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Messaggio del 2 febbraio 1992:Tutti i miei figli che cercano l’aiuto del Padre saranno da lui esauditi perché egli li ama tanto e li vuole vedere pieni di gioia. L’unica cosa che debbono fare per ottenere aiuto è pregare, dire al Padre tutto ciò che desiderano. E l’unico modo per parlare con Dio è proprio la preghiera. Preghiamo tutti il nostro caro Padre perché volga il suo sguardo verso quelli che sono tristi, malati e soli. Invitate pure loro a dedicarsi alla preghiera, al digiuno e al sacrificio. Io, la madre, pregherò per loro. Ma non si può ottenere nulla se anch’essi non cercano questo contatto col Padre.

Notizie dai giornali cattolici



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Nel corso degli anni, ho avuto numerose conversazioni con amici e colleghi sul fatto di condividere apertamente la nostra fede cattolica. Resto sempre un po' sorpreso constatando quanto spesso molti di loro esprimano una forte riluttanza ad essere aperti relativamente alle proprie convinzioni. Tra le ragioni che vengono fornite, ce ne sono molte di cui avrete sentito parlare: “Non voglio offendere nessuno” “Non potremmo mai farlo al lavoro” “Non mi piace discuterne al di fuori della mia parrocchia” Ci fermiamo mai a riflettere su quanto spesso le nostre azioni e i nostri pensieri sono influenzati da ciò che gli altri pensano della nostra fede cattolica?
Lo è per tutti i Pontefici, naturalmente. Ma lo è, in modo speciale, per Giovanni Paolo II, il primo Papa slavo, polacco, che ha conosciuto sulla sua pelle le tragedie del XX secolo. E dunque, non si può comprendere la figura di Karol Wojtyla - così come non si può comprendere il suo pontificato, imperniato sulla difesa della persona umana, della sua dignità, dei suoi diritti – senza risalire alle origini, alle radici della sua vocazione, alle diverse situazioni ed esperienze che ha vissuto. Compresa, ed è di questa che si vuole qui parlare, l’esperienza artistica.
Domenica 10 maggio a Roma si svolgerà la V edizione della Marcia per la Vita (su questo sito tutte le informazioni necessarie per partecipare: www.marciaperlavita.it). Altre benemerite iniziative – ricordiamo tra le molte la marcia di Biella e Palermo – chiamano a raccolta credenti e non da tutta Italia per difendere la vita, dal momento in cui l’essere umano viene a esistenza al momento in cui la sua parabola terrena si conclude in modo naturale. Ma di certo la Marcia per la Vita di Roma rappresenta un unicum sia per numero di partecipanti – parecchie migliaia – sia per l’eco massmediatico che suscita, sia per il suo carattere internazionale, sia per la capacità di coinvolgere anche il mondo ecclesiale ai più alti livelli.
La traccia mariana che andiamo a esaminare insieme questa volta cari amici ci porta in una Paese che, per il gran numero di apparizioni mariane che lo hanno interessato, può davvero considerarsi privilegiato. Sto parlando della Francia, dove hanno avuto luogo le apparizioni forse più care alla devozione popolare mariana, cioè quelle di Lourdes, nel 1858. Ma è sempre in Francia che avvengono le apparizioni di Rue du Bac, a Parigi, nel 1830, di La Salette, nel 1846, e di Pontmain nel 1871. Certo, potremmo citare anche altre apparizioni, alcune fondate sulla tradizione dei secoli passati, altre risalenti all’epoca moderna ma ancora in attesa di riconoscimento da parte dell’autorità ecclesiastica competente, altre ancora già ufficialmente riconsociute (mi riferisco in questo caso alle apparizioni di Nostra Signora del Laus, dal 1664 al 1718). Però preferisco rimanere in un secolo particolare, ovvero quell’Ottocento che in Francia si presentava denso di particolari pericoli e rischi per la Chiesa: da una parte l’eredità del razionalismo illuminista, dall’altra il naturalismo e il materialismo di ispirazione massonica che tendevano a negare l’orizzonte spirituale della vita o quanto meno ad attaccare l’autorità della Chiesa e del Papa. Soprattutto, stava germogliando nel XIX secolo quella piaga che San Pio X avrebbe esplicitamente condannato come somma di tutte le eresie: il modernismo.