«Urgente. I soldati dell’Isis hanno catturato 21 crociati cristiani». Recita così un messaggio rilasciato da un gruppo jihadista e verificato da SITE Intelligence Group. Insieme al messaggio, sono state pubblicate anche tre foto con un gruppo di uomini. Contemporaneamente, un portavoce del ministero degli Esteri egiziano ha confermato che 20 cittadini egiziani sono stati rapiti in Libia.
Suheila vive in un container e lo ritiene un enorme passo avanti rispetto a pochi mesi fa, quando doveva dormire per terra. Un tempo che sembra ormai lontanissimo, anche se dista solo sette mesi, casa sua era Mosul, la città irachena conquistata a giugno dallo Stato islamico. Oggi invece è lo Sports Club Center di Ankawa, quartiere di Erbil, capitale del Kurdistan. «Grazie, grazie», dice con la sua voce da anziana a chi le dà notizia del cambio di domicilio. «Questo è davvero un grande passo avanti e sono grata. Ma in generale, ovviamente, questa non è più vita. Abbiamo perso tutto e la cosa peggiore è che non sappiamo quando e se saremo in grado di tornare nella nostra terra natia».
«Nessuna autorità, compresa quella del Papa, può rompere un vincolo coniugale quando ha raggiunto la sua perfezione sacramentale perché è Cristo che vi ha sposati, che vi ha “vincolati” l’uno all’altro». Il cardinale di Bologna, Carlo Caffarra, lo ribadisce più volte perché sa che questo il punto nodale su cui una parte di ecclesiastici vorrebbe fare leva per scardinare l'istituto matrimoniale, partendo dal riconoscimento delle coppie omosex e della comunione ai divorziati risposati.
Kolinda Grabar Kitarovi? è la nuova Presidente della Repubblica di Croazia. Dopo un appassionante testa a testa con il candidato socialdemocratico Ivo Josipovi?, Presidente uscente, la candidata del centro-destra ha alla fine prevalso con il 50,74% dei suffragi, una differenza di soli trentaduemila voti su un totale di due milioni duecentomila voti validi.
Se su qualcosa di fondamentale tu non sei d’accordo con me allora tu mi odi. Perciò ho diritto di chiedere alle autorità di impedirti di esprimere e di affermare pubblicamente il tuo convincimento. Questo equivoco, che è l’inizio di una tirannide, sta alla base della pretesa di bollare come “omofobia”, ossia come odio per l’omosessuale, la posizione di chi è convinto che eterosessualità e omosessualità non siano due realtà equivalenti.
La strage attuata da militanti del terrorismo islamico presso la sede del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi induce il nostro Osservatorio ad esprimere alcune considerazioni, dato che quell’atto ha riproposto drammaticamente i gravi problemi della convivenza tra religioni diverse, il senso della democrazia e della libertà di espressione, l’uso della violenza e il terrorismo. Questi gravi problemi sono stati riproposti con la morte violenta di tante persone innocenti cui va prima di tutto il nostro sofferto pensiero di suffragio.
Sabato scorso sul quotidiano Le Monde è stato pubblicato un manifesto di condanna della strage islamica al Charlie Ebdo. Cinquecento firme (nome, cognome, professione) di arabi musulmani: laici e praticanti, intellettuali e non, che non hanno bisogno di sentirsi rappresentati da alcuna sigla, ma che hanno sottoscritto in prima persona - come avrebbero firmato cattolici o ebrei senza ergersi a portavoce di una presunta comunità, che forse non esiste o che non sarebbe riuscita a raccogliere tutte quelle firme.
Incontro a Colombo con i rappresentanti delle religioni del Paese. "Il dialogo farà risaltare quanto siano diverse le nostre credenze, tradizioni e pratiche. E tuttavia, se siamo onesti nel presentare le nostre convinzioni, saremo in grado di vedere più chiaramente quanto abbiamo in comune. Nuove strade si apriranno per la mutua stima, cooperazione e anche amicizia".