È stato meno eccentrico, ma più anticonformista del suo celebre connazionale, il campione George Best. Come lui, Phil Mulryne ha indossato le maglie del Manchester United e della Nazionale nordirlandese. Ha calcato i campi più prestigiosi della Gran Bretagna e d’Europa. Ha percepito stipendi faraonici e non si è fatto mancare i vezzi tipici dei calciatori moderni: auto di lusso e fidanzamenti da copertina di tabloid.
Un anno fa, il 13 marzo 2013, Giorgio Mario Bergoglio era eletto da 115 cardinali Vescovo di Roma e Pontefice della Chiesa cattolica universale, il 263° discendente dell’Apostolo San Pietro. A un anno di distanza, Papa Francesco continua a suscitare nei popoli anche non cristiani tante speranze di pace, di giustizia, di gioia di vivere, di crescita umana ed economica per tutti. Un interesse inspiegabile, poichè Francesco non ha alcun potere economico-politico-militare-scientifico-tecnico, così da poter influire sull’andamento delle vicende mondane. Si spiega solo per un motivo soprannaturale. Il Papa argentino ripropone ai popoli, con la sua persona, i suoi gesti e le sue parole, il Vangelo e le Beatitudini di Gesù, un’autentica rivoluzione rispetto alla disumanità del mondo in cui viviamo, che specialmente nel nostro Occidente post-cristiano, sembra aver eliminato Dio dall’orizzonte dell’uomo e della società.
«L’uomo mortale non ha che questo, di immortale: il ricordo che porta e il ricordo che lascia».
Aldo Moro vive nel tempo e nello spazio dell’eternità, cui sembrano consegnarlo le parole dello scrittore Cesare Pavese. Trentasei anni sono passati da quel giorno in cui via Fani si tinse di sangue e di morte: andava in Parlamento per la presentazione del governo di solidarietà nazionale, al quale aveva lavorato nel tentativo di ricucire coraggiosamente e profeticamente la divisione tra le due principali aree politiche e culturali del Paese: la comunista e la cattolica. Non ci arrivò mai: quel giorno, la sua scorta perse la vita, falciata dal piombo delle Brigate Rosse. Egli finì nella casa prigione di via Caetani, da dove uscì solo cadavere, il 9 maggio del 1978.
Lunedì 17 marzo si riaprirà il processo ad Asia Bibi, la donna pakistana e madre di 5 figli, cristiana protestante, arrestata il 19 giugno 2009 e condannata a morte l’11 novembre 2010 da un tribunale di primo grado in base alla “legge di blasfemia”. L’accusa a suo carico è quella di aver offeso il Profeta Maometto.
Il secondo grado di giudizio si svolgerà con un’udienza davanti all’Alta Corte di Lahore.
La donna si trova attualmente nel carcere femminile di Multan (in Punjab) e, come ha riferito all’agenzia Fides (www.fides.org) il team difensivo di Asia Bibi, non sarà presente all’udienza per motivi di sicurezza.
Un’udienza sul caso era stata programmata nel febbraio scorso, ma poi è stata rinviata. Oggi la difesa di Asia si avvale di un team guidato dall’avvocato cristiano Naeem Shakir, nota personalità nel campo della difesa dei diritti umani, premiato dal governo pakistano nel 2012 con lo Human Rights Defender Award.
È iniziata con un incontro con i disabili, la visita di papa Francesco alla parrocchia di Santa Maria dell’Orazione, a Setteville di Guidonia, alle porte di Roma. Si è trattato della quinta visita in una parrocchia in un anno di pontificato.
Il Santo Padre è arrivato intorno alle quattro del pomeriggio, a bordo della consueta Ford Focus, accolto da uno sventolio di bandierine e foulard e da magliette con la scritta “daje Francesco”. Qualcuno è addirittura salito sul tetto della propria abitazione per poter assistere all’evento.
“In queste visite emerge sempre il contatto diretto con la gente, specie con coloro che abitano nelle zone meno centrali e dove la vita è un po' più difficile”, ha detto il cardinale vicario della Diocesi di Roma, Agostino Vallini nel suo discorso di benvenuto al Vescovo di Roma.
“La gente fatica ad andare avanti – ha proseguito Vallini - ma la forza della fede crea anche tanta serenità e tanti buoni rapporti. E il Papa sa sempre suscitare forti emozioni”.
Dopo essersi intrattenuto con un centinaio di disabili e con le loro famiglie, il Pontefice ha salutato circa 300 bambini e ragazzi, accompagnati dai loro familiari.
“Bisogna chiedere la grazia per non avere vergogna della fede”, ha detto loro il Papa, insegnando loro, a tal proposito, la seguente preghiera: “Gesù ti chiedo di mandarmi lo Spirito Santo perché mi faccia coraggioso in modo da non avere paura”.
