MaM
Messaggio del 28 luglio 1985:Da quanto tempo non incontrate Gesù come amico! E da quanto tempo non incontrate me come Madre! In questi giorni meditate su questo e decidetevi di cambiare qualcosa.

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«Sapevo ben poco dei coniugi Martin, solo quanto accenna santa Teresina nei suoi scritti», dice padre Antonio Sangalli, frate del Carmelo di Monza. Eppure proprio lui è diventato il postulatore della causa dei primi santi sposi della storia della Chiesa che verranno canonizzati il 18 ottobre prossimo, «guarda a caso proprio durante il sinodo della famiglia». Sangalli racconta a tempi.it come è diventato testimone involontario sia del primo sia del secondo miracolo, necessari a dichiarare la santità dei coniugi Luigi e Zelia Martin. Tutto è cominciato nel giugno 2002, quando una coppia di sposi, Valter e Adele Schilirò, di cui Sangalli è confessore, gli domandarono il battesimo per i figlio neonato, Pietro, la cui condizioni erano state dichiarate incompatibili con la vita dai medici: «A dire il vero, cercai di defilarmi e dissi loro di far battezzare il bambino al cappellano dell’ospedale. Ma non mi diedero scelta, così mi misi a cercare il rito del battesimo in articulo mortis e, mentre lo facevo, mi capitò fra le mani un’immaginetta degli allora venerabili coniugi Martin, con una preghiera sul retro. Sapevo che anche loro avevano perso quattro figli e che li avevano offerti a Dio con fede. Mi parve perfetta e, quando la famiglia Schilirò mi venne a prendere, diedi loro l’immaginetta dicendo ai bambini che dovevano pregare affinché anche mamma e papà riuscissero ad affrontare con fede la morte di Pietro. Temevo perdessero il senno per la disperazione».