Da New Liturgical Movement un interessante e commovente video della Messa solenne di Mezzanotte del 1962 celebrata nella chiesa, stracolma di sacerdoti e di seminaristi, dell’Ushaw College di Dhuram, in Inghilterra.
Il College fu fondato nel 1808 dagli studenti del Collegio inglese di Douai, in Francia, fuggiti a seguito della persecuzione anti-cattolica. Nel 1968 fu affiliato alla Università di Durham.
Mc 1, 21-28: Insegnava loro come uno che ha autorità.
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnaménto nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
24 ore per dare espressione alla necessità della preghiera. E' l'auspicio espresso da Papa Francesco nel messaggio per la Quaresima 2015. Bergoglio invita a "non trascurare la forza della preghiera di tanti" ed è in questa direzione che va l'iniziativa 24 ore per il Signore. Ma di cosa si tratta esattamente?
Pio XII e la Shoah: fiumi d’inchiostro sono scorsi in merito all’accusa rivolta al pontefice di essere stato troppo “tiepido” di fronte all’orrendo e sistematico sterminio degli ebrei che si stava consumando prima e durante la seconda guerra mondiale. Nemmeno l’opera dispiegata da conventi e istituti religiosi cattolici per nascondere e proteggere migliaia di ebrei e perseguitati è servita a convincere dell’impegno di Pio XII contro il nazismo. Sebbene sia noto il sostegno che a questa rete di protezione attivata dai conventi venisse dall’allora sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Montini (futuro Paolo VI), uno dei diretti collaboratori di Pio XII, l’ombra del sospetto continua a gravare su Eugenio Pacelli, per alcuni il “Papa di Hitler”.
Inviati nelle scuole mille “ambasciatori della laicità”, il 9 dicembre un’apposita “Giornata” celebrativa. Il cardinale di Parigi: «Ma non è una religione»
L’Arcidiocesi di Cebu, nelle Filippine, lo scorso 17 dicembre ha emanato una circolare con alcune direttive sulla disposizione dell’arredo liturgico nelle chiese. La circolare richiama continuamente a una non ben precisata Conferenza liturgica della Commissione sulla Liturgia della Conferenza Episcopale delle Filippine. Le indicazioni relative ad altare, ambone, candele, etc. si situano chiaramente in una linea che, potremmo chiamare, minimalista. Basti pensare a quella che riguarda la presenza del crocefisso sull’altare: in barba alla raccomandazione di Benedetto XVI ed al suo esempio, «il crocefisso», dice la circolare, «può essere messo vicino all’altare… Non si esorta a porre un piccolo crocefisso sull’altare, se c’è già un crocefisso visibile nella chiesa o cappella. Se invece non c’è un crocefisso nella chiesa o cappella, allora si può mettere un piccolo crocefisso sull’altare, con il corpo rivolto verso i fedeli e non verso il sacerdote».
All'udienza generale del 28 gennaio 2015 Papa Francesco ha ripreso le sue catechesi sulla famiglia, proponendo una meditazione sulla figura del padre e una drammatica denuncia della «società senza padri» contemporanea.
Sono ormai moltissimi i vescovi che si sono espressi a favore delle unioni omosessuali «purché non si chiamino matrimonio». Tra le tante, ricordiamo la presa di posizione di monsignor Bruno Forte che, durante la presentazione della «Relatio post disceptationem» del recente Sinodo straordinario ha esclamato: «Non si può escludere la codificazione di diritti per le coppie omosessuali, è un discorso di civiltà!». Anche molti laici influenti hanno ammesso la possibilità di riconoscere pubblicamente le unioni omosessuali «purché non si chiamino matrimonio» e purché non si pretenda l'adozione di bambini da parte di genitori con tendenze omosessuali.
«Al principio del dialogo c’è, dunque, l’incontro». Impossibile non essere d’accordo con le parole pronunciate da papa Francesco in occasione della sua visita al Pontificio di Studi Arabi e Islamici a Roma nei giorni scorsi, ma altrettanto difficile è realizzare l’incontro. Il riferimento è al dialogo islamo-cristiano, cui tanto si è dedicato il Pontificio Istituto anche attraverso alla preziosa rivista Islamo-Christiana, un dialogo che il Pontefice ammette «esige pazienza e umiltà che accompagnano uno studio approfondito, poiché l’approssimazione e l’improvvisazione possono essere controproducenti o, addirittura, causa di disagio e imbarazzo». Come ha sottolineato Papa Francesco «c’è bisogno di un impegno duraturo e continuo al fine di non farci cogliere impreparati nelle diverse situazioni e nei differenti contesti. Per questa ragione si esige una preparazione specifica, che non si limiti all’analisi sociologica, ma abbia le caratteristiche di un cammino tra persone appartenenti alle religioni che, pur in modi diversi, si rifanno alla paternità spirituale di Abramo».
La Corte Europea dei diritti dell’uomo fa pressing sull’Italia perché riconosca la pratica dell’utero in affitto. Questa è la sintesi di una sentenza emessa ieri dai giudici europei (Echr 028-2015) che riguarda una coppia di nostri connazionali. Questi i fatti. I coniugi Donatina Paradiso e Giovanni Campanelli non riescono ad avere figli e così dopo aver tentato con la fecondazione artificiale di tipo omologo ecco che volano a Mosca per avere un bambino tramite la pratica dell’utero in affitto. Si rivolgono quindi alla società legale Rosjurconsulting affinché istruisca la pratica. Il bebè nasce il 27 febbraio 2011 a Mosca grazie ad una donna che si è offerta di portare a termine la gestazione. Il bambino non è figlio genetico né della signora Paradiso né del marito. Per la legislazione russa il figlio è però di coloro che lo hanno “commissionato”.