Un giorno, non si sa in che anno, Don Bosco sognò di trovarsi nella Basilica di San Pietro, entro la grande nicchia che si apre sotto il cornicione, a destra della navata centrale, perpendicolarmente alla statua di bronzo del Principe degli Apostoli, e al medaglione in mosaico di Pio IX. Egli non sapeva come fosse capitato lassù e non si dava pace. Guarda attorno se vi sia modo di scendere, ma non vede nulla. Chiama, grida, ma nessuno risponde. Finalmente, vinto dall’angoscia, si sveglia.
Se qualcuno, udendo questo sogno, allora avesse creduto di scorgervi un senso profetico, si sarebbe detto che sognava a occhi aperti. Ma oggi, proprio dall’alto di quella nicchia, sorride il magnifico Don Bosco del Canonica.
Questo monumento, degno della Basilica vaticana, è un colossale gruppo marmoreo, in cui la figura di Don Bosco misura metri 4,80 di altezza, senza tener conto del piedestallo di oltre un metro di altezza. Don Bosco è rappresentato nell’atto che con nobile gesto della destra indica l’altare papale a due giovani, da lui avvolti con la sinistra in ampio amplesso paterno. Questi sono San Domenico Savio e il venerabile giovane patagone Zeffirino Namuncurà, figlio del Gran Cacico convertito con la sua tribù dal cardinal Cagliero.
I due giovani pare pendano dal suo labbro per ascoltare, perpetuata nel marmo, quella professione di fedeltà al Papa, che è stata la divisa inviolata di Don Bosco. Tale atteggiamento, mentre risponde alla fedeltà storica, non isola la statua nella sua nicchia come un puro elemento decorativo, ma ne fa un elemento organico del tempio vaticano.
«In questo monumento, concezione ed espressione toccano il vertice dell’arte. Il Canonica, scultore di fama mondiale e Accademico d’Italia, svincolandosi dalle meticolosità fotografiche e sorpassando gli atteggiamenti tradizionali di Don Bosco dipinto e scolpito, ne fissò energicamente la grandezza spirituale in una creazione che appartiene all’arte veramente degna di questo nome».
Traspare infatti «il carattere meditativo del Santo, la sua forza intellettuale, la sua antiveggenza di santo e di apostolo; ciò che, sposato al sorriso paterno della sua forte bocca, integra bene il suo carattere esuberante di carità e di amore» (G. De Mori).
Il monumento fu inaugurato il 31 gennaio 1936 e benedetto dal cardinal Pacelli, il futuro Pio XII, tra l’entusiasmo di 20.000 giovani, tra i quali 10.000 rappresentavano, per disposizione del Ministero, le Scuole di Roma.
La nicchia assegnata da Pio XI a Don Bosco si può ben dire nicchia d’onore, perché s’innalza sopra la statua di San Pietro ed era rimasta vuota per secoli. Coloro poi che vissero negli ultimi anni del Santo non potevano contemplarlo lassù senza ra,nmentare il sogno citato, che avevano udito raccontare da ragazzi. Nessuno, e lui meno di tutti, allora avrebbe mai immaginato quale arcano si potesse nascondere sotto il velo dello strano sogno.
«Se vedeste un bambino mentre viene pestato a sangue senza poter intervenire, cosa fareste?», queste sono le parole con cui don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, inaugurava a Rimini 16 anni fa un momento di preghiera pubblica di fronte agli ospedali. L'esperienza continua ininterrottamente ogni martedì, nel giorno in cui si praticano gli aborti, e da allora si è diffusa in diverse città in tutta Italia.
Ci sono pronunciamenti oppure orientamenti della Chiesa cattolica su come comportarsi nel caso del rapimento di un religioso in zone di guerre? L'ultimo caso in ordine di tempo è quello del sacerdote cristiano Murtada Ablahad, di 44 anni, che sarebbe stato ucciso dai jihadisti dell'Isis a Mosul, nel nord dell'Iraq (Ansa, 20 gennaio).
Il destino non ha lasciato solo l'uomo. La vita di San Giovanni Bosco, per tutti Don Bosco, si può riassumere in questa frase. Una personalità straripante, sempre allegra, e con una genialità educativa che ha cambiato la vita dei giovani e di chiunque lo incontrasse. La società dell’allegria. L’oratorio di don Bosco: “Questa è la mia casa" è la mostra itinerante per bambini e adulti che illustra i tratti distintivi della sua umanità e racconta le opere nate proprio dal suo desiderio di bene per l'uomo. Maria Serra, direttore editoriale “Piccola Casa Editrice” ci introduce all'esposizione che sta raccogliendo grande consenso in tutta Italia.
Nel mondo di oggi sembra che l'unico gesto d'amore tra due persone sia un atto sessuale. A parte la bellezza e la virtù dell'amore tra un uomo e una donna, tendiamo a dimenticare la castità come via per il vero amore, modo per prepararci al matrimonio e chiamata a vivere veramente una vita di vocazione come giovane uomo o donna.
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