«Io non sopporto che si amino!». È stata questa la risposta chiara, immediata e rabbiosa che un demone ha dato a monsignor Sante Babolin, esorcista della diocesi di Padova, autorevole esperto del preternaturale, che aveva chiesto al maligno perché tormentava la sposa di un suo amico.
Il fatto è stato raccontato dal sacerdote nei giorni scorsi in Messico - dove ha tenuto una serie di conferenze – al settimanale cattolico Desde La Fe.
Tempo fa una lettrice mi ha chiesto informazioni al riguardo del cosiddetto “matrimonio di San Giuseppe”, che è un vero matrimonio vissuto però in totale castità. Siccome è un tema che potrebbe interessare anche ad altre persone ed è difficile trovare in giro informazioni al riguardo, ho deciso di parlarne su questo blog.
Lucetta Scaraffia recensisce “Tu dentro di me” della scrittrice Emilia Costantini. Un libro del 2009 che porta a galla un problema di domani. E forse anche di oggi
Ignatius Kaigama, arcivescovo di Jos, torna alla kermesse di Rimini come testimone di libertà. «Boko Haram vuole islamizzare la Nigeria. Ma Cristo è ancora il numero uno, non ce la faranno»
L'ultima novità viene dall'Argentina, ad esser precisi da Buenos Aires. Si tratta della squadra mobile anti obiettori di coscienza, una specie di volante per il pronto intervento dell'aborto legale. La pensata è del dott. Alexander Collie, ministro della salute della Provincia, che ha detto di voler contribuire a rimuovere gli ostacoli all'accesso dei servizi sanitari. «Se tutti i medici di un ospedale provinciale faranno obiezione di coscienza – dice il ministro – cioè se si rifiutano di effettuare un aborto legale, ci penserà la squadra mobile», che si preoccuperà di praticare aborti a donne fino a 12 settimane di gestazione.
Con una benedizione impartita da don Claudio Paglia (tra l’altro ha seguito la beatificazione di Vincenzo Rosmini) si è inaugurato qualche giorno fa a Casasco d’Intelvi, un paesino a novecento metri d’altezza in provincia di Como, un nuovo centro sportivo municipale. Quindi pubblico, una struttura che il Comune ha messo a disposizione dei propri cittadini, un impianto polivalente per basket, pallavolo e soprattutto calcetto: grazie all’illuminazione si potrà giocare fino alle 23. Con spogliatoio, mini bar e punto ristoro. Insomma, un centro sportivo che potrebbe far concorrenza a quelli di una grande città.
«La gravità di ciò che dici mi sta spaventando... stanno decapitando bambini?» chiede lo sconcertato giornalista della Cnn, a Mark Arabo, uomo d’affari e leader cristiano protestante californiano. «Lo stanno facendo sistematicamente», ripete l'uomo scandendo le parole e precisando che «a Mosul esiste un parco dove sono stati decapitati bambini e le loro teste sono state infisse su dei bastoni... si tratta di crimini contro l'umanità. Stanno commettendo i più orrendi crimini che si possano immaginare», conclude, riferendo testimonianze fresche dall’Iraq. Si sa ancora poco di quel che avviene sotto la spada del Califfato islamico, che include tutto l’Iraq centro-settentrionale e le regioni orientali della Siria. Ma quel poco che si conosce è agghiacciante, anche se ancora difficile da verificare. Le ultime notizie, di fonte irachena, parlano di donne di religione yezida catturate come schiave e vendute agli jihadisti delle milizie dell’Isis. La notizia di ieri riguarda, invece, la scoperta di una fossa comune con 500 corpi, sempre appartenenti a minoranze religiose, cristiani e yazidi dunque. Molti di essi sarebbero stati sepolti vivi dai miliziani.
«Noi non possiamo tacere», è il titolo del comunicato con cui i vescovi italiani invitano a dedicare il 15 agosto, solennità dell’Assunzione della Vergine Maria, alla preghiera per i cristiani perseguitati, in particolar modo per quelli dell’Iraq (clicca qui). È un appuntamento a cui aderiamo con convinzione: ciò che sta avvenendo è una tragedia probabilmente senza precedenti nella storia, se è vero che in queste settimane è stata cancellata in Iraq la presenza di una delle più antiche comunità cristiane che pure per quasi duemila anni aveva superato indenne (o quasi) tutti i marosi della storia. Peraltro è anche la comunità che parla ancora la stessa lingua di Gesù, l’aramaico, così che la cacciata assume anche un ulteriore valore simbolico.