Vangelo Gv 9, 1-41 (forma breve: Gv 9,1.6-9.13-17)
Dal vangelo secondo Giovanni
[ In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita ] e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».
Detto questo, [ sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». ] Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». ] Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». [ Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. ] Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».
Grazie alle testimonianze del rettore, del cappellano e di professori e studenti si ripercorre il caso del 2008. Storia di un’occasione persa (soprattutto per i professori)
"Solo pochi giorni fa è esplosa la polemica per una donna ricoverata al Pertini di Roma che sarebbe stata lasciata sola dai medici nel corso di un aborto", ricorda Roberto Bennati, presidente del Movimento per la Vita del Lazio. "In quel caso - prosegue - si era trattato di una montatura mediatica ma al governatore Zingaretti quell’idea deve essere piaciuta perché ha deciso di istituzionalizzare l’abbandono delle donne durante l’interruzione di gravidanza".
In un comunicato diffuso nel pomeriggio di ieri, l’Associazione Ginecologi e Ostetrici Cattolici (A.I.G.O.C.) ha affermato che la pillola RU 486 inverte e contraddice le motivazioni storiche e psicosociali che hanno motivato fortemente i fautori della legge 194: un’aborto privato per quanto precoce che sia, aggiunge solitudine a solitudine.
Nell’aborto chirurgico l’interruzione di gravidanza viene delegata tecnicamente a una terza persona. Nell’aborto chimico, praticato con la RU 486, è la stessa madre che si autosomministra il veleno che ucciderà il proprio figlio.
Gli effetti fisici sono gli stessi di un aborto chirurgico eseguito in anestesia: contrazioni, espulsione, emorragia, ma, con la RU 486, la donna vive tutto questo in diretta senza neanche l’assistenza medica.
La pillola trasforma l’attesa della gravidanza, cioè del figlio, nell’attesa della sua morte che può durare fino a 10 penosissimi giorni: e in quel tempo si può pure cambiare idea ma non si può più tornare indietro.
È di pochi giorni fa la notizia del fatto, avvenuto in Francia, che ha visto Xavier Dor, medico di 84 anni, accusato di abortofobia. A presentare denuncia la donna incinta alla quale l’uomo avrebbe regalato un paio di scarpine da neonato con il chiaro scopo di dissuaderla dall’abortire.
L’uomo ha perciò dovuto pagare una multa di 10.000 euro, rischiando inoltre un mese di reclusione, perché riconosciuto colpevole di aver infranto la legge Weil del 1975 che ha introdotto il reato di intralcio all’aborto, considerando quest’ultimo un diritto di tutte le donne che non desiderano portare a termine la gravidanza.
Correva l’anno 1910, quando Nostra Signora di Guadalupe fu proclamata patrona dell’America Latina da Pio X. Tale gesto, realizzato da un Pontefice dalla forte devozione mariana, fu il riconoscimento che quanto avvenne nel 1531 nei pressi della collina di Tepeyac, nell’attuale Messico, costituisce il crocevia determinante nell’evangelizzazione dei popoli indigeni.
Due incontri col patriarca ecumenico Bartolomeo, oltre a un incontro ecumenico nella basilica del Santo Sepolcro, e la firma di una dichiarazione comune nel pellegrinaggio che si svolge nel 50mo anniversario dell'incontro a Gerusalemme tra Papa Paolo VI e il Patriarca di Costantinopoli, Atenagora. Padre Lombardi: "la preparazione del viaggio continua", malgrado la tensione sindacale in Israele.
Grande cordialità nel primo incontro tra Francesco e il presidente degli Usa. "Nel contesto delle relazioni bilaterali e della collaborazione tra la Chiesa e lo Stato ci si è soffermati su questioni di speciale rilevanza per la Chiesa nel Paese, come l'esercizio dei diritti alla libertà religiosa, alla vita e all'obiezione di coscienza nonché il tema della riforma migratoria. Infine, è stato espresso il comune impegno nello sradicamento della tratta degli esseri umani nel mondo".
