?La fede vince sempre, perché trasforma in vittoria anche la sconfitta, ma non è una cosa "magica", è un rapporto personale con Dio che non s'impara sui libri, è infatti un dono di Dio, un dono da chiedere: è questo, in sintesi, quanto ha detto il Papa nella Messa del mattino a Casa Santa Marta.
Ho deciso che d’ora in poi porterò al collo un crocifisso ben visibile. Cinque le ragioni di questa scelta.
«Molti cristiani arrivati [qui in Germania] dal Medio oriente subiscono pressioni così forti nei campi profughi dai migranti musulmani che preferiscono tornare indietro a casa loro». Con questa lettera il superiore del monastero ortodosso di San Giorgio, a 100 chilometri da Berlino, l’igumeno Daniel Irbits (foto in basso), ha denunciato al ministro federale per gli Affari speciali Peter Altmaier la condizione drammatica dei cristiani nei campi di accoglienza tedeschi.
Padre Jacques Murad spezza il pane, recita il Padre Nostro in arabo, poi fissa la famiglia, gli amici riuniti intorno alla tavola imbandita. «Me l’avessero detto mesi fa non ci avrei creduto. Non speravo di sopravvivere, figuratevi rivedere Roma e i miei amici siriani». Padre Jacques Murad una volta era un prete. Oggi è l’incarnazione di un miracolo. Un’incarnazione ancora incredula di fronte alla propria sorte, alla propria sopravvivenza.
Insieme al video del bambino chiuso in gabbia, il gruppo guidato da don Fortunato Di Noto ha consegnato molte cartelle che erano caricate su un server della Nuova Zelanda. Ci sono anche casi in cui i minori sono costretti a rapporti sessuali con animali, oltre che testi e riferimenti satanisti
Nel 2015 le persecuzioni contro i cristiani si sono ulteriormente inasprite e moltiplicate, estendendosi a Paesi in cui in passato erano assenti. I cristiani uccisi per la loro fede sono saliti a 7.100, contro i 4.344 del 2014, e oltre 2.400 chiese sono state attaccate, distrutte o gravemente danneggiate, più del doppio rispetto al 2014 quando gli attacchi erano stati 1.062. È quanto emerge dalla edizione 2016 della Word Watch List, la classifica dei 50 paesi in cui i cristiani sono più perseguitati (clicca qui).
Il convoglio di 44 camion della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa - sotto l'egida dell'Onu - alla fine è arrivato a Madaya, la cittadina a 25 chilometri a ovest di Damasco, sulle montagne del Qalamoun (al confine con il Libano), diventata nelle ultime settimane il nuovo luogo simbolo della guerra in Siria. Madaya il posto dove si muore di fame per l'assedio delle milizie di Hezbollah, alleate del presidente siriano Bashar al Assad.
Si sente talmente tanto parlare di “nuova Chiesa” che molti vescovi si sono calati perfettamente nella parte e ignorano totalmente non solo ciò che la Chiesa (quella “vecchia”) ha creduto e annunciato per duemila anni, ma anche le indicazioni più recenti. Nei giorni scorsi abbiamo già fatto riferimento alla Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede a proposito dei progetti di riconoscimento delle unioni omosessuali (2003), che spiega con chiarezza per quale motivo i cattolici non possono sostenere qualsiasi tipo di riconoscimento giuridico delle relazioni gay. Documento importante, approvato da Giovanni Paolo II, su cui i diversi vescovi e cardinali intervistati in questi giorni dalla grande stampa non hanno neanche pensato di misurarsi. Roba da “vecchia Chiesa”, evidentemente.
“Gli Stati Uniti d’America sono la nazione più potente del mondo. Punto”, dice il presidente Barack Obama in uno dei passaggi chiave del suo ultimo discorso dello Stato dell’Unione. “Nessuna nazione ci attacca direttamente, perché sa che quella sarebbe la strada della sua rovina”. E proprio poche ore prima che Obama pronunciasse queste parole di fronte al Congresso, l’Iran compiva un sequestro lampo di 10 uomini della Marina statunitense, nelle acque del Golfo, umiliandoli, fotografandoli con le mani dietro la nuca e rilasciandoli la mattina dopo. Mai tempismo fu più azzeccato e significativo di questa smentita (dal vivo) fornita dall’Iran. Proprio da quell’Iran con cui l’amministrazione Obama ha appena concluso l’accordo sul programma nucleare, vantato come una delle più grandi vittorie diplomatiche dal presidente.