Scopri le 15 piccole scoperte che si possono fare in un ritiro...
Il “califfo” esorta tutti i musulmani a fare la loro “hijrah”, emigrazione, per passare da un islam di pace a uno di guerra, imitando Maometto e la sua Egira (nel 622). Il messaggio risveglia qualcosa di dormiente nel mondo islamico tradizionalista e salafita. L’islam è pace e guerra ed è tempo per i musulmani di riformare la loro visione della storia. Impossibile paragonare la guerra santa alle crociate.
Perché 800 e più milioni di uomini soffrono la fame? È la grande domanda che molti si fanno, ma non c’è una risposta semplice e univoca. Nei miei numerosi viaggi in paesi extra-europei ho visto quanto è difficile risolvere questa tragedia. Nel 1969 a Moroto, capitale della regione dei Karimojon nel nord dell’Uganda, nella vasta area cintata dei Comboniani si erano rifugiati più di mille indigeni, seduti per terra in attesa di avere acqua e cibo. Un anno di siccità e quasi senza raccolto, li avevano portati a soffrire fame e sete. I pozzi della missione davano acqua e le riserve di mais e grano permettevano di sfamarli. Centinaia di uomini, donne e bambini scheletriti e sconvolti da dolori atroci, fino a non aver quasi più aspetto di persone umane. Ho pensato a Gesù crocifisso. Tutti quei miei fratelli e sorelle, quei bambini per i quali le mamme non avevano più latte, erano crocifissi e io mi sentivo impotente, quasi colpevole. Ricordo indimenticabile, vista anche in India, Bangladesh, Somalia, Namibia, Mozambico, Burkina Faso…. Pregavo e mi chiedevo: Perché, o Signore?
Uno dei più preziosi lasciti di San Giovanni Bosco riguarda il suo contributo alla nascita delle comunicazioni sociali moderne. A metà del XIX secolo, il fondatore dei Salesiani ebbe numerose fortunate intuizioni in merito all’editoria, alla musica, al teatro, alla fotografia, che ne fanno un precursore della grande rivoluzione comunicativa che ha coinvolto la Chiesa Cattolica a partire dal Concilio Vaticano II.
Lo straordinario carisma di don Bosco, la notevole capacità di utilizzo dei mezzi di comunicazione della sua epoca non sono mai state, però, fini a se stesse, venendo per lo più concepite come strumenti a servizio del principale scopo dell’opera salesiana: l’educazione dei giovani.
Un Salesiano che ha vissuto in modo integrale entrambi questi aspetti è don Giuseppe Costa. 69 anni, originario di Gela (CL), don Costa è stato ordinato sacerdote nel 1974, diventando subito direttore di oratorio.
Papa Francesco, a Santa Marta, ribadisce che non è cristiano chi vive sempre nella paura, che è diversa dal timore di Dio, e senza quella gioia che dona lo Spirito Santo
Oggi inizia la Novena di Pentecoste.
Una buona madre è sempre un vero tesoro ed un gran conforto per la sua famiglia. Così Maria madre nostra pietosa sarà certamente sorgente di grazie e di benedizioni alle famiglie dei cristiani sparsi per tutto il mondo. Noi viviamo come in mare burrascoso, come in esigilo, come in valle di lagrime. Or bene Maria è la stella del mare, il conforto del nostro esiglio, la luce che ci rischiara, la via del cielo, è insomma la vita, la dolcezza, la speranza nostra: vita, dulcedo, et spes nostra. Ella a noi si mostra tale coll'ottenerci continui aiuti spirituali e temporali. Maria, dice s. Girolamo, ha un cuor sì pietoso e tenero verso gli uomini, che non è stata mai persona, la quale talmente si affliggesse delle proprie pene, quanto Maria delle pene altrui. Perciò non si tosto scorge un bisogno, che subito ci porta soccorso. Così Maria appena conobbe dall'Arcangelo che la famiglia di Zaccaria e specialmente Elisabetta aveva bisogno di aiuto, in tutta fretta a lei si portò, facendo per aspre montagne un viaggio di circa settanta miglia: abiit in montana cum festinatione. Giunta poi in quella casa avventurata Maria per tre mesi la servi quale umile ancella, nè più l'abbandono finchè più non ebbe bisogno del suo servizio. - Lo stesso ella fece in Cana di Galilea. Trovavasi Maria a nozze invitata con Gesù e altri insigni personaggi, quando in sul più buono del pranzo viene a mancare il vino. Maria coll'occhio suo materno si avvede che gli sposi sono in pena, e si coprono ormai di vergogna. A quella vista Maria si commove e senza punto esserne pregata pensa a portar loro soccorso. Si assunse tosto, come riflette s. Bernardino da Siena, l'uffizio di pia ausiliatrice: officium piae auxiliatricis assumsit non rogata. Figlio, dice sotto voce a Gesù, non hanno vino. Maria pronunzia queste parole con tale espressione da far conoscere che desidera un miracolo in favore di quei suoi divoti, e l'ottiene, e li consola.
