Tra i mesi devozionalmente qualificati, ottobre è il mese del Rosario. L’origine è relativamente recente e si deve al domenicano spagnolo Giuseppe Moran († 1884). L’iniziativa ottenne il favore di Leone XIII, che nella lettera Supremi apostolatus del 1.9.1883 scrisse: «vogliamo che tutto il mese di ottobre dell’anno in corso sia consacrato e dedicato alla celeste Regina del Rosario». Dopo questa data e sino al 1898 seguirono altri 11 documenti - dunque 12 in tutto - che verso l’inizio di settembre raccomandavano la preghiera del Rosario durante il mese di ottobre. Anche san Giovanni XXIII volle promuovere il mese di ottobre con la lettera Grata recordatio (26.9.1959), appunto il “grato ricordo” delle lettere di Leone XIII nell’animo dell’allora giovane Roncalli.
Partiamo da un articolo di legge, l’art. 12 comma 6 della legge 40: «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro». Più chiaro di così si muore: in Italia, almeno fino ad oggi, è ancora vietata la pratica dell’utero in affitto e non si possono comprare né gameti né embrioni. Chi lo fa commette un reato. Nonostante questo c’è qualcuno che ha deciso di avviare sull’italico suolo il business delle madri surrogate e degli embrioni venduti.
Al momento attuale nella Chiesa non esiste una materia più importante da trattare della verità sul matrimonio. In un mondo nel quale l’integrità del matrimonio è sotto attacco già da molti decenni, la Chiesa è rimasta sempre l’araldo fedele della verità del piano di Dio per l’uomo e la donna, nella unione fedele, indissolubile e procreativa del matrimonio. Nel presente momento, certamente sotto la pressione di una cultura totalmente secolarizzata, confusione e perfino errore sono entrati nella Chiesa e minacciano di indebolire o compromettere gravemente la testimonianza della Chiesa, a detrimento della intera società.