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Messaggio del 22 ottobre 1985:Voi ancora non capite il grande amore che io nutro per voi e vi offro. Affrettatevi a comprenderlo! Quando finiranno le apparizioni potrebbe essere tardi.

Notizie dai giornali cattolici



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Lunedì 26 ottobre ore 21 - Sala di Via S. Antonio, 5 – Milano. Considerato uno dei saggisti più dibattuti del nostro tempo, apprezzato dalla stampa d’Oltralpe, pensatore provocante e paradossale, Fabrice Hadjadj arriva a Milano invitato dal cMc – centro culturale milanese. Lunedì sera p.v. si terrà – a partire dalla sua ultima opera – il dibattito L’io, la famiglia, la società: alle radici della generazione. Al centro della discussione alcuni dei capisaldi del pensiero di Hadjadj: la famiglia anarchica e al tempo stesso nucleo politico fondamentale. Poi l’impatto delle nuove tecnologie sulla vita degli individui, e ancora la mistica della carne, del sesso, di cui l’autore è fervente assertore. Niente posizioni di retroguardia. Niente schieramenti o ideologia. Molto pensiero, invece, in cerca di un confronto non scontato, capace di osare posizioni anche politicamente scorrette, nei giorni del Sinodo e di un dibattito feroce sull’istituzione famiglia che, pure, molte volte, delude per la sua ovvietà, per i presupposti ideologici che obliterano posizioni spesso urlate e rivendicate. La posta in gioco non è da poco: a muovere gli scritti di Hadjadj c’è dichiaratamente il sogno di un’umanità ancora libera, non manipolata, realmente solidale.
Vaibhav, due anni e mezzo, e la sorella Divya, di nove mesi, sarebbero morti per una diatriba su un cellulare da 27 euro. I membri di una casta elevata hanno incendiato la loro casa. La madre è ricoverata in condizioni critiche, il padre ha ustioni a entrambe le mani. Cinque poliziotti sospesi per negligenza. Attivista per i diritti di dalit e tribali: “Nessun governo è in grado di contenere o fermare la violenza senza pietà contro le caste più basse. Polizia e governo non si assumono le proprie responsabilità e fanno apparire gli altri come non sinceri”.
“Ai nostri giorni l’onore della fedeltà alla promessa della vita famigliare appare molto indebolito”, per “un malinteso diritto di cercare la propria soddisfazione, a tutti i costi e in qualsiasi rapporto”, “esaltato come un principio non negoziabile di libertà”. “D’altra parte, perché si affidano esclusivamente alla costrizione della legge i vincoli della vita di relazione”. Ma “l’amore, come anche l’amicizia, devono la loro forza e la loro bellezza proprio a questo fatto: che generano un legame senza togliere la libertà: l’amore è libero, la promessa della famiglia è libera e questa è la bellezza!”.
Un cristiano assiro si sveglia, va a lavorare e, con sorpresa e raccapriccio, trova una scritta sul muro del suo ristorante: “Il Califfato è qui. Convertitevi o morirete”. Il suo locale è marcato con la nota N araba (la lettera nun) che vuol dire: “Nazareno”, cioè cristiano. Chi si ritrova con questo simbolo sul negozio sa che non avrà vita facile, che sarà braccato in quanto cristiano. Sono scene quotidiane, ormai, nelle aree occupate dall’Isis in Iraq e in Siria. Ma nel nostro caso, non parliamo di Mosul o Ninive, ma di: Göteborg, Svezia, in piena Unione Europea.
Molti dei temi caldi toccati nel Sinodo ed oggetto di dibattito dai media erano stati affrontati e chiariti in modo magistrale da san Giovanni Paolo II, di cui domani 22 ottobre si fa memoria liturgica. Spigoliamo allora tra i suoi scritti per rintracciare alcune riflessioni del Papa santo su argomenti oggi messi in discussione come il ruolo della coscienza, il rapporto tra dottrina, pastorale e misericordia e il tema della legge della gradualità, riflessioni la cui validità rimane immutata. Essi peraltro dimostrano che certe deviazioni sono tutt'altro che nuove.
Le relatio dei circoli minori sulla terza parte dell’Instrumentum laboris dovevano essere presentate ieri, invece, lo saranno oggi. I lavori si sono protratti oltre il previsto, ma una cosa la possiamo affermare: dopo gli oltre 700 modi, cioè emendamenti e precisazioni, piovuti sulle prime due parti dell’Instrumentum, ce ne sono tantissimi anche sulla discussa terza parte, quella che contiene gli elementi più dibattuti dentro e fuori l’Aula del Sinodo.