’altra visita pastorale in una città italiana si segnala nell’agenda di Papa Francesco del 2017: Genova. Il Pontefice vi si recherà sabato 27 maggio. La notizia è stata confermata dalla Sala Stampa vaticana, dopo essere stata annunciata dall’arcivescovo del capoluogo ligure, il cardinale Angelo Bagnasco, durante la messa di oggi nella Cattedrale di San Lorenzo in occasione dell’inaugurazione del nuovo Anno pastorale.
Venticinque anni fa, in occasione del tifone che causò 138 mila morti in Bangladesh, un umorista italiano pubblicò su un quotidiano nazionale una vignetta spietata: «Poverini quelli del Bangladesh: per un trafiletto in prima pagina devono morire almeno in 100 mila!». Un quarto di secolo dopo, l’amara verità contenuta in quella vignetta non è svanita: notiziari televisivi e pagine dei grandi quotidiani hanno dato più spazio ai 19 morti e alle distruzioni che l’uragano Matthew ha causato negli Stati Uniti, che non ai 900 e passa registrati ad Haiti. Non è solo questione di difficoltà logistiche per mandare le troupe televisive lì anziché là. Il fatto è semplicemente che l’affinità culturale e i legami politici (di dipendenza, per essere precisi) fanno sì che il pubblico italiano si senta più colpito dai 19 morti statunitensi che dai 900 haitiani.
Adesso solo i cristiani, paradossalmente, sostengono Trump. Dopo l’oramai famoso video “sessista” rubato da un microfono lasciato (per caso?) acceso e diffuso da The Washington Post, il Partito Repubblicano (forse non vedendo l’ora di un assist così) ha praticamente abbandonato il magnate al proprio destino. Ma quello che la stampa ? soprattutto nostrana a eccezione lodevole de Il Foglio ? non dice è che inamovibile al fianco del candidato presidente è rimasta la Destra cristiana. Non lo hanno abbandonato i protestanti evangelical, né un predicatore di primo piano come Jerry L. Falwell Jr., né il medico prestato alla politica Ben Carson, che ha corso nelle primarie di quest’anno. E non lo hanno abbandonato nemmeno i cattolici, capitanati dal governatore del Kansas Sam Brownback.
L’agenzia Adista del 15 ottobre ha dato notizia dell’erezione di una statua a Benedetto XVI a Sulmona. Il bronzo in grandezza naturale sta alle spalle della cattedrale e tutto il resoconto informa che la cosa è stata fortemente voluta dal vescovo Angelo Spina. Informa anche che pochissima gente è venuta all’inaugurazione. La statua doveva celebrare la visita di quel Papa il 4 luglio 2010 e ancora si viene informati che, pure in quel giorno, c’era pochissima gente.
Il comma 16 della riforma della scuola e gli otto disegni di legge volti ad introdurre l’educazione di genere negli istituti di ogni ordine e grado non hanno ancora trovato un sbocco concreto all’interno dei corsi curriculari. Ma in Italia spesso quello che esce dalla porta rientra dalla finestra, ed è così che le strategie di indottrinamento stanno facendo leva sulla grande capacità dell’esperienza teatrale di influire sull’immaginario collettivo dei ragazzi. I simboli, le immagini, la scena e gli attori in carne ed ossa stimolano molte più forme di apprendimento di un semplice testo scritto.
D’altra parte i genitori, in genere, si fidano della scuola frequentata dal figlio e, ai più, spettacoli dal titolo un po’ stravagante come ‘Fa’afafine’ o ‘Di che famiglia sei?’ non destano alcun sospetto per il quale valga la pena di negare l’autorizzazione a mandare il ragazzo a teatro.