Il sogno delle due colonne
Tra i sogni di Don Bosco, uno dei più noti è quello conosciuto con il titolo di «Sogno delle due colonne». Lo raccontò la sera del 30 maggio 1862.
«Figuratevi — disse — di essere con me sulla spiaggia del mare, o meglio sopra uno scoglio isolato, e di non vedere attorno a voi altro che mare. In tutta quella vasta superficie di acque si vede una moltitudine innumerevole di navi ordinate a battaglia, con le prore terminate a rostro di ferro acuto a mo’ di strale. Queste navi sono armate di cannoni e cariche di fucili, di armi di ogni genere, di materie incendiarie e anche di libri. Esse si avanzano contro una nave molto più grande e alta di tutte, tentando di urtarla con il rostro, di incendiarla e di farle ogni guasto possibile.
A quella maestosa nave, arredata di tutto punto, fanno scorta molte navicelle che da lei ricevono ordini ed eseguiscono evoluzioni per difendersi dalla flotta avversaria. Ma il vento è loro contrario e il mare agitato sembra favorire i nemici.....
Uno, padre Najeeb Michael, è iracheno e indossa un abito bianco, ha reso noto la National Public Radio. L'altro è padre Columba Stewart, un texano alto e magro, vestito di nero e con occhiali dalla montatura dello stesso colore. Entrambi sono religiosi domenicani.
Padre Bernard Kinvi è un sacerdote di 32 anni del Togo che gestisce una missione nella Repubblica Centroafricana. All'inizio del 2014, padre Kinvi ha salvato da solo la vita di oltre mille musulmani che fuggivano dalle milizie inferocite, ospitandoli nella chiesa locale. Il sacerdote ha agito mettendo seriamente a rischio la propria vita.
Dio ha "adottato" me. Per questo io do tutta la mia vita per salvare questo piccoli abbandonati. La storia di Lee Jong-rak non può non toccare le fibre più profonde dell'anima e della coscienza umana. Tanto che la sua testimonianza di vita, universalmente riconosciuta, è diventata un docu-film girato a Seul, in Corea del Sud. "The Drop Box" - questo il titolo - che uscirà i primi giorni di marzo 2015, sta già catturando l'attenzione del popolo coreano, portando alla luce un problema non secondario come l'abbandono dei neonati nei primissimi giorni di vita.
Una scultura della Vergine Maria rimasta carbonizzata dopo gli attacchi dei musulmani a metà del mese a Niamey (Niger) ha ravvivato la fede dei cristiani in questo Paese africano. L'arcivescovo emerito della capitale, monsignor Michel Cartatéguy, ha esortato i sacerdoti a conservare le ceneri delle loro parrocchie incendiate per utilizzarle a Pasqua.
«C’è un modo sbagliato di impostare la pastorale nella Chiesa, che è quello di cercare di risolvere i problemi. La pastorale invece dovrebbe avere al centro una proposta positiva, aiutare la gente a vivere una bellezza». A ribaltare la prospettiva con cui anche al recente Sinodo straordinario si è parlato di famiglia è Stephan Kampowski, docente ordinario di Antropologia Filosofica all’Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi su Matrimonio e Famiglia, presso la Pontificia Università Lateranense a Roma. Kampowski, oltre ad avere scritto diversi saggi sul tema della famiglia, è anche autore di un libro scritto a quattro mani con Juan Josè Perez-Soba – Il vangelo della famiglia nel dibattito sinodale oltre la proposta Kasper (Cantagalli, 2014) – che ha animato il dibattito prima e durante il Sinodo. Lo incontriamo nel suo piccolo ufficio di docente universitario che condivide con il filosofo polacco Stanislaw Grygiel.