MaM
Messaggio del 25 giugno 2004:Cari figli, pregate per le famiglie che non hanno ancora conosciuto l'amore di mio Figlio. Ricevete la mia benedizione materna.La Madonna era gioiosa e ha parlato diffusamente della sua vita a Ivanka.

Notizie dai giornali cattolici



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Oscar Romero fu ucciso il 24 marzo 1980 da uno squadrone della morte, mentre celebrava all’altare. Da tre anni era arcivescovo di San Salvador, la capitale del Salvador. A lungo la sua figura è rimasta controversa. Romero è stato trasformato da una parte politica in un simbolo rivoluzionario, mentre la parte avversa lo vedeva come un agitatore comunista. Già all’indomani della morte esisteva un mito politico di Romero, accostato messianicamente a personaggi come Camilo Torres, «Che» Guevara o Salvador Allende. Questo produceva una reazione negativa in chi non si riconosceva in tale pantheon politico.
San Massimiliano Kolbe imparò ai piedi dell’altare l’arte della carità. Alla scuola dell’Eucaristia, il discepolo Kolbe non offre qualcosa di sé, ma «spezza» la sua vita per gli altri, si lascia fare a pezzi, dimostrando ad Auschwitz l’amore più grande. Per lui «l’Eucaristia è la forza dell’anima» e perché il sacramento dell’Eucaristia potesse sprigionare tutta la sua forza ed efficacia, nella sua vita dava molta importanza alla preparazione immediata alla santa Messa e al ringraziamento che la segue, perché diceva che «si può e si deve anticipare e prolungare con il buon adempimento dei propri doveri e con la cura di procurare gioia al cuore di Gesù». «Per una comunione fatta bene occorre metà giornata di preparazione e metà di ringraziamento». Il ringraziamento dopo la Messa lo faceva non meno di 20 minuti ed era totalmente immerso in questa preghiera. Come impiegava questi momenti? A volte si fermava in un’adorazione silenziosa. Per tentare di saperne di più, occorre rifarsi alle raccomandazioni che dava ai suoi confratelli, non senza averle lui stesso messe in pratica. La prima è nella stessa etimologia della parola eucaristia: li esortava a «rendere grazie» per i benefici ricevuti, il più grande fra tutti la venuta del Dio eterno e onnipotente in un cuore umano e fragile.
Oggi e domani il popolo della famiglia tornerà a far sentire la sua voce, scendendo nelle piazze di tutta Italia a difesa della libertà di espressione, la famiglia naturale e il diritto di ogni bambino ad avere una mamma e un papà. Parliamo della seconda veglia nazionale delle Sentinelle in Piedi (clicca qui): dopo il successo di quella dell’ottobre scorso, in cui più di 10 mila persone avevano invaso silenziosamente un centinaio di piazze in tutta la penisola, le Sentinelle in Piedi, «rete di persone, accomunate dalla passione per l’uomo e l’amore per la nostra società», si darà appuntamento nei principali centri italiani per un atto di testimonianza sereno, silenzioso e pacifico (guarda qui l’elenco delle città).
"Signore, manda lo Spirito Santo a dare consolazione e fortezza ai cristiani perseguitati". Il tweet diffuso qualche ora fa Papa Francesco avvia la Veglia di Pentecoste che i Vescovi italiani dedicano in ogni Diocesi della Penisola ai martiri di oggi. Vescovi, sacerdoti, seminaristi, religiosi, uno dopo l’altro, vengono rapiti, torturati, eliminati: l’ultimo in ordine di tempo, a meno di due anni dal sequestro di padre Paolo Dall’Oglio è il padre Jacques Mourad, rapito in Siria. Ogni anno 100mila cristiani vengono assassinati a causa della loro fede, sono 273 al giorno, undici all’ora. E' un genocidio, ma nessuno si mobilita per fermarlo. Basterà, dunque, una sera di preghiera a spezzare questa invincibile catena di orrori e persecuzioni? La Chiesa la propone, perché la domanda al Signore resta la forma più adeguata e radicale per vincere l’odio e arrivare alla pace. Ma soprattutto, perché non si prega per loro, ma per noi, per domandare a questi martiri la forza e coraggio di imitarli.