MaM
Messaggio del 25 giugno 2004:Cari figli, anche oggi c’è gioia nel mio cuore. Desidero ringraziarvi perchè rendete relizzabile il mio progetto. Ognuno di voi è importante, perciò figlioli, pregate e gioite con me per ogni cuore che si è convertito ed è diventato strumento di pace nel mondo. I gruppi di preghiera sono forti: attraverso di loro posso vedere, figlioli, che lo Spirito Santo opera nel mondo. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Notizie dai giornali cattolici



GennaioFebbraioMarzoAprileMaggioGiugnoLuglioAgostoSettembreOttobreNovembreDicembre



"Da ROMA a MEDJUGORJE A PIEDI per la quarta volta. La MARCIA ROMA MEDJUGORJE anche quest'anno si ripeterà dal 14 al 24 giugno con tappa finale coincidente con la Marcia Internazionale della pace da Humac. "
Da 42 anni Kong Zhenlan, cattolica della provincia cinese dello Shanxi, accoglie e cresce nella sua casa orfani disabili e bambini abbandonati insieme ai suoi figli. Lei e suo marito hanno iniziato questa opera di carità quando avevano 24 anni. Ora che hanno entrambi 66 anni, 11 dei loro figli adottati sono cresciuti, vivono in modo autonomo e la aiutano in questa missione. “Noi le dobbiamo molto – racconta uno di loro –, senza di lei non saremmo potuti crescere e non avremmo potuto vivere un’esistenza così bella”.
A giudicare dall'ultimo prodotto della conferenza episcopale tedesca, il sinodo sulla famiglia in programma dal 4 al 25 ottobre potrebbe rivelarsi fatica sprecata. Il cardinale Reinhard Marx (nella foto), arcivescovo di Monaco e presidente della conferenza episcopale, l'aveva fatto capire lo scorso 25 febbraio con una battuta che ha fatto il giro del mondo: "Non siamo una filiale di Roma. Ogni conferenza episcopale è responsabile della cura pastorale nel proprio contesto culturale e deve predicare il Vangelo nel proprio modo originale. Non possiamo aspettare che un sinodo ci dica come dobbiamo modellare qui la cura pastorale del matrimonio e della famiglia".
La famigerata legge sul figlio unico, che in Cina da decenni impone a ogni coppi l’aborto di stato dopo la nascita del primo figlio, viene ogni tanto “aggiustata”, ma non eliminata. Negli anni recenti da più parti si è cercato di minimizzare, con zelo sul serio degno di miglior causa, sostenendo che Pechino, anche da questo punto di vista, sta notevolmente cambiando. Ma non è vero, e la corsa di molti, troppi ad applaudire al finto “nuovo corso” cinese francamente urta.
Gv 15, 9-17: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
“Alcuni bambini affetti dalla sindrome di Edwards vivono solo un paio di settimane. Non sono molti quelli che sopravvivono. Altri nascono morti... A noi hanno detto che il bambino sarebbe sopravvissuto forse circa tre minuti”. Con queste parole, Shane Hillman riferisce come i medici avessero assicurato a lui e a sua moglie, Sharron Swales, che il figlio che aspettavano era condannato già prima di nascere e che la cosa migliore che potevano fare era abortirlo. È accaduto due anni fa, un compleanno che il piccolo Alfie Hillman ha potuto festeggiare grazie alla fede pro-vita dei suoi genitori, che hanno rifiutato categoricamente di seguire ciò che dicevano i dottori, sfidando la logica medica per questi casi. I medici hanno diagnosticato che Alfie soffriva già nel grembo materno a 27 settimane di gestazione di una malattia genetica nota come Trisomia 18 e hanno detto ai genitori che non c'era alcuna speranza. La soluzione era l'aborto.
Sono personalmente responsabile di aver eseguito 75.000 aborti. Ciò mi legittima a parlare con autorevolezza e credibilità sull’argomento. Sono stato uno dei fondatori della National Association for the Repeal of the Abortion Laws (NARAL), nata negli Stati Uniti, nel 1968. A quel tempo, un serio sondaggio d’opinione aveva rilevato che la maggioranza degli Americani era contraria a liberalizzare l’aborto. In capo a soli 5 anni, noi riuscimmo a costringere la Corte Suprema degli Stati Uniti ad emettere la decisione che, nel 1973, legalizzò l’aborto completamente, rendendolo possibile virtualmente fino al momento del parto.
Mettere piede a Dachau è addentrarsi nella desolazione. Sono stati appena celebrati i 70 anni della liberazione di questo campo di concentramento, il primo costruito nella Germania nazista. Si trova in Baviera in un luogo nel quale oggi ci sono dei monumenti religiosi e perfino un convento di carmelitane. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha visitato domenica il campo, incontrando alcuni sopravvissuti e mettendo in guardia contro i rigurgiti totalitari in Europa. Dachau è anche un simbolo del ricordo e della riconciliazione. Il visitatore si trova di fronte a monumenti commemorativi di varie religioni in uno dei luoghi che hanno fatto esclamare “Dov'era Dio?” Gli edifici che esistevano all'epoca non ci sono più. Dove ora ci sono elementi religiosi c'erano un padiglione per la disinfestazione, un allevamento di conigli, l'orto e il postribolo, dove le donne che provenivano dal campo di concentramento di Ravensbrück erano costrette a diventare schiave sessuali dei nazisti.
