MaM
Messaggio del 12 aprile 1984:Cari figli, oggi vi prego di smettere con i pettegolezzi e di pregare per l'unità della parrocchia, perché io e il mio Figlio abbiamo un progetto speciale nei confronti dei questa parrocchia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Notizie dai giornali cattolici



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Grazie a loro figlia, due genitori riscoprono l’amore per il Padre ed esorcizzano la paura della morte.
Nell’ultimo anno, in Egitto si è molto parlato di Islam Yakan, un giovane cresciuto in una famiglia benestante e partito a combattere il jihad in Siria tra le fila dello Stato Islamico. Nel settembre scorso un giornale egiziano avevano ricostruito la sua storia raccogliendo le testimonianze di genitori, vicini di casa e amici. Ma è stato lo stesso ragazzo ha rivelare i dettagli del suo arruolamento in un racconto pubblicato sul sito justpaste.it. Islam racconta il suo percorso da svogliato studente di diritto all’Università ‘Ayn Shams del Cairo a combattente jihadista, passando per il lavoro di trainer in una palestra e la predicazione islamica nelle strade della capitale egiziana: «tutta la mia vita era fatta di allenamento, predicazione, moschea e memorizzazione del Corano».
Papa Francesco nel messaggio per la Quaresima 2015 mette in guardia i cristiani dalla tentazione dell’indifferenza. Intervista a Roy, segretario generale di Caritas internationalis.
Mentre percorreva la Pennsylvania Avenue sul lato nord-est del Campidoglio giovedì pomeriggio, il dottor Antony Levatino ha guardato le migliaia di persone dietro di lui e ha provato una sincera solidarietà nei confronti degli altri partecipanti alla marcia.
C’era una volta la legge fatta di prescrizioni e divieti, di sangue di tori e capri, “sacrifici antichi” che non avevano né la “forza” di “perdonare i peccati”, né di dare “giustizia”. Poi nel mondo venne Cristo e con il suo salire sulla Croce – l’atto “che una volta per sempre ci ha giustificato” – Gesù ha dimostrato quale fosse il “sacrificio” più gradito a Dio: non l’olocausto di un animale, ma l’offerta della propria volontà per fare la volontà del Padre.
Quella che segue è la storia di un caso reale di cui si è occupata una clinica di aiuto psicologico. I nomi e i luoghi sono fittizi, ma la storia, così come la patologia, è vera al 100%. Jack era sui quaranta e si trovava in una tappa della vita nella quale essere padre era il suo grande sogno. Aveva conosciuto Louise, che aveva già un figlio da una relazione precedente e aveva acconsentito senza grande entusiasmo ad avere un secondo figlio con Jack.
Dicono che per capire l’Olanda di oggi, atea e laica, multiculturale e accogliente, bisogna tornare con la memoria agli anni Settanta, quando sui campi di calcio d’Europa imperversava la mitica Arancia meccanica di Rinus Michels, monumento nazionale di cui parlò bene perfino Johan Cruijff, che in morte del tecnico che rivoluzionò il calcio oranje mise da parte la sua proverbiale boria e riconobbe nel maestro la grandezza del leader. Era, quella, la prima Nazionale di calcio libertina della storia, che rifiutava quei codici etici o pseudo-etici che tanto di moda vanno oggi, che infranse il divieto quasi parasacrale dell’astinenza dai rapporti sessuali prima delle partite. Così, mentre gli altri si preparavano con rassegnazione a passare un mese sulle lavagne tattiche a studiare mosse e contromosse per portarsi a casa il trofeo, loro si divertivano. Talmente spavaldi che si potevano permettere di stravolgere ogni norma fin lì codificata; così forti da piazzare tra i pali della porta in un Mondiale un gentiluomo trentaquattrenne che neppure era professionista. Furono loro i primi a portarsi mogli e fidanzate e amanti in ritiro.
Cinque uomini con il volto coperto sono entrati stamattina in un hotel di lusso di Tripoli, capitale della Libia, prendendo ostaggi e uccidendo otto persone. La loro irruzione nel Corinthia Hotel (foto a destra), che ospita spesso diplomatici e funzionari, è stata preceduta dallo scoppio di un’autobomba nel parcheggio dell’albergo, il cui staff di origine maltese è stato evacuato. L’attentato, che si è concluso da poco, è stato già rivendicato dallo Stato islamico come vendetta per la morte del membro di al-Qaeda «Abu Anas al-Libi». Uno dei jihadisti è stato catturato, gli altri quattro si sono fatti esplodere.
Si è concluso il 15 gennaio l'incontro tra i Presidenti delle Commissioni Dottrinali delle Conferenze Episcopali Europee, le task force dei vescovi che vegliano sulla custodia del “deposito” della fede. Alla presenza dei Superiori della congregazione vaticana dell'ex Sant'Ufficio, tra cui il cardinal Gherard Müller e monsignor Ladaria, i vari rappresentanti europei si sono incontrati nel cuore religioso dell'Ungheria. All'apertura dei lavori, Müller ha dato lettura di una missiva inviata da Papa Francesco dove si sottolinea l'importanza di questi organismi, «la loro responsabilità per l’unità e l’integrità della fede nonché per la sua trasmissione alle giovani generazioni» .