MaM
Messaggio del 4 agosto 1994: Desidero che in questo tempo preghiate in modo particolare per le famiglie e per i sacerdoti. Io vi sono vicina e vi accompagno con la mia preghiera.

Notizie dai giornali cattolici



GennaioFebbraioMarzoAprileMaggioGiugnoLuglioAgostoSettembreOttobreNovembreDicembre



Esteri Siria. Chi dà rifugio ad anziani e handicappati musulmani rimasti senza casa? Il Vicariato di Aleppo Tweet Invia per Email Stampa agosto 28, 2014 Redazione il vicario apostolico racconta che se la città cadesse nelle mani dei jihadisti sarebbe «una carneficina». «Gli orrori di cui si parla solo ora li abbiamo più volte denunciati all’Onu senza che nessuno ci ascoltasse» siria-aleppo-cristiani-islam1Se Aleppo cadesse nelle mani dei jihadisti dello Stato islamico sarebbe «una carneficina». Risponde così ad Avvenire Georges Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo in questi giorni al Meeting di Rimini. «Gli orrori di cui si parla in queste ore – dice facendo riferimento al rapporto Onu che parla dei bambini addestrati dai miliziani – li abbiamo denunciati da tempo alle Nazioni Unite senza che nessuno ci ascoltasse. I cristiani vivono tutti in città e non hanno alcuna possibilità di fuga, servono sei ore per scappare a Homs, chi poteva se ne è già andato. Restano i poveri e restano i musulmani, che sono la maggioranza e che non sono tutti fondamentalisti. L’islam siriano, per lo più, è moderato e i suoi esponenti sanno che in caso di vittoria dell’Is saranno i primi ad essere scannati». Quanti sono i cristiani rimasti? Ieri, come riportato dall’agenzia Zenit, durante la conferenza stampa il vescovo ha ammesso che è difficile fare un calcolo preciso: «Non ci sono statistiche di cristiani che hanno abbandonato la Siria». Tuttavia, prima della guerra, essi erano circa 250 mila su una popolazione di circa 4,5 milioni di persone. «Oggi, invece, circa il 60% dei cristiani è andato via».
Metti una sera a cena a Wesport, Connecticut, con Erica Jong, la femminista di Paura di volare, quella che da una sveltina, la celebre zipless fuck (la “scopata senza cerniera”), mise al mondo milioni di femministe. Era il 1973, Henry Miller saluterà il libro della ribelle ragazza newyorkese come l’equivalente femminile di Tropico del Cancro, ma lei riuscì a moltiplicarlo per 27 milioni di copie vendute. Oggi la bad girl ha 72 anni, un matrimonio che dura da 24 (ha da poco festeggiato le nozze d’argento), una figlia e tre nipoti. Ma è soprattutto una tranquilla signora ultra snob che ha cambiato idee e costumi sulla vita e sui mariti. Allora, quando ancora aveva paura di volare, Erica aprì il suo libro con attacco fatto apposta per scandalizzare borghesi e bigotti: «Bigamia vuol dire un marito di troppo, monogamia pure». Oggi si pente di quelle baggianate e confida scoperte imbarazzanti alla stupita giornalista del Corriere della Sera che la incontra in un sciccoso ristorante sul Long Island Sound. «Ho detto tante cose terribili, ma ero giovane e cinica», confessa. «Il matrimonio? Adesso lo so: è prezioso». Insomma, dopo tanti voli in picchiata libera, ecco un atterraggio ultra soffice sui vecchi sentieri della tradizione. Però, ne è passata di acqua sotto i ponti di New York.
Lo chiameremo don Califfo. A volte le migliori intenzioni sono causa di gaffe. Così anche essere buonisti può ingenerare più di un problema. A Reggio Emilia è comparso nei giorni scorsi uno striscione inquietante: “Cristiani buoni solo da morti”. Frase pericolosa, anche a causa della sua collocazione. Era attaccata con dei fermagli a 4 metri da terra sulla recinzione dei campi da calcio di proprietà della Diocesi, dove si allena anche la Reggiana. Significa che l'autore si è preso la briga di portarsi con una scala molto alta e compiere l'impresa. Il tutto nel silenzio della notte e al riparo da occhi indiscreti (la zona non è presidiata da telecamere).
