Quel giorno le colline della Galilea erano in festa. Campagne piene di vendemmiatori, filari, allegria, colori accesi, grappoli d’uva, canti.
Gesù, con la sua piccola compagnia, cammina tra i campi e sorride mentre in tanti lo salutano (“Rabbi! Rabbi!”). Va verso una fattoria sulla riva del lago di Genezaret.
Il padrone di casa gli corre incontro: “Quanto gioia porti!”. Poi chiede: “Quella è tua madre?”.
Sì, quella donna, bionda e bellissima, che è con Gesù e sembra quasi sua coetanea, è Maria. Viene accolta con molto riguardo e tanti le fanno domande.
Lei risponde con semplicità e dolcezza. Una sua frase colta fra le altre: “è l’amore quello che rende facile ogni impresa”.
Ormai siamo al tramonto. I coloni arrivano dalla campagna. Il cortile è pieno di sacchi e attrezzi agricoli. Gli apostoli, sotto una pergola di gelsomini, gustano pane e uva.
Gesù con un sorriso radioso, mentre la brezza gli accarezza le chiome, sale fino a un loggiato. Tutti gli occhi sono puntati su di lui. La gente si siede per ascoltarlo.
Quando Gesù comincia a parlare, Maria, seduta su uno scalino sottostante, lo guarda come un’innamorata. Lui spiega di essere venuto a benedire il lavoro dell’uomo, come gli è stato chiesto....
L’idea di un Consiglio Cristiano del Medio Oriente e la necessità di non far mancare mai il sostegno ai fratelli mediorientali. Parla il Principe Gharios di Ghassan
É evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra», Gaber dixit. E noi vogliamo essere poco seri parlando di destra e sinistra, quando a destra e a sinistra ci sta un cattolico. Proponiamo qui una carta d’identità degli eccessi del cattolico che nel suo credere si sente levantino o di destra, eccessi che esulano spesso anche dal recinto delle materie confessionali e che, ce ne rendiamo ben conto, sono opinabilissimi. L’attualità, prendiamo ad esempio le questioni sul Sinodo della famiglia e i vari omo-ddl Cirinnà-Fedeli-Scalfarotto, ci offre quotidianamente ampi saggi di queste esuberanze.
«Se le famiglie esercitassero un po’ più di controllo sui figli, non morirebbe un diciottenne la settimana in disco. Se non sai educare non procreare».Le crudeli parole del sindaco di Gallipoli, Francesco Errico, suonano come una condanna a morte per i genitori di Lorenzo, il giovane morto fuori dalla discoteca Guendalina. O per i genitori di Lamberto, 16 anni, stroncato da una pastiglia di ecstasy al Cocoricò di Riccione. O per tutti gli altri padri e madri che hanno a che fare con figli segnati dalla droga. Lorenzo Mario Toma,18 anni, di Lecce, è morto all’alba di ieri dopo una notte alla discoteca “Guendalina” di Santa Cesarea Terme, in Salento. Secondo gli amici, avrebbe bevuto qualcosa da una bottiglia offerta da uno sconosciuto e si sarebbe sentito male. Le indagini dei carabinieri battono la pista di qualche pusher che avrebbe invitato Lorenzo ad assaggiare la droga per poi vendergliela. Tre settimane dopo la tragedia del Cocoricò di Riccione e la morte del sedicenne Lamberto Lucaccioni, un altro ragazzo, muore dopo una notte in discoteca. Ma sono decine i giovani che come Lorenzo e Lamberto hanno lasciato la vita in una pasticca di ecstasy, o se la sono cavata per un soffio, ritrovandosi però col fegato distrutto e gravissimi menomazioni fisiche che li accompagneranno per tutta la vita. Alla loro tragedia, quella dei genitori che in molti casi non sanno dei loro figli: cosa facciano e dove passino le nottate dei loro weekend da sballo. Contro questi genitori, si è scagliato il sindaco di Gallipoli, Francesco Errico, con parole durissime e impietose. Già, ma se il sindaco avesse ragione, quanti figli avrebbero diritto di venire al mondo? Saper educare, certo: è dovere dei genitori, ma le cose a volte non vanno come le buone e perfette teorie educative, o più semplicemente le buone intenzioni, prescrivono o desiderano. E allora? Allora vale la pena si rileggere questa conversazione tra lo scrittore G. K. Chesterton e Bertrand Russell che dai microfoni della Bbc sosteneva la tesi secondo cui «i genitori sono inadatti per natura a crescere i propri figli». A madri incapaci, argomentava il filosofo ateo, andrebbero sostituiti gruppi di esperti che avrebbero potuto educare alla perfezione e con migliori risultati i bambini. Ecco cosa risponde lo scrittore. (l. sa.)