MaM
Messaggio del 13 dicembre 1984:Cari figli, sapete che si avvicina il tempo della gioia (il Natale), ma senza amore non conseguirete nulla. Perciò prima tutto iniziate ad amare la vostra famiglia, ad amarvi a vicenda nella parrocchia, e dopo potrete amare ed accogliere tutti coloro che vengono qui. Questa settimana sia per voi la settimana in cui dovete imparare ad amare. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Notizie dai giornali cattolici



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Nick Magnotti, un padre americano di 27 anni, recentemente scomparso a causa di una forma rara di tumore all'appendice, ha lasciato un video messaggio alla sua bimba di 11 mesi. Una testimonianza di fede reale che sta commuovendo tutta l'America. Rivolgendosi alla figlia le dice che è morto senza paura perché è cristiano e che d'ora in avanti Dio continuerà a vegliare su di lei, proprio come un vero padre. "Io non ho paura della morte. Lo posso dire perché sono un cristiano, perché so che sto andando in un posto migliore. Io so perché non mi sento spaventato. Dio mi ha dato questa pace e questa benedizione." Le ultime parole di Magnotti "Vorrei che tutti potessero sperimentare la pace che sto provando io".
Il fratello di due dei cristiani copti decapitati di recente in Libia ha ringraziato pubblicamente in televisione gli assassini dei suoi fratelli per aver incluso nel video dell'esecuzione la dichiarazione di fede dei due uomini. È impressionante il dialogo che si è svolto in diretta su SAT-7, la televisione ufficiale dei cristiani in Medio Oriente, con il fratello di due dei 21 cristiani copti decapitati dai terroristi dell'ISIS in Libia. La registrazione è in arabo con sottotitoli in inglese. Ecco la traduzione in italiano realizzata da Aleteia.
L'arcivescovo di Calcutta (India), monsignor Thomas D'Souza, ha negato le affermazioni del dirigente nazionalista induista Mohan Bhagwat, per il quale la beata Madre Teresa cercava di convertire gli induisti al cristianesimo.
Di ebola non si parla quasi più, ma continua a uccidere: i morti sono ormai 9.675, stando al bollettino dell’Oms del 26 febbraio. Tra le ultime vittime c’è anche Augustine Baker, un cittadino della Sierra Leone, deceduto il 24 febbraio: un eroe non celebrato che per mesi, pur consapevole del rischio, si è prodigato instancabilmente per assistere e proteggere i bambini resi orfani dall’epidemia. Lavorava in un orfanotrofio fondato nel 2004 alla periferia della capitale Freetown da una associazione non governativa britannica e che, prima dell’epidemia, si occupava dei bambini di strada. Zaino in spalla – così lo ricordano i colleghi – penna e taccuino a portata di mano raccoglieva informazioni e andava a cercare i bambini senza più genitori per portarli all’orfanotrofio, recandosi se necessario anche nelle comunità più a rischio. «Era ben conscio del pericolo – dice di lui Philip Dean, uno dei fondatori della struttura – ma lo faceva lo stesso perché sapeva che bisognava farlo».
Nel tempo di Quaresima ci fa compagnia il nuovo ciclo di catechesi di don Fabio Rosini: Naufragare o approdare? Viaggio nell'antropologia biblica. Seconda puntata: Sazietà.