Bande organizzate di bruti hanno rapito, violentato e talvolta anche rivenduto 1400 minorenni. Succede a Rotherham, nell’Inghilterra settentrionale. Un rapporto pubblicato ieri, a firma della professoressa Alexis Jay, a conclusione di un'indagine indipendente commissionata dal comune, parla chiaro e non cela i dettagli. Descrive storie di minorenni, soprattutto ragazzine fra gli 11 e i 16 anni di età, cosparse di benzina e minacciate di essere date alle fiamme, minacciate con pistole e fatte assistere a stupri brutali, minacciate di essere le prossime se ne avessero parlato con qualcuno. Bambini venduti in altre città e usati come oggetti sessuali. Altre ragazzine violentate in modo seriale, tanto da dichiarare, una volta fuori dall’incubo, che ormai “lo stupro di gruppo era diventato un modo di vivere”. Tutto questo è avvenuto per 16 anni, dal 1997 al 2014, senza che nessuno intervenisse. Eppure le autorità inglesi locali ne erano perfettamente al corrente. Prima dell’attuale rapporto Jay, erano stati redatti altri tre rapporti. Tutti cestinati. Nel primo caso, le autorità non avevano creduto ai dati. Gli altri due rapporti erano stati semplicemente accantonati. A loro avviso i dati erano “esagerati”. In effetti, 1400 vittime minorenni di abusi in una cittadina con nemmeno 120mila abitanti è una cifra immensa, assurda nella sua sproporzione. E, fra l’altro, si tratta ancora di una stima conservativa, perché in questi 16 anni le vittime potrebbero risultare molte di più.
A Bkerke, in Libano, presso la sede del Patriarcato maronita, si è tenuta ieri, 27 agosto, una riunione che ha visto coinvolti i capi delle Chiese orientali e gli ambasciatori di diversi Paesi. Nel corso dell’incontro i Patriarchi hanno sottolineato “la necessità di porre fine a organizzazioni terroriste e fondamentaliste”, aggiungendo che la comunità internazionale non può rimanere indifferente dinanzi all’esistenza dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis).
Le violenze sanguinarie e spettacolari dell'Esercito islamico trovano tiepide condanne o silenzi nel mondo musulmano. Fra le cause: un sistema educativo che bandisce la critica ed esalta la memorizzazione; una religione che paralizza la ragione e l'intelligenza (secondo gli stessi musulmani). Le orribili crudeltà dell'ex Isis vanno contro il Corano e la vita di Maometto. Ma sono l'humus in cui la violenza "in nome di Dio" sembra giustificata. E' necessario ripensare l'islam in profondità, trasformando pure il metodo educativo.
Le violenze sanguinarie e spettacolari dell'Esercito islamico trovano tiepide condanne o silenzi nel mondo musulmano. Fra le cause: un sistema educativo che bandisce la critica ed esalta la memorizzazione; una religione che paralizza la ragione e l'intelligenza (secondo gli stessi musulmani). Le orribili crudeltà dell'ex Isis vanno contro il Corano e la vita di Maometto. Ma sono l'humus in cui la violenza "in nome di Dio" sembra giustificata. E' necessario ripensare l'islam in profondità, trasformando pure il metodo educativo.
Immaginate di passeggiare per le vie della città in cui siete nati. Una città che ha sperimentato una grande immigrazione nel corso degli anni che ha portato a una forte presenza islamica. All'improvviso, vedete una marcia di protesta, con donne ricoperte dal burqa e uomini che portano bandiere nere con scritte in arabo. Le persone stanno scandendo degli slogan in cui maledicono il proprio Paese e la polizia. Si tratta di un gruppo di musulmani sunniti appartenenti ad una scuola giuridica fondamentalista, il wahabismo, che si è affermata soltanto nel Novecento, grazie all’appoggio delle grandi potenze occidentali alla monarchia saudita, e che oggi si sta diffondendo in tutto il mondo musulmano. Ai loro occhi, tutti gli altri musulmani (Sunniti, Sciiti, Alawiti, Drusi...) e no sono miscredenti e devono essere combattuti. Dalle sue frange più estreme è nata la rete di Al Quaeda.