La corte distrettuale di Cuttack ha emesso la controversa sentenza. La religiosa dell’ordine delle Servitrici venne stuprata da fondamentalisti indù durante le violenze anticristiane del 2008.
IlRinnovamento nello Spirito Santocelebra laFesta del Ringraziamento in memoria del 14 marzo 2002, giorno dell’approvazione definitiva dello Statuto del RnS da parte del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana.
E' un dipinto di dimensioni imponenti quello che verrà inaugurato e benedetto domenica 16 marzo, alle ore 16.00, nella chiesa di S. Giovanni Evangelista, in via Rielta a Mestre. Realizzato dal pittore spagnolo Kiko Argüello e dalla sua équipe internazionale di artisti, misura 40 metri di lunghezza per 3 di altezza e rappresenta una “corona misterica”: un ciclo di 13 icone di grande formato che abbracciano lo spettatore, illustrando i principali misteri della vita di Cristo e delle Chiesa, fissati nelle principali feste liturgiche.
Duemila persone, domenica scorsa, si sono radunate – previa marcia con cartelli, striscioni e fischietti – davanti alla cattedrale di San Gallo, dove abita e lavora il vescovo Markus Büchel, che è anche presidente della Conferenza episcopale svizzera. La marcia di protesta aveva anche un titolo, "Basta!", e l'oggetto dell'ira dei manifestanti era il vescovo di Coira, mons. Vitus Huonder, accusato di essere un "conservatore" paralefebvriano che "discrimina divorziati risposati, omosessuali e concubini".
L’hanno chiamata “haram”, impura: l’accusa più infamante nel Pakistan della legge sulla blasfemia. Da allora la vita di Asia Bibi è cambiata, tenuta dietro alle sbarre senza alcun appello giudiziario da quasi duemila giorni. Tanti sono quelli che ci dividono da quel 14 giugno 2009, giorno in cui la giovane madre di Ittan Wali offrì da bere ad un’altra donna un bicchiere d’acqua da cui lei stessa aveva bevuto, e per questo fu accusata di aver “sporcato” quel pozzo con il suo essere infedele, cioè cristiana.
La sua storia apre il libro “Asia Bibi, Malala e le altre” (ed. San Paolo) di Michela Coricelli (giornalista prima ad Avvenire e ora alla Rai), che racconta storie di giovani donne che si sono opposte all’angusto meccanismo d’intolleranza del Pakistan, che mostra il suo aspetto più violento proprio sui cittadini di sesso femminile.