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Messaggio del 14 agosto 1984:Questa apparizione avvenne inaspettatamente, alla vigilia dell'Assunta. Ivan stava pregando in casa. Poi cominciò a prepararsi per venire in chiesa, alla liturgia serale. Improvvisamente gli apparve la Madonna e gli disse di trasmettere alla gente questo Messaggio: "Vorrei che la gente in questi giorni pregasse con me. E che preghi il più possibile! Che inoltre digiuni il mercoledì e il venerdì; che ogni giorno reciti almeno il Rosario: i misteri gaudiosi dolorosi e gloriosi". La Madonna ci ha chiesto di accogliere questo Messaggio con ferma volontà. Si è rivolta in particolare ai parrocchiani e ai fedeli dei paesi vicini.

Notizie dai giornali cattolici



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La missionaria congolese Chantal Pascaline, una delle due suore che prestava le sue cure insieme ai due religiosi spagnoli affetti dal virus Ebola ed evacuati giovedì a Madrid, è morta oggi a Monrovia dopo essere stata colpita da questa febbre emorragica. Lo ha annunciato l'Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio per il quale lavorava. Dello stesso ordine religioso fa parte anche il prete spagnolo Miguel Pajares, primo malato infetto dal virus ad essere stato rimpatriato in Europa. Miguel Pajares, 75 anni, è arrivato in Spagna con un aereo sanitario militare insieme alla religiosa Juliana Bonoha, anche lei spagnola, che lavorava con lui in quest'ospedale della capitale liberiana, ma i test ai quali quest'ultima è stata sottoposta sono risultati fino ad oggi negativi. Miguel Pajares e Juliana Bonoha sono ora ricoverati sotto stretta sorveglianza all'ospedale Carlos III di Madrid. Le condizioni del sacerdote sono "stabili".
Due tubi d’acciaio uniti a formare una "t". Una croce improvvisata. Un patibolo per i traditori. Questa è la legge del Califfato. Su queste croci vengono appesi cristiani, yazidi, musulmani sciiti, sunniti accusati di combattere contro l’Isil. Una punizione che secondo la loro personale interpretazione del Corano va comminata a coloro che non rispettano la legge. Ma non è l’unico orrore che i militanti del Califatto nero si vantano di compiere diffondendo video e foto per propagandare quello che chiamano vittoria. Sono quotidiane esecuzioni pubbliche con taglio della gola di quelli che vengono definiti traditori del Profeta. Sgozzamenti eseguiti senza pietà su giovani, vecchi con coltellacci e scimitarre ripresi nei dettagli da un operatore che filma ogni istante soffermandosi sui volti delle vittime e compiacendosi del pubblico che appprova e riprende le scene con i telefonini. E ancora. Fucililazioni di massa di combattenti nemici e il computo maniacale di quanti soldati dell’esercito iracheno o di quello siriano di Assad vengono eliminati in questo modo barbaro.
Non raramente al Festival dei Giovani vengono intere famiglie: bambini e giovani con i loro genitori. Ne abbiamo incontrata una croata, la famiglia Nikoli?, proveniente da Zurigo. Il loro messaggio è “Venite a Medjugorje!”. Ljiljana Nikoli? è madre di quattro figli e viene a Medjugorje già da diversi anni. Ci ha detto brevemente: “Non è la mia prima volta al Festival, porto i miei figli ogni anno. Cerchiamo di trasmettere Medjugorje in famiglia, agli amici e sul posto di lavoro”.
Istituto tecnico Martino di Cagliari. Una insegnante di educazione fisica confida a quattro ragazze della stessa scuola i suoi pensieri su un suo alunno del secondo anno che è omosessuale: il ragazzo presenta «manifestazioni di peccato mortale e divino, contrarie a precisi dettati morali e religiosi». Ed aggiunge che «andrebbe curato da uno psichiatra». La confidenza arriva alle orecchie del Giudice di pace Maria Grazia Argiolas che ha condannato per diffamazione la docente ad una multa di 700 euro e al risarcimento delle spese processuali.
L’epidemia di ebola monopolizza l’attenzione con sviluppi sempre più allarmanti. Notizie recenti su altre malattie non lo sono da meno. Il 16 luglio, a Yumen, in Cina, nella provincia del Gansu, un uomo è morto di peste dopo aver scuoiato una marmotta trovata morta. Sembra essersi trattato di un caso di peste bubbonica: una malattia di cui, se presa in tempo, ormai si guarisce e che inoltre si contrae solo attraverso punture di pulci infette, morsi di roditori e contatti con animali ammalati. Invece la peste polmonare resta una delle malattie più mortali ed è inoltre molto contagiosa perché si trasmette anche da uomo a uomo, per via aerea. Perciò le autorità sanitarie cinesi, nell’attesa che fosse confermata la diagnosi di peste bubbonica, hanno deciso di isolare gran parte della cittadina e hanno posto 151 persone in quarantena.
Papa Francesco «rivolge il suo pressante appello alla Comunità internazionale, affinché, attivandosi per porre fine al dramma umanitario in atto, si adoperi per proteggere quanti sono interessati o minacciati dalla violenza». L'appello del Pontefice si riferisce al «Nord dell'Iraq» e non riguarda solo i cristiani, ce ne sono centomila in fuga, ma tutte le vittime della violenza. Il calvario dei cristiani della regione di Mosul è noto, e lo conoscono bene i nostri lettori. Ma alle stragi di cristiani si affiancano ora quelle dei seguaci di un'altra religione, gli Yezidi (leggi qui). La Chiesa Cattolica non apprezza particolarmente le visioni del mondo gnostiche, ma oggi è tra i pochi in Iraq a levare la sua voce contro il massacro di questa minoranza che si accompagna a quello dei cristiani.
“Davanti al crescente numero di conflitti armati in atto in tante parti del mondo e preoccupati soprattutto per il drammatico aggravarsi e spandersi degli scontri violenti nella regione del Medio Oriente, ci uniamo a quanti vivono queste tragedie in prima persona e facciamo un forte appello per chiedere di sbloccare il dialogo come via per la pace”. È questo l’inizio del comunicato diffuso dai giovani del Movimento dei Focolari per promuovere il loro appello Dialogue to unlock. L’azione, che parte il 15 agosto, punta al coinvolgimento mondiale di quanti vogliono aderire, là dove si trovano, attraverso una pagina su Facebook (https://www.facebook.com/dialoguetounlock), dove possono segnalare la propria adesione postando messaggi, foto e clip indossando un capo bianco.
"A nome del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa vogliamo esprimere la nostra grande preoccupazione per quanto sta accadendo in Iraq". Così inizia la Dichiarazione del Consiglio delle Conferenze Episcopali dell'Europa sulle persecuzioni contro i cristiani in atto nel nord dell'Iraq. "In modo particolare - prosegue la Dichiarazione - desideriamo comunicare la nostra apprensione per le persecuzioni contro i cristiani in atto nel nord del Paese". I membri della CCEE si dicono “uniti alla preghiera del Papa e di tutti coloro che stanno soffrendo” e inoltre intendono “esprimere il sentimento dei nostri fedeli e della Chiesa Cattolica in Europa”. “Assicuriamo - proseguono - la nostra vicinanza spirituale e vogliamo ribadire l’appello alla comunità internazionale affinché possa fare ancora di più per fermare questa tragedia”. Infine affermano che “non possiamo non sperare che si fermino le armi al più presto e che torni l’ordine a portare speranza”. Il testo è firmato dal card. Péter Erd?, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Presidente del CCEE, e dal card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, Vice Presidente del CCEE.