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Messaggio del 24 luglio 1982:Al momento della morte si lascia la terra in piena coscienza: quella che abbiamo ora. Al momento della morte si é coscienti della separazione dell'anima dal corpo. E sbagliato insegnare alla gente che si rinasce più volte e che l'anima passa in diversi corpi. Si nasce una volta sola e dopo la morte il corpo si decompone e non rivivrà più. Ogni uomo poi riceverà un corpo trasfigurato. Anche chi ha fatto molto male durante la vita terrena può andare diritto in Cielo se alla fine della vita si pente sinceramente dei suoi peccati, si confessa e si comunica.

Notizie dai giornali cattolici



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Borgo Pantano è una tranquilla località della campagna laziale a pochi chilometri da Civitavecchia. Dal 15 marzo 2005 la sua parrocchia dedicata a sant’Agostino – una semplice chiesetta immersa nel verde – è stata eretta a santuario mariano col titolo di Madonna delle lacrime ed è meta ogni anno di migliaia di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Oggetto di tanta devozione, che ha mutato radicalmente la vita del Borgo, è una statuetta di gesso della Vergine alta 42 centimetri, custodita in una teca all’interno della chiesetta. Vent’anni or sono – dal 2 febbraio al 15 marzo 1995 – questo comune prodotto di artigianato appartenente ad una famiglia della parrocchia, i Gregori, che l’avevano collocata in una nicchia nel giardino di casa, ha suscitato scalpore per un fenomeno che chiunque poteva costatare: lacrimava sangue. L’ultimo di questi episodi avvenne – sempre davanti a testimoni – mentre la statuetta era tra le mani dell’allora vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, mons. Girolamo Grillo, inizialmente scettico.
Gaia nella mitologia greca è la dea personificazione della Terra che genera le razze divine. Nasce seconda dopo Chaos e prima di Eros. Era venerata, specialmente nell’Attica, anche come dea dei morti e dell’oltretomba. In epoca tarda viene a fondersi con le varie figure della Madre universale e della Madre degli Dei. Dai Romani fu identificata con Tellus....
«“Stelle nella notte della fede”. Bagliori, dunque, che illuminano gli uomini nel loro non sempre facile rapporto con il cielo, intessuto di luce ma anche di oscurità. Ecco come definisce René Laurentin, certamente il maggiore esperto al proposito, le apparizioni mariane. Si può parlarne anche come di una sorta di colpi di gong che ogni tanto risuonano nel mondo per risvegliarci dai nostri torpori, per denunciare le nostre illusioni, per ricordarci che esiste un rapporto ben stretto tra quel peccato che vogliamo ignorare e quei tanti mali per i quali continuamente ci lamentiamo. Colpi di gong, per svelare le idolatrie alle quali ci abbeveriamo, nel tentativo di rispondere al nostro bisogno di Dio ma, al contempo, per sfuggirgli in tutto o in parte. Ebbene, se tutto questo è vero, ciò che è avvenuto a Kibeho tra il 1981 e il 1989 è davvero una stella tra le più luminose, un colpo di gong che non possiamo non udire. E questo per molti motivi, come ci spiega bene, con autentico spirito mariano, don Edouard Sinayobye in questo suo volume».
Nel 1979 nel Rwanda cominciò una strana epidemia iconoclasta. Quasi tutte le statue e le immagini della Madonna che si trovavano all’ingresso delle parrocchie (ovviamente cattoliche) del Paese africano venivano rinvenute distrutte o mutilate. A volte sparivano e basta. E il fenomeno andò avanti fino al 1981, anno in cui si arrestò per il semplice fatto che intervenne qualcosa di molto più spettacolare: la Vergine in persona si presentò a Kibeho e si annunciò come Nyina wa Jambo: Madre del Verbo.
La rinascita di Maloula, la perla aramaica delle montagne del Qalamoun, è ancora lontana. Occupata dai jihadisti di Jabhat al Nusra e da elementi di altre brigate di ribelli inizialmente affiliati al Free Syrian Army fra il settembre 2013 e l’aprile 2014, quindici mesi dopo la liberazione per mano delle truppe governative è ancora semidisabitata e semidistrutta, a immagine dei suoi preziosi edifici storici cristiani. Tutte le strutture presenti – otto chiese e due santuari – sono state saccheggiate e devastate durante l’occupazione ribelle e hanno subìto offese causate dai combattimenti. Attualmente solo tre di esse sono in via di restauro: la parrocchia greco cattolica di San Giorgio e i due storici monasteri del IV secolo, cioè quello greco ortodosso di Santa Tecla (le cui monache furono sequestrate per tre mesi) e quello greco cattolico dei Santi Sergio e Bacco.
Da queste colonne Massimo Introvigne ha già offerto una lettura critica, di carattere giuridico, della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (Cedu) “Oliari e altri contro Italia” che chiede al nostro Stato di dare riconoscimento giuridico a qualche forma di convivenza omosessuale. Ora vogliamo mettere l’accento su tre aspetti che sono contenuti in nuce in questa sentenza e che sono tipici dell’offensiva dei sostenitori della teoria del gender e che, in senso più esteso, appartengono alla strategia dei nemici dei cosiddetti principi non negoziabili.