MaM
Messaggio del 2 luglio 1983:Ogni mattina dedicate almeno cinque minuti di preghiera al Sacro Cuore di Gesù e al mio Cuore Immacolato perché vi riempiano di sè. Il mondo si è dimenticato di venerare i Sacri Cuori di Gesù e Maria. In ogni casa siano poste le immagini dei Sacri Cuori e ogni famiglia li veneri. Supplicate ardentemente il mio Cuore e il Cuore di mio figlio e riceverete tutte le grazie. Consacratevi a noi. Non è necessario ricorrere a particolari preghiere di consacrazione. Potete farlo anche con parole vostre, secondo quello che sentite.

Notizie dai giornali cattolici



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I terroristi dello Stato islamico hanno rimosso la croce dalla sommità della cupola della chiesa di Sant’Efrem a Mosul. La rimozione, come riporta Ankawa.com, è avvenuta una settimana dopo l’occupazione della chiesa, insieme alla presa delle arcidiocesi caldea e siro-ortodossa. Come mostrano le foto qui in basso, la chiesa non presenta più la croce. Azioni di questo tipo non sono nuove nel califfato di Al Baghdadi, dove vige la sharia: gli islamisti hanno già distrutto la statua della Madonna della chiesa dell’Immacolata e l’antica tomba del profeta Giona, venerato da musulmani e cristiani. Secondo le ultime notizie i terroristi avrebbero occupato anche le case di due famiglie cristiani a Mosul nel quartiere di Nirgal.
Con tre giorni di lutto nazionale, a partire dal 10 luglio, la Repubblica Centrafricana ricorda le vittime dell’ultima strage di cristiani compiuta dai miliziani islamici Seleka: 26 morti e 35 feriti. Autore dell’eccidio, il 7 luglio, è stato un commando che ha fatto irruzione nel campo per sfollati allestito presso la sede dell’arcivescovado di Bambari, nei pressi della cattedrale di Saint-Joseph, che al momento ospitava oltre 10.000 persone.
Nell’antica medicina cinese si dice che, in un’unica giornata, sia salutare provare tutta la gamma delle emozioni, dalla serenità alla rabbia. Bene, se questo è vero, credo di aver ottemperato al principio enunciato in modo quasi assoluto, nel colloquio di ieri con Claudia, una vecchia conoscenza!
Apprendo dall’agenzia «Corrispondenza romana» che Burger King, colosso del fast-food, offre ai suoi clienti il classico panino «whopper», orgoglio della casa, in speciale confezione arcobaleno, il «whopper proud» (proud vuol dire fiero in inglese e pride fierezza), per l’annuale Gay Parade di San Francisco. I proventi della vendita finiscono in un fondo che offre borse di studio agli studenti Lgbt delle superiori. Date le percentuali di questi ultimi, si suppone che alla ditta resterà in cassa un mazzo di dollari. Sempre che la trovata procuri incassi, visto che i californiani, in un referendum (poi vanificato dalla magistratura), hanno a suo tempo detto no alle nozze gay. Ma è il trend del Terzo Millennio, bellezza, e nessuno vuol restare indietro. Infatti, la Starbucks, colosso internazionale di caffetteria, ha festeggiato il quarantesimo anniversario del Gay Pride stendendo una bandiera arcobaleno di ben ottocento metri quadri nella sua casa-madre di Seattle.
«Solo più tardi ho saputo che la maggior parte di coloro che transitavano dal mio ufficio finivano i loro giorni nel S-21 (il famigerato lager di Phon Phem, ndr)». Ordinarietà di un genocidio. Il più sanguinoso di tutta la storia. Un terzo della popolazione cambogiana fu sterminato nell’arco di soli 4 anni, da quel 17 aprile 1975 quando le truppe di Pol Pot conquistarono il potere in quella che fu celebrata (purtroppo anche in Occidente) come la Kampuchea democratica, "paradiso" proletario per generazioni di intellettuali "democratici". Un milione e mezzo di persone, su poco più di 4 milioni di abitanti, sacrificate sull’altare di nozioni come "lotta di classe", "dittatura del proletariato" e altri diktat di marca marxista-leninista.
Thomas Ladner (nella foto) è un prete austriaco di 36 anni, abitualmente in talare, cooperatore nella parrocchia di Stans, in Tirolo. Un paesino di 1.500 anime dove insegna anche religione nella locale scuola elementare. Prima della fine dell’anno scolastico gli è stata tuttavia comunicata dalla diocesi di Innsbruck la revoca del permesso per insegnare. La colpa commessa dal sacerdote, secondo l’ufficio scuola diocesano, è stata quella di aver parlato ai suoi piccoli scolari dei novissimi, tra cui inferno e purgatorio, «lezioni non adatte ai bambini e loro stato di vita», di aver trattato il tema della famiglia «in termini non più attuali» e l'aver usato «un linguaggio retorico», ossia troppo tradizionale.
E’ il 2003. Il 4 luglio – festa nazionale negli Stati Uniti – una normale famiglia americana che vive nel Nebraska, a Imperial, paesino agricolo che ha appena “duemila anime e neanche un semaforo”, sta stipando di bagagli una Ford Expedition blu. I Burpo partono verso Nord per andare a trovare lo zio Steve, che vive con la famiglia a Sioux Falls, nel South Dakota (hanno appena avuto un bambino e vogliono farlo vedere ai parenti). L’auto blu imbocca la Highway 61. Alla guida c’è il capofamiglia Todd Burpo, accanto a lui la moglie Sonja e nel sedile posteriore il figlio Colton, di quattro anni, con la sorellina Cassie. Fanno rifornimento a una stazione di servizio nel paese dove nacque il celebre Buffalo Bill prima di affrontare immense distese di campi di granoturco. E’ la prima volta, in quattro mesi, che i Burpo si concedono qualche giorno di ferie dopo lo scioccante vicenda che hanno vissuto il 3 marzo di quell’anno. Il piccolo Colton quel giorno aveva cominciato ad avere un forte mal di pancia. Poi il vomito. Stava sempre peggio finché i medici fecero la loro diagnosi: appendice perforata. Fu operato d’urgenza a Greeley, in Colorado. Durante l’operazione la situazione sembrò precipitare: “lo stiamo perdendo! Lo stiamo perdendo!”. Il bambino era messo molto male e passò qualche minuto assai critico. Poi però si era ripreso. Per il babbo e la mamma era stata un’esperienza terribile. Lacrime e preghiere in gran quantità come sanno tutti coloro che son passati da questi drammi.