«Nel nome della Santissima Trinità, da cui proviene ogni autorità e a cui, come ultimo fine, debbono riferirsi tutte le azioni sia degli uomini sia degli Stati, Noi, il popolo dell’Éire, umilmente ci riconosciamo debitori del nostro Signore divino, Gesù Cristo, che diede sostegno ai nostri Padri lungo secoli di prove…». Il preambolo della Bunreacht na hÉireann, la Costituzione della repubblica d’Irlanda, recita così da quando fu varata nel 1937, ma oggi va stretta a troppi irlandesi. Tanto che la vogliono modificare attraverso un referendum, il 22 maggio. Sì, non è quell’incipit trionfale la preoccupazione primaria dei progressisti dell’Isola Verde, ma non è lo stesso una buona notizia. Fra tre settimane, infatti, gli irlandesi saranno chiamati alle urne per pronunciarsi sui due emendamenti alla Bunreacht ammessi dalla Convenzione costituzionale convocata per la prima volta nella storia del Paese repubblicano il 1° dicembre 2012 e scioltasi il 31 marzo 2014: uno riguarda l’abbassamento da 35 a 21 anni dell’età minima affinché un cittadino irlandese possa candidarsi alla presidenza del Paese, ma l’altro punta a introdurre nell’ordinamento giuridico irlandese il “matimonio” omosessuale.
L'errore più grande è quello di chiuderla a tarallucci e vino dicendo che, alla fine, “so' ragazzi”. Interrompere al motto di “andate via di qui” e “questa è casa nostra” una processione religiosa non era riuscito neanche ai bravi di Peppone per i quali l'affronto massimo poteva essere non togliersi il cappello al passaggio della statua della Madonna o staccare la corrente all'altoparlante mentre il prete parlava.
Incontrare, anche se per poco tempo, Philippe Ariño, cattolico, Sentinella in Piedi con tendenze omosessuale, rimane un’esperienza unica. Forse per la sua personalità così enigmatica ed esuberante, forse per l’esperienza che la vita in soli trent’anni gli ha dato, portandolo a essere insegnante di spagnolo, scrittore, critico d’arte, cantante, blogger e ora a cercare di aprire un’accademia d’arte. O forse perché ciò che afferma sui temi dell’omosessualità è così incredibilmente vero, da mettere in crisi la “dittatura del pensiero unico” del gender che si sta impadronendo della nostra società.
Sono personalmente responsabile di aver eseguito 75.000 aborti. Ciò mi legittima a parlare con autorevolezza e credibilità sull’argomento. Sono stato uno dei fondatori della National Association for the Repeal of the Abortion Laws (NARAL), nata negli Stati Uniti, nel 1968. A quel tempo, un serio sondaggio d’opinione aveva rilevato che la maggioranza degli Americani era contraria a liberalizzare l’aborto. In capo a soli 5 anni, noi riuscimmo a costringere la Corte Suprema degli Stati Uniti ad emettere la decisione che, nel 1973, legalizzò l’aborto completamente, rendendolo possibile virtualmente fino al momento del parto.
Come ci riuscimmo? È importante capire le strategie messe in atto perché esse sono state utilizzate, con piccole varianti, in tutto il mondo occidentale al fine di cambiare le leggi contro l’aborto.
“Dietro tante buone maniere si nascondono cattive abitudini”. Sono le parole di papa Francesco pronunciate nei giorni scorsi in riferimento alla famiglia. Un monito a vivere il Cristianesimo pienamente anche e soprattutto all’interno del nucleo fondamentale della società. Un avvertimento che va dunque letto sia nei rapporti tra coniugi e con i figli, ma anche come l’espressione tangibile del concepire il proprio cammino all’interno di un percorso di fede.
Ma come vivono le famiglie cristiane nel mondo? In modi totalmente diversi, a seconda che si abiti a Roma, nella culla del cattolicesimo, piuttosto che a Mosul in Iraq, o in Sud America o dall’altra parte del globo, in Australia.