La Santa Sede e il Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco: quali sono le 10 cose da sapere? Le hanno spiegate nella conferenza stampa di presentazione Monsignor Salvatore Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e Monsignor Graham Bell, Sottosegretario del medesimo Pontificio Consiglio.
Sabato 13 giugno 2015 saranno due gli appuntamenti a Roma per ricordare Chiara Corbella Petrillo nel terzo anniversario della sua nascita al Cielo. La mattina, alle 10,30, Messa nella Basilica di San Lorenzo al Verano presieduta da padre Vito D’Amato (a seguire, processione verso la tomba di Chiara). Nel pomeriggio, alle 16,30, testimonianza di don Fabio Rosini nella chiesa delle Sacre Stimmate di S. Francesco, Largo di Torre Argentina. I sacerdoti che volessero concelebrare dovranno portare con sé camice e stola.
Introdotto nel ddl un emendamento per educare alla «parità di genere». Presentate al Quirinale le 180 mila firme raccolte da 41 associazioni.
Alana Newman e Hattie Hart hanno difeso con un articolo gli stilisti che hanno parlato contro la procreazione artificiale. A tempi.it raccontano le loro storie: «Mi sono sempre sentita comprata, mai accolta»
Polemiche prima di portarla all’Expo e polemiche oggi per la sua collocazione da «ospite sgradito». Eppure anche questo inghippo infelice ha qualcosa da suggerirci
Sono terroristi, fanatici sanguinari e tagliagola. Ma quando si tratta del Califfo e dei suoi più fidati collaboratori, non badano a spese e non gli fanno mancar nulla. Del resto, pure Maometto promette ai martiri dell’islam un paradiso con 72 vergini, all inclusive di confort e prelibatezze, come Corano comanda. Con una grande cerimonia di inaugurazione, venerdì 1 maggio l’Isis ha riaperto il Nineveh Oberoi, il più elegante albergo di Mosul nonché di tutto l’Iraq. L’hotel era chiuso da più di dieci mesi, causa guerra, massacri e caccia ai cristiani che hanno tenuto impegnate le milizie del Califfo in questi mesi.
Pare non esserci tribunale francese capace di bocciare un ricorso della Federazione Nazionale Libero Pensiero, associazione che appare in grande spolvero, oltralpe. L'ultimo successo, legittimamente festeggiato con tanto di comunicati a salutare «la nuova vittoria», è legato a quanto stabilito da una corte amministrativa di Rennes, in Bretagna. Ploërmel, ridente cittadina di quella regione, da nove anni ospita in una delle sue piazze una statua che ricorda Giovanni Paolo II. Non certo un capolavoro dell'arte moderna, ma pur sempre un monumento che rende omaggio a un Papa fatto santo. Ieri è giunto l'ordine (sei mesi di tempo per darne esecuzione) di rimuoverla. Il motivo è semplice: contrasta con la Legge del 1905 sulla separazione tra Stato e Chiesa. Nello specifico, recita la sentenza, il problema sta nell'arco che sovrasta il monumento, e in particolare nella croce che «ha un carattere ostentato». La soluzione, insomma, non è troppo dissimile da quella praticata dai miliziani jihadisti al soldo del cosiddetto Califfo Abu Bakr al Baghdadi: mettere in moto il bulldozer e radere al suolo le croci.
Domani, 7 maggio si vota in Gran Bretagna ed è davvero impossibile fare pronostici su chi sarà il vincitore. Il premier uscente David Cameron, conservatore, può vantare la maggior e più rapida crescita economica dei paesi del G7 (+2,6% del Pil nel 2014), ha rilanciato l’occupazione e ridotto il deficit pubblico, ha sfidato l’indipendentismo scozzese con un referendum e lo ha vinto. Tutti ottimi risultati, che però sono contestati dai Laburisti per il rovescio della medaglia: l’austerity. Che in Gran Bretagna è reale e non solo proclamata: grandi tagli ai benefit e alla spesa sociale. I Laburisti, guidati da Ed Miliband, vogliono infatti tornare a un programma sociale duro e puro, scolpito nella pietra in pubblico, come fossero i Comandamenti: più tasse “ai ricchi”, più regole, maggiore spesa sociale. Per questo, il mondo dell’imprenditoria e della finanza, alla vigilia di questo voto si affida a Cameron, mentre nelle precedenti elezioni era equamente diviso fra Conservatori e Laburisti.
Se vivi nei quartieri controllati dal governo sulla testa ti piovono colpi di mortaio e razzi sempre più potenti sparati dai ribelli indiscriminatamente sulle aree abitate dai civili. Se invece vivi in un quartiere controllato da una delle diciotto milizie ribelli (appartenenti ogni sfumatura possibile della galassia jihadista), sulla testa ti piovono le «barrel bomb», i barili di combustibile riempiti di esplosivo e frammenti metallici, sganciati da aerei ed elicotteri dell’esercito siriano.