Francesco Maria è un ragazzone di 16 anni con la passione del calcio e il sorriso spensierato di un adolescente affamato di vita. Ma dietro al suo secondo nome un destino straordinario, quanto doloroso.
A nemmeno un anno di età viene colpito da una terribile malattia che lo riduce quasi a un vegetale. Arriva a pesare pochi chilogrammi perché il suo corpo non riesce più a ricevere il cibo. La madre Elena e il padre Maurizio, medico, lo fanno visitare da tutti i migliori specialisti del Paese, ma per il piccolo il destino pare da subito segnato. Il tempo per Francesco sembra essere rimasto poco. Un giorno però mamma Elena, sente parlare in televisione delle potenzialità miracolose dell’acqua di madre Speranza del Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza. La famiglia decide di partire per chiedere la grazia per il piccolo Francesco, ormai ridotto in fin di vita.
Barcellona ha accolto il 13 luglio l'apertura ufficiale della causa di beatificazione e canonizzazione di Rosa Deulofeu, una carismatica e allo stesso tempo semplice laica consacrata morta nel 2004 per un cancro che è rimasta impressa nel cuore di molte persone.
L'arcivescovo di Barcellona, il cardinale Lluís Martínez Sistach, ha sottolineato che la causa non si apre per “ringraziare per il lavoro ecclesiale” svolto da Rosa Deulofeu, né per “soddisfare” i genitori, i familiari o gli amici.
“Lo facciamo perché Rosa può essere una buona testimonianza di vita cristiana, soprattutto per i giovani, per i quali ha svolto il suo servizio ecclesiale con la pratica delle virtù, e perché ha vissuto in modo esemplare la sua malattia ancora giovane”, ha detto il cardinale.
Folgori, vento e tuoni assordanti e uno scrosciare di grandine a flagellare la terra: terribili le forze del cielo che si scatenano all'improvviso, ma ancora più terribile la scena che illumina il livore dei lampi. Una fanciulla di sedici anni tende verso l'alto i moncherini di entrambi i polsi in una muta e disperata preghiera, mentre una scimitarra levata in aria sta per abbattersi sul suo collo. L'anno è l'880 e il feroce episodio si svolge in una selva ai piedi dei Pirenei, non lontano dalla cittadina di Jaca, a quel tempo capitale del Regno di Aragona. Quando la testa della fanciulla rotola al suolo, una voce più forte della tempesta proclama dal cielo: "Sia dato a Lei il dono di sedare le tempeste, ovunque sia invocato il suo nome".
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Secondo il ministero della Salute francese, gli aborti nel 2013 sono stati 229 mila, 10 mila in più rispetto al 2012. Nonostante il massiccio uso dei contraccettivi
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Sabato notte si sono riaperti i rubinetti grazie a un apparente accordo ribelli-regime. Ma le due metà della “nuova Sarajevo” sono ancora devastate dalla guerra
Il ddl Cirinnà che introduce il simil-matrimonio gay? Alfano non è d’accordo, però lascerà fare a Renzi. Ma che futuro politico si immaginano lui e i suoi?
Il rapimento è avvenuto nella zona orientale, nei pressi di Sirte. Nel mirino un cittadino egiziano, un nigeriano e un ghanese. I jihadisti hanno diffuso le foto dei loro passaporti. In passato la Libia è stata teatro della decapitazione di una ventina di cristiani copti. Sempre ieri rapiti quattro lavoratori italiani.
«Non si nasce uomini né donne», e infatti «se in italiano possiamo distinguere il sesso di un neonato dalla consonante finale (bambina/bambino), in molte lingue per definire i bambini si usa un termine neutro, che non possiede caratterizzazioni né maschili né femminili». E ancora: «La costruzione del genere inizia fin dall’infanzia, quando vengono indicati pratiche o giochi diversi a seconda del sesso». Sono solo poche frasi tratte da un manuale di antropologia per le scuole superiori (Marco Aime, Ciò che noi siamo). Dove l’autore vada a parare è facilmente intuibile: sesso e genere sono due cose separate, non c’entrano nulla l’una con l’altra, si può nascere maschio ma poi diventare donna e viceversa.
Vogliamo ricordare il cardinale Giacomo Biffi, scomparso in questi giorni, con uno dei suoi libri più interessanti e ancora attuali dal titolo Pinocchio, Peppone, l’Anticristo e altre divagazioni, raccolta di saggi pubblicata nel 2005 dalle edizioni Cantagalli. L’Anticristo a cui si riferisce il titolo è quello tratteggiato dal filosofo e teologo russo Vladimir Sergeevi? Solov’ev (1853-1900) nel suo ultimo libro scritto poco prima della morte “I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo”.
Di tale figura descritta da Solov’ev Biffi mette in luce “l’emblema della religiosità confusa ed ambigua del tempo che oggi stiamo vivendo”. Vede delineati e criticati il “cristianesimo dei valori”, l’enfatizzazione delle “aperture”, l’ossessione del “dialogo” a qualunque prezzo, “dove pare che resti poco della persona unica e inconfrontabile del Figlio di Dio crocifisso per noi, risorto, oggi vivo.