La Munhwa Broadcasting Corporation, rete televisiva nazionale di Seoul, ha inviato a Roma una troupe per preparare due ore di filmati sulla figura del pontefice e sui luoghi dei martiri coreani. Durante la lavorazione, la troupe si è avvicinata sempre di più alla Chiesa: "Quando torno a casa - dice uno dei giornalisti - voglio tornare alla parrocchia che ho abbandonato anni fa".
Familiari e avvocati denunciano un peggioramento del quadro clinico “psicologico e fisico” della donna. Sacerdote a Lahore conferma l’attenzione e le preghiere della Chiesa pakistana. Presentata una petizione perché venga fissata la data del processo di appello. Attivista musulmano: tempo di fare “giustizia”.
È stata la sciupasogni degli spagnoli per anni. La vedevano in tv, nelle pubblicità di marchi prestigiosi, era lei la Kellog’s-girl, lei, Olalla Oliveros, fisico da urlo, sorriso-che-porta-via, top model, showgirl, attrice di cinema, teatro e popolarissime sit-com. Guardando le sue foto in internet, anche in lingerie, si resta stupefatti, sia per la bellezza della donna, sia per quel che è successo dopo, proprio quando era in procinto di firmare il contratto per un film. Un viaggio a Fatima ed ecco la decisione di mollare tutto per diventare suora di clausura. Solo nel 2010, col permesso dei superiori, ha raccontato tutto al foglio «El Tiempo». Ed ecco in sintesi: «Il Signore non commette errori. Mi ha chiesto di seguirlo e io non ho rifiutato». Suora di clausura, dunque, nella congregazione di San Michele Arcangelo di Vilariño, in Galizia.
Ho conosciuto mons. Fiorini Morosini il 29 settembre di quattro anni fa, a Polsi, nel cuore del dell’Aspromonte. Fino all’anno precedente, nei primi giorni di settembre, in quel Santuario dedicato alla Vergine, ‘a Maronna ra muntagna, si riunivano i capi delle cosche della ndrangheta e, a 900 metri di altezza, in una natura dalla bellezza struggente, concordavano le linee-guida delle attività criminali da svolgere nei mesi seguenti. Proprio lì, nel 2010, in occasione della festa di San Michele, patrono della Polizia di Stato, l’allora questione di Reggio Calabria decide di far celebrare una Messa in onore dell’Arcangelo, e mi invita a rappresentare il governo. In uno dei luoghi-emblema della grande mistificazione – il rapporto fra clan e devozione religiosa – i poliziotti si ritrovano, insieme con tanta gente non in divisa, non per operare blitz, ma per riappropriarsi del senso autentico del culto. Mons. Fiorini Morosini è in quel momento il vescovo di Locri-Gerace, diocesi nella quale ricade Polsi: celebra l’Eucarestia e nell’omelia, senza proclami o enfasi fuori luogo, parla della “necessità di restituire a questo santuario il volto che gli appartiene, quello cioè di luogo di culto e di pietà mariana”.
La foto dei frati francescani di Boston che partecipano sorridenti al cittadino festival gay con un loro stand davanti a cui campeggia in colori arcobaleno la scritta «Chi sono io per giudicare?», vale più di mille articoli e trattati. Dice soprattutto a quale tremendo equivoco abbiano dato origine le parole che papa Francesco ha pronunciato il 29 luglio 2013 parlando con i giornalisti sull’aereo di ritorno dal viaggio in Brasile.
Dal 17 al 20 luglio, una Conferenza internazionale promossa dalle organizzazioni cattoliche Courage e EnCourage alla Villanova University, in Philadephia, presieduta dall'arcivescovo Chaput.
La vittima, disabile, è sopravvissuta e si trova in ospedale. Cattolica, è nipote di un sacerdote della zona. Il suo violentatore è un giovane musulmano di 25 anni, al momento in prigione.