All'Angelus, papa Francesco suggerisce un modo pratico di vivere la Trasfigurazione: leggere ogni giorno un passo del vangelo, portando con sé "in tasca" un "piccolo libretto". "Ascoltare Gesù" è "l'invito del Padre", "non lo dice il papa". Una preghiera per i passeggeri del volo della Malaysia Airlines e per i loro familiari. I saluti alla Comunità Giovanni XXIII e alla scuola cattolica di Erbil, nel Kurdistan irakeno.
Non è un caso che il Nuovo centrodestra abbia scelto proprio Bologna per il suo convegno nazionale che si terrà oggi e domani (“Famiglia Bene Comune”): per due giorni la neonata forza politica discuterà sul tema della famiglia, concetto tanto elementare quanto purtroppo sempre più messo in pericolo dalle difficoltà economiche e, soprattutto, dalle nuove correnti che vorrebbero cambiarla, scardinandone l’autentica origine, l’unione tra un uomo e una donna. E il capoluogo emiliano, in questi anni, più volte è diventato il laboratorio di tentativi per minare quel legame, dagli spettacoli per bambini sul principe che s’innamora di una “principessa” del suo stesso sesso fino all’eliminazione delle parole “uomini” e “donne” dallo Statuto, passando per i registri delle unioni civili, i moduli con “genitore 1 e 2” al posto di “mamma” e “papà”.
Dopo la montatura del caso della donna «abbandonata ad abortire in un bagno del Pertini», Repubblica rilancia la sua campagna contro l’obiezione di coscienza alla legge 194 con rinnovata ideologia
«Padre, mi hanno detto che su via Asunción Flores, vicino al Tribunale della giustizia elettorale, c’è un uomo coperto di mosche, sdraiato sul marciapiede. Che facciamo?».
«Figlia mia, andiamo subito a prenderlo e lo portiamo a casa».
«Ma padre, è tutto occupato, dove lo mettiamo?».
«Non ti preoccupare. In questo momento la prima cosa che il Signore ci chiede è quella di portare via dalla strada suo figlio, dopo la Provvidenza ci indicherà dove metterlo».
Chiamo suor Sonia che mi accompagna col camioncino sul posto, in compagnia di Irma, la responsabile delle case per anziani, e di un’infermiera. Arrivati sul posto lo spettacolo è terribile. Pieno di piaghe, ubriaco, era coperto dai propri escrementi. L’odore era insopportabile. Gli abbiamo chiesto il nome e da dove veniva.
«Mi chiamo Eduardo, sono argentino, ex combattente del conflitto delle Isole Falkland (l’inutile guerra tra Inghilterra e Argentina degli anni Ottanta, ndr)». Non ha saputo dirmi nient’altro che queste parole.
Lo abbiamo preso con delicatezza e molto affetto, come si alza l’Ostia durante la Messa; con grande fatica siamo riusciti a metterlo sul sedile anteriore, di fianco a suor Sonia. L’odore ha riempito l’automobile, un fetore insopportabile. Tuttavia, pensavo tra me e me: questo odore è sacro, perché è l’odore di Cristo. Il Papa ci ha detto che noi sacerdoti dobbiamo puzzare di pecora, tuttavia in questi momenti puzzo di urina e di escrementi… Odori che, senza dubbio, fanno parte anche loro della vita di un prete.
Si può dare il nome a un «bambino mostro»? Ha bisogno di un nome un neonato che «non assomiglia a nessuno, non assomiglia nemmeno a un essere umano»? Tori-bird è convinto di no. Guardando suo figlio nell’incubatrice e la deformità che lo affligge, scopre di non poterlo accettare. Il pensiero di dare il nome a una cosa che non ha prospettive di «vita normale» lo terrorizza. Lui vorrebbe soltanto che suo figlio muoia. E, se ne fosse in grado, lo ucciderebbe con le sue stesse mani.
Il dibattito accesosi attorno alla questione dei divorziati risposati e del loro non poter accostarsi all'Eucarestia, ha messo in evidenza - come ampiamente documentato da La Nuova BQ - che molti cattolici e anche importanti fette dell'episcopato non solo hanno perso il significato del valore sacramentale del matrimonio, e quindi il suo carattere di indissolubilità, ma anche quello dell'Eucarestia. La riduzione della Comunione a un diritto e la pratica ormai diffusa in Europa di accostarsi alla Comunione anche in stato di peccato grave e senza sentire il bisogno di confessarsi, ne sono una lampante dimostrazione. Per questo abbiamo pensato di proporre un itinerario che aiuti a recuperare il significato dell'Eucarestia, affidandolo a una firma ben nota ai nostri lettori che è anche suora adoratrice del Santissimo Sacramento. Suor Maria Gloria Riva ripercorrerà la storia di alcuni miracoli eucaristici per introdurci al Mistero, con tutte le sue implicazioni. Si comincia proprio dal rapporto tra Eucarestia e fedeltà matrimoniale e dal miracolo di Santarem.