Ha ragione Pierluigi Battista. Condivido la sua analisi ma da un versante opposto. Sabato 20 giugno a piazza San Giovanni si è vista una piazza autoconvocata, libera da schemi e da imposizioni. Una piazza anche cattolica che ha saputo lasciare di sfondo la politica (fine del professionismo cattolico in Parlamento).
Ha decretato la fine del monopolio di qualche associazione storicamente più blasonata di altre, in bilico tra mettere il cappello e abbandonare la battaglia vera alla vigilia delle scelte, e ha decretato la fine del timore reverenziale nei confronti delle stesse gerarchie ecclesiastiche, che se si sono impegnate lo hanno fatto per ammorbidire, svuotare e delegittimare l’iniziativa nel nome e nel segno di un dialogo astratto, di un cattolicesimo moscio, buonista, che considera muscolare qualsiasi rivendicazione identitaria.
Il racconto dell'esperienza di Kiko Argüello, fondatore del Movimento, in una baraccopoli molto simile alle villas miserias frequentate da Bergoglio. E le polemiche per le parole sulla violenza nei confronti della donne. Viaggio in una comunità cristiana che prova a recuperare l'esperienza dei primi secoli del cattolicesimo.
Lo scenario jihadista albanese conferma i suoi stretti legami con l'Italia: la Digos di Milano ha eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare e perquisizioni nelle province di Milano, Bergamo, Grosseto e in una cittadina dell'Albania. A finire in manette dovrebbero essere quattro italiani, un canadese e cinque albanesi, appartenenti a due diversi nuclei famigliari che in comune hanno la parentela con una coppia partita per andare a combattere il jihad in Siria.
Ne avevamo dato notizia qualche giorno fa da queste colonne (clicca qui) La Huggies, multinazionale per i prodotti dell’infanzia, aveva diffuso in Tv uno spot dove si diceva che un bambino e una bambina sono diversi non solo dentro il pannolino, ma anche per carattere, giochi e interessi. Partì una campagna per far cancellare lo spot ritenuto sessista. Questo il testo della lettera aperta alla Huggies da firmare: «Noi non riteniamo che la Vostra sia un'azienda da condannare. Noi non riteniamo che il Vostro non sia un prodotto valido. Noi non riteniamo che sia ingiusta l'idea di proporre un pannolino diverso per bambini e bambine. Noi riteniamo che sia errato proporre questo concetto cavalcando stereotipi di genere. Chiediamo quindi il ritiro della campagna pubblicitaria Huggies Bimbo Bimba. Non siamo indignati soltanto dal sessismo, ma dalle aspettative che vengono inculcate a bimb* di tenera età: le bambine “devono” essere belle e passive, i bambini “devono” essere avventurosi e attivi. Ciò è fuorviante per tutti. Non è così che le giovani generazioni devono imparare a rispettarsi reciprocamente». Quando l’ideologia gender si mischia ad orina e feci.