MaM
Messaggio del 15 marzo 1984:Anche questa sera, cari figli, vi sono particolarmente riconoscente per essere venuti qui. Adorate senza interruzione il Santissimo Sacramento dell'altare. Io sono sempre presente quando i fedeli sono in adorazione. In quel momento si ottengono grazie particolari.

Notizie dai giornali cattolici



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Mentre mezza Italia – da una parte e dall’altra della barricata rappresentata dal Family Day – si riempie la bocca di “famiglia”, ben poco viene fatto per rendere più facile metterle su e ancora meno per far uscire le donne da certi stereotipi maschilisti della televisione e della pubblicità. In Italia manca ancora – tanto per dirne una – un codice deontologico che eviti di rendere le donne (ma anche gli stranieri o i bambini) caricature grottesche di se stesse. A differenza di Francia, Spagna e Olanda.
Quando intervisto artisti cattolici, in genere lascio che l’artista e il suo lavoro parlino da sé, ma visto che una delle serie fotografiche di Matthew Lomanno documenta la mia famiglia non posso fare a meno di sottolineare che il suo lavoro è splendidamente evocativo e presenta le cose belle, quelle brutte e quelle strane della vita con profondità, umorismo e pathos.
Povero Edipo. Se non conosceste la classica storia del re che ha sposato per sbaglio la madre e si acceca, ne rimarrei sorpresa. Da questa storia si possono trarre molte riflessioni profonde sul destino, sulla verità, sul controllo e sulla libera volontà, ma che dire dell’accecarsi? È terribile! Ma non la cosa più terribile che una persona possa fare. Se Edipo si acceca quando viene messo di fronte alla realtà, molti fanno di peggio quando pongono le cose che vedono nel mondo materiale al di sopra della realtà spirituale.
Il particolare percorso di vita di Claudio Canali, da storico vocalist e front man del “Biglietto per l’Inferno” a frate benedettino dell’eremo di Municciano, è stato raccontato nel programma televisivo religioso di Rai 1, “A sua immagine”, nella puntata di sabato 12 giugno 2010. Titolo della puntata a lui dedicata: “Preghiera, rock e gregoriano”. Negli anni 70 per “Il Biglietto per l’inferno”, ha scritto canzoni profonde che affrontano temi delicati. “Anche se con qualche errore teologico – dice a proposito della sua vecchia band – eravamo sulla retta via”.
Vangelo Lc 4,21-30: Gesù come Elia ed Eliseo è mandato non per i soli Giudei.
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
29 gennaio 2016 alle ore 16.15 Kiko Argüello - iniziatore del Cammino Neocatecumenale Kiko Argüello a Radio Maria sul Family Day del 30 gennaio a Roma. Per seguire la trasmissione sintonizzatevi su Radio Maria alle ore 16.15 oppure via web a qusto link: http://www.radiomaria.it/la-radio-in-diretta.aspx
Di fronte alla grave crisi personale e sociale che attanaglia il tempo presente, due amici, discepoli di mons. Luigi Giussani, rendono pubblico il loro dialogo sull’uomo e sul bene comune che continua, anche oltre la morte, quotidianamente, col Fondatore del Movimento di CL, attraverso i suoi scritti e, grazie alla preghiera, nella comunione dei santi. Un testo che, nel suggerire un metodo per discernere la realtà e vivificarla, ripropone con speciale evidenza l’identikit del cristiano, uomo nel mondo ma non di questo mondo. Così gli spunti qui offerti si fanno invito ad approfondire l’intera opera di Giussani a cui puntualmente si riferiscono, per imparare, come lui, a pensare, amare e agire nella presenza di Cristo a ogni livello dell’esistenza, ogni istante della propria vita.
Se Giussani fosse qui: questo potrebbe essere il titolo alternativo o il sottotitolo del libro attualissimo e interessante scritto a due mani da Francesco Amato e don Gabriele Mangiarotti. Il titolo vero è una frase di don Giussani: “Per che cosa si deve combattere? Per l’umano e per l’eterno” (Ed. Ares - pp. 128 - € 12) e risponde sostanzialmente alla domanda, quanto mai incombente e attuale in queste settimane, in questi giorni: come deve porsi un cristiano di fronte allo spirito del mondo, agli orientamenti che chi detiene il potere in un dato periodo storico vuole affermare come bene e sentire comune?
All'udienza generale del 27 gennaio 2016, Papa Francesco ha continuato il ciclo di catechesi sulla misericordia, ricordando che «nella Sacra Scrittura, la misericordia di Dio è presente lungo tutta la storia del popolo d’Israele». Così, «con la sua misericordia, il Signore accompagna il cammino dei Patriarchi, dona loro dei figli malgrado la condizione di sterilità, li conduce per sentieri di grazia e di riconciliazione, come dimostra la storia di Giuseppe e dei suoi fratelli».
Fatta l’abituale avvertenza – e cioè che tu sappia che già oggi in Italia le persone conviventi dello stesso sesso hanno i diritti che invocano – tenterò di illustrare un altro effetto del ddl Cirinnà. Giudicherai tu se è un effetto equo o iniquo. Il disegno di legge della senatrice Cirinnà – così come è stato ripetutamente detto dalla stessa senatrice e da altri parlamentari – si propone di dare tutela a delle nuove «specifiche formazioni sociali» (come recita l’art. 1), così sono chiamate le unioni civili, cioè le unioni tra persone dello stesso sesso che si autodichiarano davanti all’ufficiale di stato civile (cf. art. 2). L’intenzione dichiarata dai promotori del disegno di legge è riconoscere l’amore, l’affetto e la solidarietà presenti in queste formazioni sociali.