Vi parliamo di Madame Blavatsky e del suo odio viscerale per il cristianesimo
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C’è un aspetto ricorrente nella vita quotidiana di preghiera: è la frivolezza, l’incostanza naturale dell’uomo. Questa incostanza ha origine nell’intelligenza e genera, quando non viene combattuta, l’apatia della volontà, culminando inevitabilmente nell’essere tiepidi.
Lo spirito frivolo è l’opposto dello spirito riflessivo. L’intelligenza superficiale non permette all’idea di penetrare in sé e di gettare radici. Oltre a questo, essendo completamente coperto dalla foresta dei pensieri vani, delle preoccupazioni futili e degli attaccamenti alle cose create, il seme della grazia, appena ricevuto, viene subito soffocato.
Un’anima frivola vive sulla superficie delle cose. Anche durante la preghiera non riflette, non penetra la verità proposta, non si attacca alla considerazione delle cose dell’aldilà.
Non è mai stata toccata dalle massime del Vangelo, dalle perfezioni di Dio, dai diritti imprescrittibili del suo sovrano dominio, dai pensieri salutari dei santi.
“Murati vivi”. Una scritta sul muro e una data: 3 novembre 1943. Inizia quel giorno l’avventura di alcuni uomini – ebrei, disertori, renitenti alla leva – per fuggire dai tedeschi che occupavano Roma. Una storia rimasta nascosta per 40 anni, e riportata alla luce, è il caso di dirlo, da padre Ezio Marcelli, sacerdote della comunità redentorista presente fin da allora nella chiesa di San Gioacchino in Prati, dove si svolge questa vicenda. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, la situazione è incandescente; chiese e conventi non sono risparmiati dalle incursioni dei tedeschi. Anche per i padri redentoristi è troppo rischioso continuare a proteggere ebrei e fuggiaschi nei locali annessi alla chiesa: il teatro e anche le stanze del convento. Nei libri delle cronache della comunità, si legge – sotto la data del 24 ottobre 1943 – che “tutta la comunità è riunita in consulta per decidere su affari delicati”. Si trattava di stabilire la sorte di questi “ospiti”. I padri decidono di licenziarli, ma la storia va diversamente.
Nessun impegno sul piano organizzativo ma i dirigenti del movimento lanciano un appello ai parlamentari, mentre fervono le veglie di preghiera per la tutela della famiglia naturale
Don Mauro Mantovani, rettore della Pontificia Università Salesiana dallo scorso luglio, si sofferma sull’emergenza educativa e sul sempre attuale “metodo preventivo”
Da Nord a Sud Italia, il prossimo fine settimana sarà attraversato da veglie silenziose per protestare contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili.
In attesa della grande manifestazione di piazza del 30 gennaio, con appuntamento al Circo Massimo di Roma, i fautori della famiglia naturale sono pronti a rendere testimonianza pubblica e visibile del loro punto di vista.
Lo faranno, nelle piazze di una 40ina di città italiane, tra il 23 e il 24 gennaio, attraverso l’originale iniziativa delle Sentinelle in Piedi, già attive per protestare contro il ddl sull’omofobia. Persone di ogni età, estrazione sociale e confessione religiosa si raduneranno per restare in piedi, in silenzio, a leggere un libro.
Padre Giacobbe Elia, esorcista incaricato per la Diocesi di Roma dal 1987 e autore di numerosi libri e pubblicazioni, intervistato da IntelligoNews parla dell'anno trascorso e di quello che verrà. Mette in guardia dalle tentazioni moderne e chiarisce come procedere evitando di cadere nel nichilismo e non cancellando l’idea del peccato che può trarre in inganno...
Un modulo online e 24 ore di attesa, tanto è bastato alla giornalista del Corriere della Sera Monica Ricci Sargentini per richiedere un appuntamento per avere un figlio con una madre surrogata ed essere ricevuta alla Santa Monica Fertility Clinic. Siamo in California, avamposto dell’industria della cosiddetta “surrogata etica”, come spiegherà alla giornalista Kim Bergman, direttrice di Growing Generation, una delle prime agenzie di surrogacy degli Stati Uniti: «La surrogata etica è la collaborazione tra adulti informati e consenzienti che si mettono insieme per aiutare qualcun altro. Dovreste venire in sala parto insieme a loro. È un banchetto d’amore».
In inglese il termine è blanding, mischiare i generi, e ormai fa parte del vocabolario dei giovani. Il fatto è che a Londra gli storici magazzini Selfridges, sei piani nell’area di Oxford Street vicino a Hyde Park, due filiali a Manchester e una a Birmingham, hanno aperto uno spazio per la moda gender. Sono i più grandi magazzini del Paese dopo Harrods, “Open to the world since 1908” come c’è scritto sulla facciata dell’edificio: da visitare anche solo da turista, e infatti sono inseriti nelle guide. Se si vuole fare shopping di classe è il posto giusto, perché ha tutti i grandi brand, da Prada a Louis Vuitton, da Gucci a Chanel, Dior, Burberry, su una superficie di 40.000 metri quadri.
Fabrizio De André tornava volentieri sul tema “suicidio”. La prima volta, ne La ballata del Miche’, se la prese con la Chiesa che, spietata, negava ai suicidi il funerale religioso. Nel brano scritto in memoria di Luigi Tenco, morto suicida, scavalcò la Chiesa spietata e si disse sicuro che il Paradiso accoglie tutti, «perché non c’è l’Inferno nel mondo del buon Dio». Infine, in Andrea, buttò la spugna e non fece commenti metafisici sul suicidio del protagonista.
Le lobby pro eutanasia scavano cunicoli profondi sotto le fondamenta del Parlamento europeo, cunicoli che ad oggi non hanno ancora determinato il collasso di questa istituzione, ma che alla lunga potrebbero provocare guai seri. La settimana scorsa è stata bocciata una “Dichiarazione sulla dignità del fine vita”. Il documento, sottoscritto da 95 deputati su 751, così recita: «Tutti i cittadini europei, indipendentemente dalla loro nazionalità, che si trovano in una fase avanzata o terminale di una malattia incurabile, la quale sta causando loro una insopportabile sofferenza fisica o psichica impossibile da alleviare, dovrebbero essere messi in grado di beneficiare di assistenza medica allo scopo di porre fine alla propria vita con dignità». Un giro di parole per tentare di introdurre l’eutanasia nei paesi Ue.
Con la nuova manifestazione sul tema “Difendiamo i nostri figli”, in programma a Roma il 30 gennaio prossimo, torna alla ribalta quella che è una cruciale novità nella vita pubblica del nostro Paese: un movimento nel senso più proprio del termine, nato nella società civile al di fuori di qualsiasi consolidata organizzazione politica e sociale, che si mobilita a tutela di un valore civile di decisiva importanza. Un movimento che prende le mosse dalla diffusa convinzione, largamente confermata dai fatti, che oggi la democrazia italiana neghi adeguato spazio politico a quei settori della società italiana che in valori del genere attivamente si riconoscono.
Ci si è messa anche la tempesta di sabbia, ieri. Sabbia rossa del deserto, non certo l'ideale per chi ha la sua roccaforte in un aeroporto militare stretto d'assedio dalle bandiere dell'Isis da ogni punto cardinale. Sabbia rossa che copre la tragedia che si consuma ormai da giorni a Deir Ezzor, capoluogo dell'est della Siria, principale centro petrolifero del Paese, un tempo abitato da duecentomila persone.