All’udienza generale del 26 marzo 2014, riprendendo le sue catechesi sui sacramenti, Papa Francesco ha proposto una meditazione sul sacramento dell’Ordine. Per diventare sacerdoti «non si vendono i biglietti d'entrata - ha detto il Papa - è un'iniziativa che prende il Signore», e cui chi è chiamato deve corrispondere, non solo fino all'ordinazione ma per tutta la vita.
E quattro. Dopo Emilia Romagna, Umbria e Puglia ora anche il Lazio si appresta a somministrare la RU486 in regime di day hospital. Lo ha deciso il governatore Nicola Zingaretti affermando che si tratta di “un atto di profondo rispetto per le donne”. Come è già avvenuto nelle altre tre regioni, la somministrazione del preparato abortivo deve rispettare delle condizioni: preospedalizzazione (a meno che non si voglia dare la pillola in mezzo ad una strada), controllo degli esami e visite ad hoc (per verificare almeno che la donna sia incinta) ed entro 21 giorni è prevista una visita ambulatoriale finale. Il male ha le sue regole.
Il consueto comunicato della Santa Sede diffuso al termine dell’udienza tra il Papa e Barack Obama probabilmente metterà oggi in rilievo il “clima cordiale”. Eppure, sono molti gli argomenti in agenda a far immaginare un incontro tra i due giocato non sul velluto. Sia in Vaticano che a Washington non hanno ancora dimenticato le tensioni dell’estate scorsa, quando Francesco si oppose pubblicamente e con fermezza allo strike su Damasco che allora sembrava imminente. Digiuno, veglia di preghiera, adunata silenziosa in piazza San Pietro per scongiurare il conflitto che vedeva tra i suoi più convinti sostenitori proprio il presidente degli Stati Uniti. Non contribuì ad allentare la tensione, poi, la lunga lettera accompagnata da benedizione finale che il Papa inviò a Vladimir Putin, in quelle settimane presidente del G20 riunito in Russia. Una diversità di vedute che è emersa anche in riferimento alla più recente crisi ucraina, dove la Santa Sede ha scelto un basso profilo, assumendo così atteggiamento opposto a quello adottato in riferimento al caso siriano.
"Preghiamo il Signore che ci dia la grazia di andare sempre per la strada della salvezza, di aprirci alla salvezza che soltanto viene da Dio, dalla fede, non da quello che proponevano questi 'dottori del dovere', che avevano perso la fede a reggevano il popolo con questa teologia pastorale del dovere".
Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: "Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio." (Lc 11,17-20)
Le immagini sacre servono a suscitare buoni sentimenti ed aiutano la devozione. I pittori facilmente s'ispirano sulla Sacra Famiglia.
Un quadro artistico rappresenta Gesù Fanciullo, in piedi, con le mani giunte e gli occhi rivolti al cielo. Vicino a Lui sta la Madonna in ginocchio; San Giuseppe è pure in orazione, con le mani incrociate sul petto e gli occhi bassi. In alto arde la lampada.
Questa scena riproduce la Famiglia di Nazareth in preghiera.
Gesù, la Madonna e San Giuseppe, pur attendendo con assiduità al lavoro, tenevano il cuore unito al Divin Padre. Chi può misurare il numero e la densità delle pie invocazioni e degli slanci d'amore che si sprigionano da questi tre cuori?
Oltre a stare abitualmente unita con Dio, la Sacra Famiglia in certe ore si dedicava esclusivamente all'orazione.
Come doveva essere gradita a Dio questa preghiera in comune! Quante grazie attirava sull'umanità!
San Giuseppe, quantunque dovesse compiere molto lavoro, non rimpiangeva il tempo dedicato alla preghiera; era convinto che il tempo più prezioso era quello dell'orazione.